Ivy Bridge inizia a svelarsi sempre più, rivelata la possibile lineup per i desktop

L’anno scorso, in questo periodo, ci furono molti miei articoli riguardo alle nuove piattaforme in arrivo per il 2011, sia lato CPU sia lato GPU. Questa volta, complice proprio un rilassamento del mercato che vede Ivy Bridge arrivare a cavallo tra il primo e il secondo trimestre del 2012, sto andando meno spedito, preferendo invece lasciar accumulare il più possibile le informazioni. L’affidabile (ma non infallibile, naturalmente) CPU-World ci porta oggi nuove e interessanti rivelazioni riguardo alla prossima architettura di processori Intel, completa anche della possibile lineup per il settore desktop.

Prima di andare ad analizzarla, è bene fare un breve excursus relativo a Ivy Bridge. Si segue il solito “Tick-Tock” di Intel, dove il Tick corrisponde a una evoluzione della precedente architettura con cambiamento del processo produttivo e il Tock invece porta a una piattaforma completamente nuova. Sandy Bridge è stato il Tock, ora arriva il Tick con Ivy Bridge. Questo ticchettio porta con sé il processo produttivo a 22 nanometri di tipo tri-gate, che porterà notevoli benefici nel rapporto prestazioni/consumi, in cui potranno essere aumentate le performance delle CPU senza inficiare troppo negativamente sull’impatto energetico, anzi, a parità di W con la precedente generazione si potranno ottenere miglioramenti. Tra le novità apportate da Ivy Bridge vi è anche una modalità Turbo ripensata, che agisce più dinamicamente a seconda dei contesti, abbassando anche la frequenza operativa della CPU qualora non vi siano le condizioni per mantenere quella standard prevista. Il resto dei rinnovamenti è sul fronte GPU e chipset: le prossime HD Graphics integreranno il supporto OpenGL 3.x, le DirectX 11 e soprattutto OpenCL, su cui Apple ha spinto molto sin da Snow Leopard. I chipset per Ivy Bridge porteranno finalmente il supporto nativo per l’USB 3.0, nota assenza di Sandy Bridge che ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. Anche Thunderbolt cesserà di avere un chip dedicato e sarà direttamente gestita dal chipset, ampliandone l’uso dai Mac a tutti gli altri PC. Per quanto riguarda la Thunderbolt, nulla è ancora certo: i report si alternano tra l’integrazione e il mantenimento della soluzione con chip separato, e probabilmente prevarrà tale opzione. Nulla impedirà, sui computer dove il processore è sostituibile, di installare i nuovi Ivy Bridge anche in presenza di chipset pensati per Sandy Bridge: la compatibilità è da ambo i lati, il nuovo può andare col vecchio e viceversa.

Veniamo ora all’argomento principale di questo articolo: la possibile lineup dei processori desktop di Ivy Bridge. Al momento, sono trapelate informazioni riguardo a Core i5 e i7: nulla per ciò che concerne gli i3. Anche sulle CPU mobile permane un po’ di mistero. Ecco, tramite la tabella stilata da CPU-World, quali sono i modelli che potrebbero attenderci:

Non si discosta molto da quella vista per Sandy Bridge: c’è una fortissima presenza di quad core. Contrariamente all’attuale piattaforma, però, si riducono ancor di più i dual core, i quali potrebbero avere un solo “portabandiera”. Ciò è segno di come Intel voglia puntare a far diventare i processori a 4 core il nuovo standard minimo, quantomeno sui desktop. Rimangono inalterate le differenze tra i5 e i7: più cache e Hyper Threading per i secondi, i quali mostrano al sistema 4 core fisici più 4 logici, con incremento di prestazioni rispetto agli i5 con soli core fisici nell’esecuzione contemporanea di più processi. Si possono vedere diverse nomenclature come T, S e K. La prima contraddistingue i processori a più basso consumo: 35 W per i dual core, 45 per i quad. Oltre al basso consumo, è possibile vedere anche come queste CPU viaggino a una frequenza minore delle altre. La serie S è una categoria intermedia da 65 W. Se si confronta con l’architettura uscente, si può vedere come effettivamente qui i vantaggi del tri-gate si facciano sentire: il Core i7-3770S, diretto successore del 2600S, ha guadagnato 300 MHz in più solo col cambio di processo produttivo. Lo stesso vale anche per gli altri S presenti tra i Core i5. L’ultima serie, la K, presenta invece gli stessi consumi di quelli standard, 77 W, ma hanno il bonus di avere il moltiplicatore sbloccato, per la gioia degli amanti dell’overclock. Il comparto grafico è rappresentato dalla HD Graphics 2500 e dalla 4000, le cui frequenze e differenze però rimangono. Considerato come la differenza principale tra la HD Graphics 2000 e la 3000 risiede nelle unità di esecuzione, 6 contro 12, e considerato anche come in Ivy Bridge questo numero sarà portato fino a 16, si può presumere che le HD Graphics 2500 avranno praticamente tali unità dimezzate a 8.

Quale Mac potrebbe ospitare questi prossimi processori? Non che ci siano molti candidati: l’iMac è l’unico in lizza, dato che il Mac mini monta CPU mobile e il Pro va invece sugli Xeon. Guardiamo agli attuali (se si va un po’ in confusione, purtroppo è inevitabile: io stesso all’inizio faccio fatica a inquadrare la situazione). Il 21,5″ presenta due CPU, entrambe quad-core: Core i5 2400S da 2,5 GHz e Core i5 2500S da 2,7. Opzionale per il modello di punta un i7 2600S da 2,8 GHz. Per il 27″, invece, ritroviamo l’i5 2500S appena accennato e un i5 2400 da 3,1 GHz, con un i7 2600 da 3,4 in opzione. Incrementare le frequenze? È possibile, vediamo perché. Un i5 equivalente da 2,5 GHz attualmente non c’è, il modello di partenza sembra essere il 3450S da 2,8 GHz. Partendo da quello come base, lo step successivo per non stravolgere troppo tutti gli equilibri sarebbe di mettere l’i5 3550S da 3 GHz, inserendo come opzione l’i7 3770S da 3,1. Considerando il 3550S come CPU anche del primo iMac da 27″, bisogna stabilire quale andrà nel top. Logica avrebbe voluto vedere un processore da 3,2 GHz, per rispettare l’incremento di 200 MHz visto sinora. Un modello del genere, però, non sembra essere previsto, dunque bisogna pensare a due possibili vie:

  • Core i5 3450 da 3,1 GHz: stessa frequenza del precedente, manterrebbe un buon gap con l’opzionale i7 3770 da 3,4 GHz ma rispetto all’altro iMac non godrebbe di grandi differenze prestazioni sul fronte CPU
  • Core i5 3550 da 3,3 GHz: incremento rispetto al predecessore, mantiene un buon gap con il modello da 3 GHz ma riduce le differenze con l’i7 opzionale

Tuttavia, tra le due, mi sentirei di appoggiare più la seconda possibilità. È pur vero che la differenza di frequenza scenderebbe da 300 a 100 MHz tra CPU standard e opzionale, ma non bisogna dimenticarsi che la prima è un i5 e la seconda è un i7, con l’aumento di cache e l’Hyper Threading come importanti caratteristiche aggiuntive. Inoltre, questa strategia si vede già oggi nei 21,5″, dunque sarebbe semplicemente una naturale espansione anche sugli iMac più grandi.

Per le “congetture” relative a RAM, hard disk e scheda grafica preferisco rimandare a un secondo momento, quando emergeranno maggiori dettagli relativi alle nuove lineup di AMD e nVidia. Il focus di oggi era specifico sui processori. Concludo scusandomi per la lunghezza e anche per la relativa confusione che potrebbe generare l’analisi, fatta così in modo un po’ ammassato: purtroppo è inevitabile, in queste situazioni, lo si è già visto l’anno scorso. Poiché a Ivy Bridge mancano ancora mesi, però, ci sarà sicuramente tempo per avere le idee più chiare e poter fare analisi di maggior precisione. Nel frattempo, godiamoci gli attuali iMac con Sandy Bridge, che rimangono ottime macchine da acquistare e usare. “Chi vuol esser lieto, sia: del doman non v’è certezza”.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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