Apple e la celebrazione delle ritualità: la strategia della determinazione

Esiste, ormai da qualche tempo, una sorta di rassicurante prevedibilità nella marcia di Cupertino. Non mi spingerò fino a dire che si possa sapere in anticipo quando vi sarà un qualsiasi aggiornamento software o hardware, ma in numerose occasioni Apple ha dimostrato molta attenzione su alcuni “momenti rituali”. Su questo si basa anche la Mac Buyer’s Guide di MacRumors nella quale si possono verificare i cicli vitali dei prodotti e ipotizzare, di conseguenza, il momento più probabile per un aggiornamento. Si tratta di statistiche, ovviamente, e come tali vanno considerate, con tutti i limiti annessi e connessi. Ma se per alcuni prodotti si evidenzia una notevole variabilità dei rilasci, dovuta sia a motivazioni esterne (novità hardware) che interne (scelte commerciali), per altri le date sono rimaste incredibilmente costanti di anno in anno, quasi come la celebrazione di un evento. Il Mac mini, ad esempio, ha avuto un paio di edizioni molto più longeve della media e, per lui, non si può probabilmente parlare di cicli prevedibili:

macmini

Di contro iMac e MacBook Pro presentano delle tempistiche molto più costanti di rilascio in rilascio, al punto che gli utenti informati sono spesso in grado di prevedere la fine del ciclo ed evitare l’acquisto del nuovo in tali momenti. Ma c’è anche chi non ha mai “sgarrato” un colpo, come ad esempio l’iPod Nano:

ipod-nano

Come si vede dalla lista dei recenti rilasci, fin dalla prima presentazione del 2006 è stato sempre presentato un nuovo modello a settembre, concretizzando per tale prodotto un ciclo vitale di un anno esatto. Per essere più precisi tutti gli iPod sono da tempo interessati dall’evento musicale di settembre, che lo scorso anno si è tenuto il primo giorno del mese e con una diretta video che ha visto la presentazione di numerose novità, tra cui tutti i nuovi modelli di iPod.

Anche l’iPhone ha rispettato un piano di rilasci piuttosto preciso. Escludendo il primo modello le versioni 3G, 3GS e 4 sono arrivate sempre a cavallo tra luglio e agosto rispettivamente nel 2008, 2009 e 2010. Quest’anno qualcosa è cambiato ed è probabilmente anche a causa di questa dilatazione delle tempistiche che i rumor sull’aggiornamento del melafonino hanno superato ampiamente il limite di tolleranza di qualsiasi essere umano.

È evidente che la determinazione temporale dei rilasci è stata in grado di creare il giusto pathos negli utenti ma anche di ottimizzare le vendite, stabilizzare il proprio mercato, rassicurare gli investitori. Probabilmente per alcuni eventi si è trattata di pura e semplice coincidenza ma sono più propenso a credere che si stia seguendo un precisa strategia industriale e di marketing. Magari non proprio dichiarata come quella del Tick-Tock di Intel ma non per questo meno reale.

Oggi è il 4 settembre e ancora non si sa niente di un fantomatico Apple Music Event. Di norma a questo punto sono già arrivati gli inviti o comunque si hanno indiscrezioni sulla prenotazione di una sala “speciale” in una data “speciale” da parte di un’azienda “speciale”. Magari sarà proprio domani il giorno in cui si saprà qualcosa ma, per oggi, tutto tace. È ancora presto per trarre conclusioni dunque, ma in quest’ultimo anno si stanno susseguendo più volte eventi disattesi. Abbiamo citato l’iPhone, ad esempio, ma c’è anche il Mac Pro orfano di Sandy Bridge e Thunderbolt da diversi mesi.

Quel che volevo sottolineare con questa serie di considerazioni è che ritengo la precisa ritualità delle celebrazioni Apple uno dei fattori del suo successo. E credo che proprio la Apple di oggi, quella che ha di recente lasciato lo storico CEO per il nuovo, dovrebbe sforzarsi di mantenere il più possibile inalterata la cadenza degli aggiornamenti più noti. La predisposizione del mercato e dei propri affezionati utenti a farsi stupire è una delle migliori eredità di Jobs e non dovrà essere troppo disattesa. Si concentrino su questo piuttosto che nell’intentare causa a chiunque faccia un tablet rettangolare.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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