Come si fa: scegliere il migliore SSD per il proprio Mac

Qualche minuto fa ho postato un breve articolo per informarvi del nuovo ribasso di prezzo dell’ottimo SSD OCZ Vertex 2 120GB (recensione) su Amazon.it (link al prodotto) e sono arrivate subito una serie di domande interessanti. Ho pensato dunque di creare un “breviario” con informazioni e consigli utili per aiutarvi a prendere la vostra decisione.

Serve un SSD?
Ok, questa domanda la potevo anche evitare. Se siete qui sapete già di cosa parliamo ed avrete visto le numerose recensioni apparse sul blog. Dopo aver provato il primo disco allo stato solido ho subito iniziato a promuoverne l’adozione al punto da arrivare ad avere uno slogan personale +SSD -GHz. Non esiste nessun altro upgrade che vi fornirà la stessa percepibile sensazione di miglioramento della velocità operativa. Guardate i risultati che ho ottenuto nei miei personali test con Xbench (solo i primi due sono HDD):

xbench confronto

Come è fatto un SSD?
In molti altri articoli ci siamo soffermati ad analizzare questa tecnologia basata su memorie NAND, per cui sarò molto breve. La maggior parte dei dischi di classe mainstream (tutti quelli provati su SaggiaMente vi appartengono) utilizzano le “economiche” MLC, le quali permettono di memorizzare più informazioni (bit) in un’unica cella di memoria. Sappiate però che esistono anche le SLC (che in verità sono state le prime) che sono potenzialmente più longeve e veloci dal momento che memorizzano 1 solo bit per cella, risultato anche più dispendiose. Queste sono presenti nei dischi di classe “enterpise”, come nella serie EX di OCZ. Gli SSD cono più simili alle memorie RAM che agli hard disk tradizionali e come queste hanno incredibili velocità di lettura/scrittura, nessuna parte meccanica in movimento, silenziosità, minor consumo energetico.

Quale formato di SSD scegliere?
Partiamo da un’assunto di base: i dischi allo stato solido non hanno la forma che immaginate. La scocca che li contiene, e che apparentemente sembra molto simile a quella degli HDD, mantiene i tradizionali standard di formato 1,8″, 2,5″ e 3,5″ solo per semplificarne l’installazione e mantenere la compatibilità con i computer. Di norma i 3,5″ si usano nei desktop, i 2,5″ nei notebook e quelli da 1,8″ negli ultra-portatili come la vecchia serie di MacBook Air. Nell’ultimo modello 11″ e 13″ del 2010, Apple ha invece deciso di utilizzarlo “nudo” risparmiando molto spazio:ssd-macbook-air.11

Attualmente quelli da 1,8″ non sono più utilizzati in nessun Mac, mentre quelli da 3,5″ rimangono validi quasi esclusivamente per il Mac Pro. La tendenza attuale è invece quella di scegliere comunque i 2,5″ da utilizzare poi con opportuni adattatori (come il multi-mount). Questi sono più versatili in quanto si possono usare anche sui portatili mantenendo identiche prestazioni e funzionalità (mentre negli HDD quelli da 3,5″ sono di norma più performanti e capienti a parità di costo).

IDE/ATA, SATAI, SATAII o SATA3?
A seconda del modello di Mac in vostro possesso dovrete scegliere l’SSD più adatto. L’informazione è visibile già in System Profiler, ma se non sapete dove cercare potreste far prima con MacTracker. Scaricatelo ed aprite con un doppio clic la scheda tecnica del vostro computer. Nel pannello Expansion/Ports leggete cosa appare in corrispondenza di “Hard Drive Bus”:

sata

Se vi trovate indicato (come in figura) 3.0 Gbps avete la SATAII, un valore di 1.5 Gbps indica invece SATAI. Allo stato attuale nessun Mac, neanche il Pro, ha la SATA3 (di fabbrica) ma gli SSD con questo standard arriveranno presto sul mercato. OCZ ha presentato il Vertex 3 al CES 2011 che raggiunge velocità incredibili grazie al controller SandForce SF-2xxx ed al bus a 6.0 Gbps del SATA3. Considerate che i connettori sono però identici e i modelli retrocompatibili. Per cui potete potenzialmente installare un disco SATA3 su un computer con SATAI o II senza problemi, seppur perdendo gran parte della sua velocità.

Gli SSD con standard IDE/ATA sono in verità una conquista recente e mirano a fornire parte della loro velocità anche nei computer più vecchi, come i PowerMac G4:

Conviene installare un SSD SATA2 su un Mac con SATAI?
Sicuramente la ridotta banda passante da 1.5Gbps non vi permetterà di sfruttare tutta la potenza di un SSD SATA2 capace di transfer rate medi di 285MB/s. Tuttavia il bus SATAI ha un limite teorico di circa 180MB/s, per cui pur sfruttando solo 2/3 della reale capacità vi darà comunque prestazioni di gran lunga superiori a quelle di un HDD tradizionale, anche se a 7200rpm. Inoltre fatto l’acquisto potrete portarlo con voi in un eventuale nuovo computer.

Gli SSD si abbasseranno di prezzo?
Che la tecnologia avanzi e le vecchie soluzioni si riducano di prezzo è cosa nota. Tuttavia negli SSD il mercato sta dimostrando un comportamento diverso. Per farvi un esempio l’Intel X-25M G2 che ho provato il 19 Maggio 2010, oggi è venduto ancora allo stesso prezzo dopo quasi un anno. Con tutto che sfrutta un controller sostanzialmente vecchiotto (e non particolarmente adatto ai Mac). Le lievi fluttuazioni sui costi che abbiamo notato sono essenzialmente dovute al cambio euro/dollaro, ma non vi aspettate che tra 2 o 4 mesi ciò che oggi costa 400€ costerà 300€. Guardando il mercato attuale pare che in 6 mesi ci siano cali di circa il 5%/10%. A meno di qualche improvviso e drastico calo dovuto a fattori esterni al momento solo ipotizzabili, a mio avviso comprare oggi o domani non cambia quasi nulla sul fronte economico. L’unica differenza è che tra qualche mese si inizieranno a trovare soluzioni SATA3, che si potranno sfruttare solo su Mac “del futuro” e potrebbero in effetti causare un lieve ritocco verso il basso nei prezzi dei dischi SATA2. Personalmente non ci spero molto, secondo me saranno i nuovi dischi a posizionarsi più in alto come prezzo e le riduzioni sui SATA2 saranno impercettibili. Se fate un giro nei forum noterete che c’è gente che da 2 anni dice: “io li compro quando si abbasseranno i prezzi”. Quelle persone stanno ancora aspettando..

kingston

La longevità delle prestazioni degli SSD su Mac
Quando i dati vengono scritti sul disco vanno a riempire alcune celle di memoria o parte di esse. Queste hanno una dimensione standard e difficilmente un file ne userà una quantità esatta. Per cui dopo numerose scritture molte di queste celle saranno occupate solo parzialmente. Inoltre al momento della cancellazione i dati non vengono veramente eliminati, ma semplicemente identificati come spazio non protetto e quindi riutilizzabile (su questo principio si basano i software che recuperano i dati cancellati anche dal cestino). Quando l’SSD si troverà a scrivere in quegli spazi, dovrà però prima effettuarne la reale cancellazione. E questo intervento ovviamente rallenterà la scrittura. Per questo motivo più il disco è usato e saturo, più diventerà lento.

Il TRIM è una funzionalità introdotta proprio per arginare questa problematica. In sostanza non fa altro che agire in background ripulendo in modo effettivo le aree liberate dai file cancellati. In questo modo al momento della successiva scrittura non sarà necessaria nessuna operazione preliminare. Ovviamente quando pensate alla reale operatività di questo meccanismo, non dovete immaginare la sua applicazione solo ai file gestiti consapevolmente dall’utente, ma anche a tutti quei file creati, modificati e cancellati dal sistema durante la normale operatività. Bisogna anche considerare che teoricamente ciò contribuisce a ridurre la durata in vita del disco per le continue cancellazioni, eseguite anche quando non espressamente necessariamente.

Il TRIM deve essere supportato sia dal disco che dal sistema operativo e con Mac OS X fino a Snow Leopard non funziona. Un utente ha parlato con un operatore Apple il quale afferma “di aver sentito” che tale supporto potrebbe arrivare con Lion, ma personalmente non ci credo e, soprattutto, non ci spero molto. In effetti questa tecnologia si è dimostrata scarsamente efficiente, meno degli SSD che usano controller con Garbage Collection. Con la GC il disco fa molto più che cancellare a priori tutto lo spazio liberato, perché tiene traccia dello stato di occupazione delle singole celle e secondo un algoritmo interno cerca di indirizzare e pianificare le scritture al fine di evitare il più possibile operazioni inutili. A seconda di come questo algoritmo è “tarato” si può favorire maggiormente la velocità o la durata del disco. Inoltre questa tecnologia è interamente nell’SSD, per cui l’OS non deve fare nulla, riducendo il suo carico di lavoro. Apple non ha inserito il TRIM fino ad oggi e con il MacBook Air 2010 ha optato per SSD con controller Toshiba T6UG1XBG (lo stesso del Kingston V+ 100). Questo controller ha una GC piuttosto evoluta e, come i SandForce SF-1200 e superiori, non ha bisogno di TRIM. Facendo 2+2 io credo che l’azienda di Cupertino non abbia più motivo di supportare questa tecnologia che appare ormai superata.

Quale SSD scegliere?
Secondo me al momento la scelta più logica per Mac è quella di optare per soluzioni con Toshiba T6UG1XBG. Dal momento che questo controller è presente nei recenti MacBook Air 2010, siamo sicuri che Apple ne verificherà con molta attenzione la compatibilità con l’attuale e tutti tutti i futuri Mac OS. Insomma il Kingston V+ 100 è una scelta sicuramente corretta per assicurarsi un disco che non crei problemi con il nostro Mac. A livello di prestazioni e di longevità tutti gli SSD con SandForce SF-1200+ garantiscono comunque buona longevità vista la presenza di GC e tra questi il Vertex 2 offre il miglior rapporto qualità/prezzo. Il lato negativo rispetto al Kingston V+ è che bisogna stare più attenti agli aggiornamenti del firmware e che può capitare qualche piccola incompatibilità.

Quanti GB ci servono?
Difficile dare una risposta secca. Personalmente riesco a tenere tutti i dati utente di base ed OS X in circa 40GB. Ma solo una delle mie librerie di iPhoto pesa 44GB, per non parlare della musica e dei progetti video. Per cui anche 240GB possono risultare veramente pochi a seconda del tipo di file che memorizzate. Provate ad usare WhatSize per scoprire quanti GB vi servono, ma preparatevi ad utilizzare dischi esterni per liberare periodicamente spazio dal vostro disco se utilizzerete solo un SSD.

La mia scelta personale
Giusto per informazione vi dico che sul portatile io ho scelto un OWC Mercury Extreme Pro da 240GB e sul Mac Pro ho installato un OCZ Vertex 2 da 60GB (sotto il SuperDrive) nel quale ho messo solo il sistema operativo, le applicazioni ed i dati utente principali. Tutti i lavori ed i siti li tengo invece in dischi tradizionali configurati in RAID. Anche così il computer è molto più reattivo in ogni operazione ed è una soluzione che consiglio vivamente. Come vedete io ho optato per il risparmio scegliendo soluzioni con SandForce e non il Kingston V+ sopra indicato.

Il doppio disco
Esistono soluzioni come l’optibay o il data doubler di OWC per mettere un secondo disco al posto del SuperDrive in ogni Mac. Sia per soluzioni desktop che per i notebook. Se il lettore ottico per voi non è una necessità, con la soluzione del secondo disco per i dati otterrete grande velocità ed ottima capienza, potendo risparmiare sull’SSD scegliendo modelli di piccolo taglio.

Spero che la panoramica sia sufficientemente esaustiva e che non mi facciate domande del tipo “il mio macbook del xxxx supporta SSD?” dal momento che ora avete gli strumenti per rispondervi da soli. Ma per qualsiasi altro dubbio non risposto, fatevi avanti nei commenti.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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