Google+: i social network ripensati dal colosso di Mountain View

Vogliamo portare nel software le sfumature e la ricchezza delle interazioni che sono proprie della vita reale. Vogliamo fare di Google un posto migliore includendo voi, le vostre relazioni e i vostri interessi. È da questa necessità che nasce il progetto Google+ (qui le pagine inerenti al progetto tradotte in italiano).

È iniziata da ieri una beta super-privata di Google+, il nuovo esperimento nel campo dei social network del colosso di Mountain View. Il progetto si compone di varie parti, tra cui la più importanti: Cerchie e Spunti.

Schermata 2011 06 29 a 17 20 20

Cerchie permette di suddividere i contatti/amici in aree: amici veri di qua, colleghi di là, gente del nuoto da un’altra parte. È una funzionalità che ho desiderato da tanto su Facebook: certe volte scrivo determinati stati o posto link che non voglio condividere con tutti, ma sono invece adatti solo ad un gruppo ristretto di persone. Una cerchia, appunto.

Spunti invece è una sorta di pastone tra la condivisione di link (in stile Twitter e Facebook) e i quasi dimenticati Google Alert, va a creare un flusso di notizie, idee e spunti inerenti ad un certo argomento che parte (o tutti) dei contatti andrà a leggere. Non è però uno strumento approssimativo come succede nel caso degli altri due social network, è più un “voglio far sapere ai miei amici che fanno skate che hanno inventato una nuova tavola che fa salti grandiosi”.

Spiegoni a parte, che ormai potete trovare su praticamente tutti i blog italiani di tecnologia, viene da chiedersi: a cosa mira realmente Google+? E perché è stato ideato?

Come ormai è palese agli occhi di tutti gli utilizzatori di internet, la rete è divisa in due macro-aree che, nonostante gli anni, continuano a non volersi parlare: i motori di ricerca (con annessi blog e pagine più o meno statiche) e i social network. I primi nascono come utilità, adempiono alla funzione di organizzare e facilitare la ricerca delle informazioni di cui abbiamo bisogno. I secondi, invece, sono più un luogo di ritrovo.

Entrambi, però, hanno bisogno l’uno dell’altro per esprimere al meglio le proprie potenzialità. Quando abbiamo bisogno di comprare una nuova lavatrice vogliamo sì poter leggere informazioni super-partes e oggettive, ma, spesso, vogliamo anche un consiglio di un amico che vi ha già avuto esperienza. Google permette il primo tipo di ricerca, Twitter e Facebook il secondo; ma possibile che non esista un modo di combinarli?

Come ben sanno gli olistici in un buon numero di casi le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue parti prese indipendentemente. Per riallacciarmi all’esempio precedente, due ricerche distinte riguardo l’acquisto della lavatrice sono utili, ma lo è ancora di più compierle con un’unico strumento che le integra.

È a questo fine che mira Google+ (e lo farà sempre più in futuro). Un obiettivo ragguardevole e molto difficile da raggiungere — se non impossibile. Obiettivo che però, nel caso venisse raggiunto, potrebbe finalmente unificare la nostra esperienza della rete facendole compiere quel salto di qualità che da tanti anni chiamiamo a gran voce.

Nota: nel caso siate interessati ulteriormente alle implicazioni di Google+, vi consiglio di leggere il mega-articolo pubblicato su Wired. È una lettura pesante, ma che mostra bene i meccanismi alla base del progetto di Google.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.