Sono rientrato per un paio di giorni a Catanzaro prima di partire per il viaggio di nozze. Oggi ne ho approfittato tra un preparativo e l’altro per terminare una recensione che avevo in sospeso da qualche tempo.

Panasonic G2

Abbiamo già avuto modo di evidenziare in più di un’ccasione la continua crescita del mercato delle fotocamere mirrorless. In questa, che originariamente poteva considerarsi nicchia, ormai nascono e si evolvono numerose soluzioni. Alcuni produttori hanno puntato su sensori APS-C standard con moltiplicatore 1,5x (Samsung e Sony tra i più importanti) mentre la cordata Panasonic, Olympus, Leica porta avanti lo standard Micro Quattro Terzi con sensore leggermente più piccolo ed un moltiplicatore 2x. Soluzioni del genere offrono maggiore compattezza rispetto le classiche reflex con specchio a fronte della perdita del mirino ottico. Messi sul piatto della bilancia i pro e i contro, le mirrorless sono una proposta interessante che sta invogliando i fotografi occasionali “punta e scatta” a testare qualcosa di meglio rispetto le compatte. E sono sempre di più anche i fotografi esperti che in viaggio o nel quotidiano sostituiscono con una EVIL (Electronic Viewfinder Interchangeable Lens) la classica compatta prosumer (leggasi Canon serie G).

Consci che le lenti sono una delle componenti più importanti nell’equazione che genera una buona foto, non si può non considerare il ricco ecosistema Micro Quattro Terzi. Tutti gli obiettivi in questo standard sono intercambiabili senza problemi, per cui acquistando una Olympus, come la PEN, si potrà scegliere tra un vasto parco di ottiche che comprende anche quelle Panasonic/Leica.

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Ritornando al fattore dimensioni, le mirrorless sono sicuramente piccole rispetto alle reflex tradizionali ma difficilmente possono competere con una vera compatta. Tra le “quasi tascabili” c’è la recente Sony NEX C3 con l’obiettivo pancake da 28mm ma già con l’ottica zoom standard serve una borsa da trasporto. Ecco perché alcuni si chiedono quale sia il reale vantaggio di una dimensione “piccola” se non lo è a sufficienza da essere veramente tascabile. Tuttavia questa caratteristica diventa maggiormente importante con l’aumentare della propria dotazione di lenti. Nella foto che segue ho in una sola mano il corpo della Panasonic G2 con pancake 20mm f/1.7 montato, sulla sinistra un grandangolo Olympus M-ZUIKO 9-18mm e sulla destra l’ottica zoom standard Panasonic 14-42mm (ricordo che il moltiplicatore è 2x). Provate a fare lo stesso con un corredo equivalente di una reflex APS-C e noterete la differenza visto che inizia ad essere necessario uno zaino.

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Caratteristiche tecniche
Il sensore delle Micro Quattro Terzi ha, chiaramente, rapporto di forma 4:3. Con un crop verticale ci offre però la possibilità di scattare nel più classico 3:2 o anche in 16:9. I 12 milioni di pixel del Live MOS vengono processati dall’ottimo e veloce Venus Engine HD II producendo immagini di grande qualità. La registrazione del video è in AVCHD lite o MOV a 1280 x 720 con fps di 30, 50 o 60, mentre l’audio è in mono. Per ottenere FullHD e audio stereo bisogna passare al modello GH2 o alla recentissima G3. In tutti i casi la qualità delle riprese è di prim’ordine. La sensibilità ISO va da 100 a 6400 ISO.

Corpo ed ergonomia
La G2 è molto simile nell’aspetto alle bridge della casa, in particolare mi riferisco alla serie FZ:

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Appena impugnata si nota però un’incredibile differenza qualitativa: la G2 è così solida e ben assemblata che si stenta a credere sia interamente in plastica. Il corpo è di una compattezza e qualità nettamente superiori rispetto alle reflex di pari prezzo come la Nikon D3100 o la Canon 1100D: un vero piacere da usare. L’impugnatura è generosa e ben pronunciata anche se l’altezza ridotta comporta una presa più da compatta, con il mignolo esterno.

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Display e mirino
La Panasonic G2 è dotata di un display TFT da 3″ con 460.000 pixel e l’insolita funzione touchscreen. La risoluzione sembrava un punto debole ma devo dire che non ha fatto notare quasi mai dei limiti in riproduzione. Incernierato sulla sinistra, come nelle videocamere, lo schermo può essere aperto, rivolto verso il basso o l’alto o interamente ribaltato per autoriprendersi. Questa caratteristica evidenzia anche la spiccata propensione per la registrazione video dei recenti modelli Panasonic. Il touch ritorna utile principalmente per la selezione a schermo del punto di messa a fuoco: veloce e intuitivo. Non aspettatevi una risposta immediata del touch come sull’iPhone ma comunque si riesce ad usare senza fastidio. Il mirino, essendo elettronico, è un secondo display ma ha la correzione ottica delle diottrie (+/- 4). Come tale ci riproduce tutte le informazioni di scatto ed i menu, risultando decisamente più pratico di un mirino tradizionale dal punto di vista funzionale. È grande e luminoso con una risoluzione di ben 1.440.000 pixel. Non offre lo stesso piacere di una visione ottica ma ha anche alcuni aspetti positivi. Intanto per ottenere una dimensione simile si deve arrivare a spendere molto di più per una reflex di buon livello, inoltre attivando la messa a fuoco manuale l’immagine viene ingrandita per agevolarne la regolazione, cosa impossibile con le classiche reflex. Personalmente continuo a preferire la visione ottica ma è innegabile che questi EVF stiano migliorando sempre di più in qualità. Un aspetto fastidioso è che passando da un ambiente luminoso ad uno più buio capita che per qualche istante l’immagine subisca dei rallentamenti, difetto assente nel mirino della Sony A-55 (recensione). Un sensore di prossimità attiva automaticamente il mirino e disattiva il display appena ci si avvicina con l’occhio, riattivandolo quando ci si scosta. Il passaggio è fluido e risulta piuttosto efficiente, nei casi in cui la vicinanza di un oggetto o del corpo attivi il mirino senza che sia necessario il tasto LVF/LCD, sulla sinistra, ci permette di effettuare uno switch manuale.

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Impostazioni e controllo
Pur essendo piccola, la G2 vanta una grande quantità di controlli manuali. Il retro è molto simile a quello delle bridge come la FZ100 (recensione) ma in basso a destra si trova anche il tasto per l’anteprima della profondità di campo. I tasti direzionali intorno al menu permettono l’accesso rapido a ISO, bilanciamento del bianco, stile immagine ed un Fn personalizzabile, mentre attraverso il QuickMenu si accede a tutti i controlli estesi.

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In cima troneggia la ghiera dei modi, molto ricca, dove si trovano i classici PASM e poi modalità creativa, scene e modo personalizzato. Alla sua base due selettori, uno per accensione/spegnimento, l’altro per impostare il metodo di avanzamento, da singolo fotogramma fino ad autoscatto con timer. Il tasto rosso attiva la registrazione video in modo veloce da qualsiasi modalità e, più avanti, il pulsante di scatto a doppia corsa. Si nota anche un secondo pulsante rosso con la dicitura iA. Una volta premuto si illumina d’azzurro ad evidenziare l’attivazione della modalità intelligente. In tale posizione la macchina analizza le condizioni ambientali e seleziona in modo totalmente automatico i parametri di scatto.

Panasonic G2

Sulla sinistra, oltre al pulsante per sbloccare l’apertura del flash, si trova una ghiera per scegliere il punto di messa a fuoco ed un selettore alla base per impostare il metodo AF. Come si può notare i controlli sono tanti e i molteplici selettori permettono un controllo ed una verifica dei parametri diretti e semplici. La G2 risulta in effetti molto divertente da usare e fornisce accesso rapido a tutte le funzioni che si vorrebbe, risultando funzionale anche per l’amatore evoluto che è solito modificare spesso le varie impostazioni. Manca all’appello solo la compensazione d’esposizione che è accessibile tramite il QuickMenu e fornisce un’anteprima in tempo reale dei risultati.

Flash

Flash
L’illuminatore integrato è ben proporzionato con un numero guida di 11. L’apertura è fluida ed il funzionamento semplice, per la compensazione bisogna accedere alle funzioni estese tramite il tasto QuickMenu. La slitta superiore permette l’aggiunta di un flash esterno.

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AF / Metering / Drive
La messa a fuoco avviene per contrasto in quella che solitamente viene definita modalità passiva. Le reflex normalmente peccano in tal senso essendo nettamente migliori nel metodo diretto per rilevamento di fase. Per Panasonic la velocità e l’efficienza dell’autofocus è ormai un fiore all’occhiello da diverso tempo e la G2 non fa eccezione. Intanto si possono selezionare aree a piacimento tramite il touchscreen, ma la rapidità dell’AF è la cosa più interessante in una camera del genere. In effetti le Micro Quattro Terzi di Panasonic sono tra le migliori, se non “le” migliori, per chi desidera avere un corpo unico per foto e video. L’AF funziona in modo ottimale anche durante le riprese avvicinandosi di molto alla fluidità delle videocamere, sicuramente una spanna sopra alle reflex più blasonate. La velocità massima di scatto continuo è invece di circa 3fps, attestandosi nella media delle DSLR entry-level. L’esposizione si è rivelata sempre efficace grazie al sistema di rilevamento a 144 zone.

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Qualità d’immagine
Come per la dimensione del loro sensore, le Micro Quattro Terzi si posizionano a metà tra le compatte prosumer e le reflex. È innegabile però che si avvicinino più a queste seconde, offrendo una qualità d’immagine a basse sensibilità veramente ottima. Ad essere sinceri usandola con l’obiettivo in kit non mi aveva dato moltissime soddisfazioni, cosa valida solitamente anche per le DSLR, ma con il pancake 20mm f/1.7 mi si è aperto un altro mondo. Un po’ come il 35mm f/1.8 nel DX Nikon, questo 20mm è un must-have per chi entra nel mondo Micro Quattro Terzi. Ad alti ISO la ridotta dimensione del sensore inizia a sentirsi e la massima impostazione di 6400 è, secondo me, inutilizzabile. Ritengo che il limite da non valicare siano i 1600ISO che offrono una resa con pochissimo disturbo in JPG (sopprimendo però i dettagli) ed ancora accettabile in RAW. Appena rientrato dal viaggio di nozze vi proporrò un confronto ISO con la Olympus E-PL2, tenendo come riferimento la Nikon D7000 (recensione). La mia impressione è che entrambe le Micro Quattro Terzi perdano circa uno stop, uno stop e mezzo, rispetto quella che è ormai il riferimento del settore (insieme alla Pentax K5 che analizzeremo in luglio).

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Batteria / Memoria / Collegamenti
In basso si trova l’alloggiamento per SD / SDHC / SDXC in cui vi è anche il vano batteria. La durata è nella media e visto il largo uso di display si è rivelata più che accettabile superando i 350 scatti. Di lato l’uscita HDMI e quella per il collegamento al computer via USB, coperte da un unico sportellino in plastica. Più in alto l’ingresso audio da 2,5mm per microfono esterno.

collegamenti Panasonic G2

Video ed Extra
Come già anticipato, la Panasonic G2 si presta particolarmente bene alle riprese video. Tutte le mie recenti video recensioni sono state realizzate con questa camera ed i risultati sono veramente interessanti. In particolare si può asserire senza dubbio alcuno di essere di fronte alla migliore messa a fuoco per contrasto, ulteriormente perfezionata nel recente modello G3, non ancora commercializzato. Purtroppo in Motion JPG la durata massima dei video è di soli 8 minuti, mentre in AVCHD lite ci si ferma almeno a 30. Tra le caratteristiche extra segnalo la possibilità di acquistare un obiettivo 3d per catturare immagini e filmati da godere in tre dimensioni sugli schermi che ne sono dotati (io non ho potuto provarlo).

Panasonic DMC G2

Conclusioni

Voto 4/5Presa quasi per gioco, la Panasonic DMC G2 mi ha conquistato. Compatta ed incredibilmente solida è un piacere da usare grazie ad un’ampia gamma di pulsanti di accesso diretto alle funzioni più utili. Al mirino elettronico dopo un po’ si fa l’abitudine e può capitare di dimenticarsene quando le condizioni di luce sono sufficienti. Come già accennato precedentemente può capitare di avere qualche lieve scattosità nel passaggio repentino da aree luminose ad altre più buie. Non sostituisce per qualità un pentaprisma ma rispetto alcuni piccoli pentaspecchio (vedi D3100) arrivo a metterlo sullo stesso piano bilanciando pregi e difetti. Complessivamente è una macchina che non delude, specie se accoppiata al fantastico 20mm f/1.7 che ha una cromaticità ed una risoluzione stupefacente (infatti costa caro). Rispetto i modelli Olympus qui non abbiamo la stabilizzazione sul sensore per cui, in caso di necessità, converrà puntare su ottiche Panasonic con sistema Mega O.I.S. Ho usato con soddisfazione il grandangolo Olympus perché a quelle focali la stabilizzazione diventa secondaria ma con un tele il problema potrebbe presentarsi. La recente G3 aumenta la risoluzione, migliora l’autofocus e la resa ad alti ISO ma il corpo si riduce e perde parecchi controlli diretti. Da questo punto di vista continuo a preferire la struttura della G2 che spero verrà mantenuta almeno nella futura GH3, il cui annuncio potrebbe essere imminente (è stata infatti rinnovata anche la GF nella terza serie e rimane solo la GH ancorata alla seconda).

Costi
Il prezzo medio attuale è di 450€. Per chi intende sfruttare molto gli alti ISO ritengo che una reflex come la D3100 (recensione) possa essere più consigliabile. Tuttavia la trasportabilità, la qualità e la velocità dell’AF nella registrazione video, la comodità del display inclinabile e tante altre piccole accortezze, come un corpo veramente ben costruito, portano questa G2 in una condizione di grande appetibilità. Spesso chi proviene dal mondo delle compatte e cerca qualcosa di più si fa ingolosire dalle bridge ma un modello come questo è decisamente più interessante offrendo una qualità d’immagine, specie con le giuste ottiche, di tutt’altro livello.

PRO
Corpo compatto, robusto e ben assemblato con plastiche di qualità
Qualità d’immagine “da reflex” a bassi ISO
Vasta compatibilità di ottiche in continua crescita
Autofocus rapido ed efficace, anche durante le riprese
Mirino grande, fluido e con ottima risoluzione
Display snodabile comodo e pratico per la selezione dell’area AF con il touchscreen

CONTRO
Pro Qualche scatto nel display e nel mirino passando ad un ambiente più scuro
Pro Il mirino fuoriesce troppo dal corpo riducendo inutilmente la trasportabilità
Pro Resa ad alti ISO inferiore di almeno 1 stop rispetto le DSLR
Pro Durata del video di soli 8 minuti in Motion JPG

DA CONSIDERARE
Pro Con l’uscita del modello G3 si possono trovare buoni affari

IMMAGINI DI PROVA

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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