L’auto salvataggio è una cosa veramente molto utile ed apprezzata, ma il metodo con il quale è stato implementato in Lion non è facilmente digeribile da chi ha già un concetto formato in merito il suo funzionamento. Quando usavo Corel Draw 2.0, un software molto promettente ma che si piantava ogni 2 per 3, agognavo ad un sistema simile; che arrivò, ma solo qualche anno più tardi. L’applicazione non è mai stata particolarmente solida neanche nelle versioni successive e l’autosave era molto utile perché creava dei file temporanei su cui scriveva le modifiche che venivano cancellati solo quando l’utente decideva di salvare volontariamente. È così sedimentato in me questo concetto, che difficilmente ho digerito l’autosava alla Apple, ovvero: salva tutto e sempre.
Va bene salvare continuamente delle versioni del file mentre lo si modifica, ma la sovrascrittura del precedente con il nuovo dovrebbe essere a discrezione dell’utente, al termine dell’intervento. E, in caso di blocco, all’avvio successivo si potrebbe richiedere il recupero dal backup. Questi preconcetti non mi hanno permesso di digerire l’auto salvataggio di buona lena, ma non dubito che su utilizzatori più freschi e meno “stagionati” di me, l’assimilazione di questo modus operandi potrebbe rivelarsi semplice e finanche piacevole. Dopotutto l’idea non è stata mutuata da grandi – ed utili – esempi del passato, ma piuttosto dall’approccio semplificato di iOS, dove apri un contenuto e lo stai già modificando.
Quando apri un file su Lion, ad esempio con Anteprima, per modificarlo e salvarlo con un altro nome, l’operazione da seguire è: apri -> duplica -> salva (che chiederà il nome). Su Mountain Lion, invece, dopo l’apertura la combinazione cmd+shift+s (solitamente adibita al salva con nome), genera una copia rapida e permette di modificare direttamente il nome del nuovo file dalla barra del titolo:
Un briciolo di semplificazione per rendere più comprensibile questo processo e che non mi dispiace affatto.