Avevo poco più di 10 anni quando mia madre, all’epoca responsabile regionale di una nota azienda, acquistò il suo primo cellulare TACS. Non riesco a risalire al modello esatto neanche aiutandomi con google ma era uno dei primi Motorola, negli anni a cavallo tra le fine degli ’80 e l’inizio dei ’90. Ricordo bene però com’era fatto, in tutto e per tutto simile ad una piccola valigetta, con tanto di manico. Oltre la metà del corpo era costituito dal pacco batterie e poi vi era una cornetta, separata, collegata con un cavo elicoidale, in tutto e per tutto simile a quello dei telefoni di casa. Entrando in macchina, poi, la base si collegava nel portabagagli e la cornetta si sganciava e fissava tra i due sedili. Roba d’altri tempi! Per non parlare del costo: se ben ricordo oltre 2 milioni di lire.

Non so se fu quest’episodio a segnarmi ma ben presto sviluppai una forte attrazione verso i cellulari, fortunatamente senza dimenticare interessi più naturali. Ma ovviamente ero solo un ragazzino squattrinato che non se ne faceva nulla di un cellulare e per giunta era praticamente impossibile mettere da parte i soldi necessari per poterlo acquistare. Nei periodi della scuola superiore lavoricchiavo casualmente come programmatore e grafico, per cui finalmente ebbi la possibilità di comprarne uno, se ben ricordo si trattava del Motorola 8700. Da lì in poi ho iniziato un rapido turnover, provando una grandissima quantità di cellulari. Ai tempi “innovare” in quel settore era quasi sempre sinonimo di miniaturizzazione, per questo ho adorato lo StarTAC.

motorola_startac

Il display era a LED. Nel senso che c’erano dei “pallini rossi” grandi come una noce di cocco che formavano due righe alfanumeriche. Per cui anche se il nome potrebbe suonare attuale, la tecnologia è quanto di più lontano possiate immaginare rispetto a quella dei moderni LCD retroilluminati a LED. Avete presente i pannelli autostradali? Qualcosa di simile…

Negli anni a seguire ricordo con grande piacere l’Ericsson T28s. Spettacolare: sottile, compatto, con la famosa antenna piatta in ceramica, materiale che doveva aiutare a schermare le pericolose “onde elettromagnetiche”. In verità all’epoca se ne sapeva ben poco a livello scientifico ed essendo prodotti recenti non si avevano evidenze statistiche sui potenziali effetti nocivi che potevano avere sulla salute. Anche oggi si dice tutto ed il contrario di tutto, comunque sia la prudenza non è mai troppa, specie quando si parla di salute, per cui era già iniziata la caccia alle streghe.

ericsson-t28s

Altra caratteristica del T28s era il flip attivo. Si apriva con il pulsante laterale che sganciava una molla per tendere lo sportellino ed al tempo stesso rispondeva alla chiamata. Il meccanismo era delicato e molti si rompevano — il mio no, fortunatamente — ma ero veramente soddisfatto di questo cellulare. La corsa alla miniaturizzazione proseguì, probabilmente uno dei più piccoli fu un Philips di cui sinceramente non ricordo il nome, ma si erano raggiunti ormai ottimi traguardi in quel senso, per cui l’evoluzione cambiò direzione.

Il primo cellulare che ho avuto e che ricondurrei a questo nuovo corso è sicuramente il Siemens SL45i. La stessa casa aveva lanciato un paio d’anni prima l’S10, il primo tentativo con display a colori. Pur essendo successivo, l’SL45i era monocromatico con una originale retroilluminazione arancione. In quei periodi Siemens innovava molto nel settore ed io ero uno dei pochissimi che la preferiva a Nokia. Trovavo i menu più intuitivi e c’erano molte più funzioni… se notate i tasti di lato erano destinati al controllo musicale perché questo fu il primo cellulare ad avere un completo lettore MP3 integrato. Nella pubblicità in TV si mostrava un ragazzo che ascoltava la musica con le cuffie e, arrivando una telefonata, l’SL45i abbassava il volume, metteva in pausa il brano e permetteva di rispondere. Pensate che questa che ora ci sembra una banalità, all’epoca era così rivoluzionaria da diventare il fulcro dello spot televisivo.

siemens-sl45i

Da lì in poi i cellulari iniziarono a richiamare sempre più attenzioni, diventando velocemente uno dei mercati di maggiore crescita in Italia. C’erano già esperimenti di PDA/Smartphone ma l’azienda che li rese più popolari è stata indubbiamente la finlandese Nokia. Era il 2003 quando fu presentato il modello che ebbe un grandissimo successo, con un pubblico di tutte le età. Si trattava del Nokia 6600 con sistema operativo Symbian, altrimenti noto come ovetto per la sua curiosa forma.

nokia_6600

In pochissimi anni si era consumata una incredibile evoluzione, ormai display fullcolor, fotocamere e funzioni multimediali erano lo standard. Si iniziava a parlare di “smartphone” e grazie a Symbian ed all’introduzione del GPS, questi piccoli terminali potevano diventare anche navigatori portatili. L’ovetto ebbe così tanto successo che Nokia produsse moltissimi altri cellulari che ne seguirono la scia: 3660, 6630, 6670, 6680, ecc… Lo smartphone era ormai uno status symbol e Nokia era l’azienda che più di tutti attirava. Anche io che non avevo particolare simpatia per il marchio, ebbi il 6600 prima ed il 6680 poi. In questo periodo il mercato iniziava ad essere drogato dai produttori di cellulari/smartphone. Veniva presentato un nuovo modello e quando, dopo alcuni mesi, entrava in commercio era stato già annunciato il successivo. Chi come me seguiva le evoluzioni molto da vicino aveva la costante sensazione di possedere un modello “superato” il giorno dopo l’acquisto.

Nokia produsse tanti best seller negli anni a venire, tra cui il fortunatissimo N80 con ottica Carl Zeiss per la fotocamera. Io però avevo già abbandonato gli smartphone ed iniziavo ad interessarmi ai PDA Phone. Ebbi in veloce sequenza il Qtek S100, l’S200 ed infine l’HTC Tytn.

htc

Anche i primi due erano prodotti da HTC ma inizialmente l’azienda non usciva sul mercato con il proprio nome e c’erano i vari Qtek ed i-Mate a distribuire. Vorrei evidenziare che l’iPhone non era ancora uscito però l’aspetto di alcuni di questi Pocket PC era già piuttosto simile. Apple ha sicuramente stravolto tutto a livello software ed ha migliorato l’estetica e l’usabilità, anche grazie all’unico tasto fisico, ma di cellulari tuttodisplay ne esistevano già e io stesso ne ho avuti. Altro cambiamento importante introdotto dall’azienda di Cupertino è stato sicuramente il touch capacitivo. Gli altri produttori usavano display resistivi con un feedback lento e con i quali si interagiva con il pennino, necessario anche per via della pessima GUI di Windows Mobile.

Quando uscii l’iPhone EDGE la scossa nel mercato dei cellulari fu devastante. Personalmente non lo acquistai perché ero ormai abituato da tempo ad avere l’UMTS e il salto indietro mi sembrò inaccettabile. Successivamente però acquistai il primo iPod touch per provare iPhone OS e ne rimasi entusiasta, come tutti d’altronde. A seguire presi l’HTC Touch Diamond, uno dei primi tentativi della concorrenza di innovare la GUI di Windows Mobile per contrastare l’iPhone. Ma la resa fu così deludente, avendo provato l’iPod touch, che lo vendetti entro il primo mese.

HTC_Diamond_P3700_New_In_Box_UNLOCKED_PDA

Finché non arrivò l’iPhone 3G usavo un piccolo Nokia E66 come cellulare tuttofare e l’iPod touch per il resto. Considerate che qui ho elencato alcuni punti di svolta degni nota ma tra un modello e l’altro ne ho avuti tanti altri. Nel periodo Siemens saranno stati almeno 8 prima di arrendermi all’evidenzia che il marchio non era più in grado di reggere il confronto con Nokia o Ericsson (che nel frattempo si era unita con Sony). Ed anche oggi che uso ed apprezzo l’iPhone, ho sempre voluto testare, almeno una volta all’anno, un prodotto della concorrenza.

A prescindere da tutte le motivazioni che posso avere per scegliere il cellulare di Cupertino, ritengo che Apple sia una delle poche, forse l’unica, ad avere indovinato la politica commerciale. Un solo modello di punta l’anno e ampio supporto software per i precedenti. Quando esce un nuovo iOS tutti i device che lo supportano possono scaricarlo ed aggiornarlo al day one. Inoltre non si sente parlare del “nuovo modello” fino a quando non viene presentato… a pochissimi giorni dalla distribuzione. Certo, ci sono i rumor, ma Apple non li asseconda o nega mai direttamente. Le altre aziende invece, continuano a far sentire l’odore del nuovo modello a pochi giorni dell’introduzione sul mercato del precedente. Producono troppe varianti e gli aggiornamenti software sono una caccia al tesoro. A volte li preannunciano e poi non li rilasciano, oppure ti costringono al fai-da-te.

Il 4 ottobre Apple ci parlerà di iPhone. Nelle pieghe del codice dell’ultima beta di iTunes 9to5mac ha trovato tracce di un iPhone 4S ma ancora oggi, 2 ottobre, nessuno può essere sicuro di cosa verrà presentato. Una cosa però è certa, qualsiasi sia il prodotto (o i prodotti) saranno disponibili all’acquisto entro meno di 1 mese. Questa politica si sta dimostrando vincente e mi meraviglio che gli altri non ne seguano l’esempio visto che per tantissime altre cose non si fanno scrupoli a prendere spunto da Apple.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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