Baarìa: quando gli ingredienti non sono tutto

Non amo il cinema italiano (per essere delicato), ma Tornatore mi ha già sorpreso due volte, con Nuovo cinema Paradiso prima e con il fantastico La leggenda del pianista sull’oceano poi. Per inciso: ho preferito di gran lunga il secondo, per via dell’emozionante storia di Baricco e ancor di più per l’ottima produzione ed il cast internazionale.

Ho voluto dare una chance a questo Baarìa e ieri sono andato a vederlo al Warner Village più vicino.

Tornatore si conferma indubbiamente un grande registra — in questo caso anche sceneggiatore — al punto da essere al momento uno dei pochissimi Italiani a potersi confrontare a testa alta con il cinema internazionale. Però, c’è sempre un però, il fim mi ha lasciato una strana sensazione: come fosse una ricetta perfetta, con ingredienti altrettanto perfetti, combinati in un piatto poco saporito.

Analizziamolo mantenendo l’analogia culinaria.

Ingredienti:
– 1 regista / sceneggiatore di qualità
– 40 anni di storia italiana
– più di 20 milioni di euro per la produzione
– effetti speciali a volontà
– 1 storia d’amore
– qualche gag strappa-risate
– molti caratteristi di qualità
– qualche cammeo simpatico (o erotico come quello della Bellucci)
– una buona dose di magia
– ironia q.b.
– politica in abbondanza

la locandina
la locandina

Visto in quest’ottica il film dovrebbe essere un capolavoro, invece non convince. Dà l’impressione di essere tanto, forse troppo, senza mai riuscire veramente a coinvolgere, se non per qualche gag simpatica.

Si fanno apprezzare in modo particolare le musiche con un Morricone sempre al top, la fotografia, i costumi e la scenografia, mentre ho trovato molto meno interessanti le performance degli attori, con l’eccezione di qualche caratterista di qualità, ed il montaggio, se non per la chicca del salto temporale individuale. Per il fast-forward Tornatore ha scelto una tecnica pulita e molto chiara, non nuova per la verità, ma usata in modo così sapiente da risultare totalmente indolore per lo spettatore: il soggetto compie un’azione oggi ed immediatamente, senza tagli, lo si vede invecchiato nella stessa scena a compiere i medesimi gesti. Bello.

La politica era necessaria per raccontare ben 40 anni di storia che iniziano nel pieno della seconda guerra mondiale, ma in tutti i casi risulta roboante ed eccessiva, tanto da divenire trama portante ed ossatura della pellicola.

La storia d’amore c’è, ma gli attori non riescono a trasmettere il giusto feeling: non piacciono mai più del minimo sindacale. Nella prima parte mi ha convinto più Scianna che la Madè, ma nessuno dei due ha brillato nell’interpretazione, ne per talento ne per passione.

Alla fine del film ricordo: alcuni passaggi di storia del partito comunista che mi sfuggivano, qualche battuta simpatica e un fotogramma con uno scorcio di seno della Bellucci. Così poco che non posso che constatare che anche con molti meno soldi si possono fare film di gran lunga migliori (tra gli altri l’ottimo Memento).

Vale i soldi del biglietto, ma non lascia in bocca il sapore che ti aspetti.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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