Come sapete nel recente rilascio della nuova suite iLife ’11 abbiamo dovuto constatare la mancanza di aggiornamento per iWeb ed iDVD. Per il secondo in verità si è trattata di una morte annunciata, era da tempo che i vari rumor indicavano un futuro non proprio roseo per l’applicazione di authoring DVD “casalinga” made in Apple.

Leggere nella mente di Jobs&Co non è affatto cosa semplice. Tuttavia almeno per iDVD la scelta di non aggiornare si inserisce nella scia delle affermazioni del CEO di Cupertino secondo cui il futuro del video è il web. I recenti aggiornamenti di iMovie ’11 (dettagli) con l’esportazione in FullHD 1080p ed il supporto a nuovi servizi di condivisione online dei video (tra cui vimeo) confermano questo indirizzo. Così come l’apparente noncuranza del BluRay-Disc. Ognuna di queste scelte è opinabile, soprattutto per via della qualità del video dopo la compressione per il web e ancora di più per noi che in Italia ci scontriamo con una Banda Larga, che dopotutto non è poi così “Larga”.

In Apple sono così e lo sappiamo. L’ottimizzazione delle risorse umane ed economiche (che in certo senso coincidono) è parte integrante della politica di tutte le aziende, ma a Cupertino ne fanno proprio un principio inderogabile. Se un progetto non si inserisce in una “visione” o non promette introiti viene presto accantonato. Molte aziende dell’IT continuano invece a sparare nel mucchio, a destra e a manca, senza un progetto unitario. Mi riferisco sia ai produttori di hardware, che cavalcano qualsiasi possibile innovazione anche senza un’idea compiuta (vedi i vari desktop touchscreen con interfacce non-sense e scarsamente ergonomici), ma anche nell’ambito software dove la stessa Microsoft investe bilioni di dollari in progetti che spesso finiscono in fumo. Una prima analisi sull’argomento l’ho fatta tempo addietro nell’articolo “Quanto è realmente innovativa Apple?“.

Ritornando ad iWeb: perché non è stato aggiornato? Personalmente l’ho sempre trovata un’applicazione poco utile, ma per molti invece ha rappresentato un modo “semplice” (anche se è forse il meno intuitivo del pacchetto iLife) per pubblicare un proprio sito web fatto in casa senza scrivere neanche una riga di HTML. Tuttavia con l’attuale rifioritura dei Blog e il proliferare di strumenti come WordPress, Blogger, Joomla e tanti altri, l’applicazione aveva perso ancora di più la sua importanza. Nell’epoca social del web che stiamo vivendo, avrebbe a mio giudizio molto più senso un prodotto come Microsoft Livewriter il quale permette di aggiornare in modo semplice un sito web o un blog creato in pochi clic con alcuni dei servizi precedentemente citati.

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Insomma così com’è, iWeb potrebbe essere stato valuta un prodotto su cui non investire per il futuro. E sappiamo quanto Apple sia votata ad abbandonare ciò che “non funziona” per abbracciare nuove soluzioni. Ricordo sempre sul fronte hardware l’abbandono apparentemente prematuro delle varie porte COM, LPT, PS/2, in favore dell’unico ed universale USB, poi verificatasi premonitrice. Oppure l’adozione del CD in luogo del vecchio FloppyDisk. Tutte scelte che Apple ha seguito pedissequamente ed accollandosi non poche critiche prima che il resto del mondo si accorgesse della loro validità e le seguisse a ruota.

È dunque finita la storia di iWeb? Qualcuno ipotizza per la verità che con il rilascio del Mac App Store il concetto stesso di “suite” possa andare a finire totalmente nel dimenticatoio. Basti vedere che anche iWork sarà smembrato e venduto separatamente. Per cui iWeb potrebbe non essere ancora spacciato. Magari il prezzo ridotto (49€) dell’attuale iLife ’11 nasce proprio dall’aggiornamento parziale del pacchetto e in futuro potrebbe apparire un nuovo iWeb, magari con l’auspicata vocazione social, ed in vendita separatamente.

Eppure non riesco proprio ad immaginare come un nome ed un concetto così forte come quelli legati alla iLife possano con il tempo dissolversi.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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