Il leone non è ancora uscito dalla gabbia, che già ci si odono grida terrorizzate e ci si appresta ad un fuggi fuggi generale. Vorrei con voi provare a far due chiacchiere in merito il futuro di OS X, evitando di cadere in tecnicismi o in etichettature semplicistiche, al solo fine di porsi alla giusta distanza e valutare alcune cose con maggiore freddezza. Io conservo una visione piuttosto disillusa rispetto la tecnologia, la quale mi meraviglia giorno per giorno spostando più in là la barriera dei nostri limiti, ma al tempo stesso me li ricorda, in quanto legati alla nostra stessa natura.

Se conserviamo la capacità di decidere, non dovremmo temere le scelte altrui
Essere (o anche solo sentirsi) parte integrante di qualcosa, rischia di farci diventare parzialmente vittime di emozioni-irrazionali. Personalmente non mi considero un Fan Apple. Lo so che vi sembrerà strano detto da uno che compra quasi tutto quello che ha una mela morsa sul fronte (o retro, fa poca differenza) e che tiene un blog come SaggiaMente, ma in verità è proprio così. Anche lavorando nella grafica inizialmente scelsi Windows perché mi ero sempre trovato bene. E ho avuto comunque anche soddisfazioni, divertendomi tra l’altro ad assemblare computer per me e gli amici. Dopo aver visto le versioni Me e Vista ho valutato che Microsoft puntava in un direzione che non mi piaceva, per cui ho fatto i bagagli e sono passato dall’altra parte. Questo solo per dirvi che parto dalla convinzione che se ciò che vedrò non mi piacerà, non avrò problemi ad andare altrove ancora una volta. Certo nel caso di Apple mi dispiacerebbe di più, non lo nego, ma semplicemente perché ad oggi qui trovo tutto quello che mi serve e con modalità tutto sommato accettabili. Lo so che non sto dicendo nulla di trascendentale e molti di voi la pensano come me immagino, ma ritengo importante questa premessa per sedare eventuali emozioni di tradimento, che alcuni evidenziano quando l’azienda a cui si sentono vicini fa cose che non approvano.

In più non si può non ricordare che ciò che si è visto ieri è semplicemente una preview di qualche funzione estetico-operativa del nuovo Lion. Ma cosa sappiamo veramente di lui?

  • è il Re della giungla
  • sarà presentato ufficialmente alla prossima WWDC (almeno è presumibile questo)
  • arriverà sui nostri Mac non prima della prossima estate

Relativamente alle nuove soluzioni della UI (e tralasciando volutamente in questa sede il Mac App Store), io credo che un po’ tutti stiano totalmente sbagliando il metro di giudizio. Sono troppe le cose che vorrei dire in merito a questo ma cercherò di essere il più stringato possibile, col rischio anche di dare per scontati alcuni passaggi. Ma tenete sempre a mente che abbiamo visto giusto un paio di funzioni su Snow Leopard, dietro le quinte qualcosa si muove…

Inutile ostacolare il cambio di passo
Quando una tecnologia c’è e funziona, pensare a qualcosa di diverso è sempre difficile. Continuo sempre a ricordare ai più che non è passato poi così tanto tempo da quando il computer mostrava solo un brutto prompt su un monitor a fosfori verdi; ma quando ci si è avvicinati al cambio generazione delle GUI + Mouse, non sapete che strenua resistenza è stata fatta dagli “operatori informatici” del periodo. Nessuno a quel tempo avrebbe scommesso molto che di lì a qualche hanno le interfacce grafiche sarebbero diventate la prassi e che si sarebbero così evolute da rendere possibili tante altre cose prima inimmaginabili. Certo ancora oggi i server si usano da shell, così come noi stessi ci ricorriamo per alcune funzionalità più tecniche, ma immaginate per un solo istante il vostro Mac se avesse lo schermo monocromatico ed un minaccioso prompt in attesa di comandi. Per cui il primo punto è quello di abbandonare l’ascia di guerra e di non presentarsi necessariamente ostili al cambiamento, anche se questo per il momento ci appare “limitante” (come lo erano inizialmente le GUI) state certi che se riceverà i giusti “favori” avrà il modo ed il tempo di evolversi. E se non lo dovesse fare, ci rivarremo della nostra facoltà di scegliere.

L’avanzamento dell’AppleTouch
Il concetto di Touch è “vecchio come il cucco”. Toccare è la cosa più naturale per noi essere umani, che sostanzialmente ci distinguiamo dagli animali proprio per la mano e la possibilità di fare che ne deriva. Qui non si tratta di inventare niente, ma semplicemente di ridurre il divario uomo-macchina eliminando ulteriori mezzi interposti. A Cupertino stanno sicuramente cavalcando l’onda di questo fenomeno AppleTouch, che io definisco come l’uso consapevole di una tecnologia preesistente. Si può dire tutto su Jobs e compari, ma non che usino tecnologie senza consapevolezza. Anzi il design/ergonomia tipico di Apple si basa proprio sul giusto mix tra hardware e software con il fine ultimo dell’usabilità (ok, forse anche dell’estetica). Voglio dire che se anni prima dell’iPhone avevo uno smartphone touch (come è vero), di certo non aveva il “senso” di quello che gli si è attribuito poi con iOS. Ma se a Cupertino credono nell’uso di questo umano senso per il controllo del computer del futuro, la loro predisposizione a produrre usabilità e non funzioni, li ha portati ad attendere in disparte mentre gli altri produttori sfornano esperimenti fallimentari di computer touchscreen. Apple si è trovata (neanche poi tanto casualmente) con una interfaccia “al tocco” veramente funzionale in iOS, ma molto riduttiva rispetto alla complessità del “vecchio” paradigma di scrivania e finestre. Me li immagino a pensare un modo per far quadrare le due cose e presentare un vero Mac, con funzionalità da computer ed il touch di un gadget come l’iPad. Ora diciamocelo pure, per noi computer significa mouse e tastiera. Non riusciamo a concepirlo differentemente perché ogni eventuale incarnazione differente è sempre stata infine inutile. Prima di poter sostituire veramente la tastiera di tempo ne dovrà trascorrere ancora molto, più o meno finché non potremo veramente parlare al computer come faremmo con un nostro amico. Ed anche in quel caso non è detto che la tastiera smetterà di esistere. Ma se le interfacce sono ben studiate come quella di iPhoto ’11 in Full Screen (che vedete sotto) è chiaro come si possa riuscire ad avere un computer ugualmente usabile sia con i metodi di puntamento tradizionali, che con le dita.

iPhoto '11

Perciò è questa la strada che secondo me è stata intrapresa da Cupertino per il futuro. E quando pensate a Launchpad ed alle vostre applicazioni in griglia e cartelle sulla scrivania, non dovete pensare “ma a che diavolo serve”, semplicemente perché acquista significato per lo più pensando proprio ad una modalità touch.

La sorpresa dell’estate 2011
È per questo che penso che Lion porterà con sè anche una importante novità nell’estate dell’anno prossimo. Se le premesse sono queste, ritengo assolutamente percorribile la strada di un ipotetico Mac Touch, controllabile come al solito con mouse e tastiera, ma usabile anche con le dita per le attività ludico creative. Ovviamente si dovrà risolvere anche il problema dell’inclinazione/ergonomia, ma voi davvero pensate che sia un problema irrisolvibile? Allora tutti quelli che usano le Wacom Cintiq o le casse touch screen?

In chiusura vi dirò che personalmente, oggi, apprezzo Apple ancora una volta. Lo so: è facilissimo criticarla su moltissimi aspetti e sono io il primo a farlo (vedere avversione personale “forse” immotivata per il Mac App Store), però devo ammettere che solo questa azienda mi infonde curiosità ed un senso di predisposizione alla meraviglia. Per cui me ne sto’ qui, in attesa. Da una parte c’è chi mi propone soluzioni sicuramente pratiche e razionali, dall’altro chi mi invoglia a sperimentare, a mettermi in gioco ed ipotizzare nuovi modi per fare anche ciò che penso di fare già bene ora. Non so voi, ma a me piace affrontare il futuro con questo spirito e con la certezza che il domani potrebbe essere diverso dall’oggi e che ciò non voglia dire necessariamente perdere qualcosa, ma anzi guadagnarla.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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