L’Apple Store nella 5th Avenue come manifesto di idee

Tempo fa Apple ha coperto lo store nella famosa Fifth Avenue di New York per poter procedere con dei lavori di rinnovamento. Oggi è stato finalmente “scartato” per prepararsi alla prossima inaugurazione e la notizia ha fatto per la seconda volta il giro della rete. Andata e ritorno.

5th

La prima volta ero stato incuriosito dalla stravagante scelta di spendere ingenti capitali per ridurre il numero di lastre di vetro dalle facciate da 18 a 3 ma, in tutta sincerità, non è che mi importasse più di tanto. Dopo aver letto la recente biografia di Jobs ho messo tutti i tasselli al loro posto ed ho finalmente visto tutto nella giusta prospettiva. Non vi darò troppi dettagli perché non vorrei rompere le uova nel paniere a chi la sta ancora leggendo ma, a pensarci bene, le motivazioni sono piuttosto comprensibili per chi conosce un po’ la filosofia di questa azienda (o forse dovrei dire del suo storico CEO). C’è solo un brevissimo passaggio delle parole di Jobs che desidero prendere in prestito ed è quello in cui spiega che quando nel 2006 costruirono il famoso cubo di vetro nella 5th Avenue “lo stato dell’arte nella lavorazione del vetro era quello”. Vale a dire che ci si è spinti al limite delle possibilità tecniche del momento per poter ottenere lastre opportunamente resistenti e della maggior dimensione possibile, riuscendo così a coprire ogni facciata con soli 18 elementi.

Come un monumento, lo store della 5th Avenue ha attirato centinaia di migliaia di visitatori ed ha contribuito a consolidare l’immagine dell’azienda che lo ha costruito. La ricerca dell’essenziale traspare attraverso le pareti invisibili e la purezza della forma è un inno quasi spirituale. In quel progetto, in quell’idea, vi è racchiuso il massimo potenziale della tecnica della lavorazione del vetro ma viene espresso nel modo più semplice possibile: un cubo. Ma a differenza di un monumento che rimane statico nel tempo preservando la propria essenza, la ricerca della perfezione è in continua evoluzione come il settore tecnico/scientifico da cui dipende. Se dopo 5 anni lo stato dell’arte della lavorazione del vetro consente di fare una facciata con 3 lastre e non con 18, allora la struttura si deve adeguare per tener fede all’idea da cui è nata. Il ragionamento non fa una piega ma non tutti gli uomini ne coglierebbero il significato più profondo. E sarebbero ancora di meno quelli disposti ad investire tempo e risorse in un progetto simile che, almeno all’apparenza, è un costoso ed inutile spreco di denaro.

Ma non per Apple. Non per Jobs. L’utilizzo della migliore tecnologia per esprimere la purezza della semplicità è il marchio di fabbrica di quest’azienda che ha stregato il mondo. E lo store nella 5th Avenue ne è il manifesto.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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