Vorrei proprio evitare di essere considerato “eccessivamente” di parte. E ci provo, veramente, ad essere scevro da pregiudizi. Sia nella vita a livello personale, che quando scrivo sul Blog. Se mi seguite sapete che quando c’è qualcosa di oggettivamente criticabile su Apple e i suoi prodotti, non mi tiro affatto indietro. Odio le guerre tribali in cui ci si divide in schieramenti e per tal motivo ci si trova a difendere o attaccare solo in base ad inamovibili teorie. Questo però non vuol dire essere privo di idee personali e di capacità di giudizio. Ed anzi è proprio su queste cose che tutto il mio Blog, il nostro Blog, si basa. Allora cerchiamo insieme di farci un’idea, basata sui fatti, relativamente all’ultimo “scoop” che regna su tutte le testate di settore, dal momento che già 4 utenti mi hanno chiesto espressamente di parlarne e ritengo che a questo punto sia doveroso chiarire un po’ di cose e perché no, il mio punto di vista.

Mi sto’ riferendo a Gianduia, il framework che Apple ha presentato alla WOWODC (World of WebObjects Developer Conference) lo scorso anno e che ora è ritornato agli albori della cronaca dal momento che AppleInsider ha previsto la sua distribuzione definitiva alla WWDC che si terrà il prossimo giugno.

Ora come ora questa notizia, successivamente al recente amplificarsi dei contrasti tra Apple ed Adobe in merito l’uso del plugin Flash, acquisisce un nuovo significato dal momento che Gianduia è, per certi versi, una “alternativa a Flash”. E così ecco che la storia improvvisamente diventa che Apple ha deciso di abbandonare Flash per promuovere Gianduia.

Allora è bene chiarire in primo luogo che Apple non può abbandonare Flash dal momento che non l’ha mai adottato. Tutto il portale Apple ad esempio, usa solo JavaScript ed HTML5. Anche dove vedete effetti grafici dinamici, questi non sono mai realizzati con Flash. Perfino l’intero sito di MobileMe, dove vi sono applicazioni che appaiono quasi con quelle dekstop, non usa Flash ma il framework SproutCore: ancora una volta Javascript. La posizione di Apple è stata sempre chiara da questo punto di vista e lo è stata ancora di più quando ha presentato nel 2007 il primo iPhone senza plugin Flash.

Le motivazioni di questa scelta sono state più volte espresse direttamente da Jobs. Possono essere convincenti o meno a livello personale per ogni singolo utente, ma fatto sta che Apple ha preso questa decisione molto tempo fa e non ha mai cambiato direzione. Ed essendo per mia natura un “garantista” non vedo dove sia il problema dal momento che l’utente conserva la possibilità di decretare il successo o l’insuccesso di Apple, semplicemente adottando il suo diritto di scegliere, comprando ed usando dispositivi di altre marche.

La storia comunque ha sempre un filo logico e non è possibile leggerla in modo casuale. Per capirla bisogna necessariamente seguire la reale linea temporale. Perciò abbiamo un’azienda in quel di Cupertino che non vuole usare plugin per la navigazione internet, ritenendoli pesanti, insicuri e, soprattutto, inutili. La stessa azienda produce uno smartphone e non fa altro che perseguire questa sua “idea” proponendo una navigazione “senza plugin”. Nel frattempo continua invece ad usare altre tecnologie proprie del web 2.0, come Javascript ed HTML5. E molti altri nel tempo seguiranno il suo esempio. Poi produce anche un tablet e, ancora una volta, segue i propri principi escludendo plugin (vedi flash). Nel frattempo progetta un framework clientside in Javascript, che fornisce soluzioni tecniche per migliorare ancora di più l’esperienza d’uso nelle web-application. Ancora una volta senza plugin.

In tutto questo non bisogna poi dimenticare la recente svolta in cui Apple ha deciso di “bandire” le app per iPhone/iPad realizzate con strumenti di terze parti. Cosa che causerà probabilmente una indagine dell’anti-trust (ancora non avviata, ma solo vociferata). Anche qui io resto piuttosto dubbioso. Io non voglio giustificare Apple, ma non capisco dove sia il problema. Ma come dicevo sono piuttosto garantista e anche nel caso contro Microsoft (pur non avendo nessuna simpatia per lei) mi sono sempre chiesto se fosse giusto punire un’azienda perché capace di diventare assoluta leader in un settore. Tuttavia per Microsoft il problema è un’altro, ovvero che se tu compri un PC, ha già Windows preinstallato, mandando al macero l’autonomia personale. E da qui tutta una serie di diritti in un certo senso elusi dal momento che c’è già chi sceglie per te. Però se io produco Hardware e Software e vendo i miei prodotti, avrò il diritto di decidere cosa essi contengono? Il diritto del cliente rimane sempre, ed è quello di poter optare per una delle tantissime alternative in commercio.

In definitiva: ma di cosa stiamo parlando?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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