I misteri dietro lo schermo Retina dei nuovi MacBook Pro

Ricordo ancora un alunno che, durante un corso di computer graphics, mi chiese come disegnare un “mezzo pixel”. Sorrisi, e cercai di spiegare perché questa unità non esiste. Per quanto aumenti la nostra capacità di guardare il mondo al microscopio, un pixel non potrà mai essere “diviso” poiché è un’unità fittizia che esiste solo nell’universo dei bit. Ad un certo punto, però, i pixel di un’immagine appaiono su uno schermo ed acquistano una rappresentazione reale. Possiamo avvicinarci, guardare con il microscopio o scattare una fotografia macro, ma quello che cattureremmo non sarebbe il pixel ma una sua riproduzione creata con i cristalli liquidi negli LCD o con i fosfori nei CRT (volutamente semplifichiamo).

Ogni pannello LCD è in grado di visualizzare una certa quantità di pixel, una “griglia” che diventa sempre più fitta mano a mano che si aumenta la risoluzione (intesa come rapporto pixel/inch o ppi). Se riproduciamo su uno schermo un’immagine dell’esatta dimensione della sua “griglia”, allora questo sarà in grado di mostrarci ogni singolo pixel. Ma cosa succede se tentiamo di visualizzare un’immagine più piccola o una più grande? Nel primo caso il metodo noto con il nome di interpolazione crea i pixel mancanti, nel secondo andranno inevitabilmente perse delle “informazioni”. Nell’esempio sottostante un pattern con righe di 2 pixel alternate, bianche e nere, con una inclinazione di 45°.

riproduzione

I moderni software di elaborazione grafica, tra cui il noto Photoshop, sono in grado di compiere in modo davvero eccellente i ridimensionamenti ma ci sono dei limiti invalicabili. Guardate l’esempio superiore, nell’ingrandimento la diagonale diventa scalettata e imprecisa, ma conserva una giusta proporzione. Nella riduzione si perdono le nette distinzioni tra bianco e nero e le righe si fondono in un tappeto di grigi. In entrambi gli esempi ho volutamente usato rapporti di scala non interi (come 0,5x – 1x -2x -4x – ecc…) per evidenziare come questo accentui il degrado dell’immagine. Tuttavia nell’ingrandimento questo non causa grossi problemi mentre nella riduzione le linee non appaiono più a distanza costante.

Nel MacBook Pro Retina 15″ a risoluzione standard dello schermo è impostata su 1440 x 900 ma, dal pannello di preferenze Monitor, si possono attivare anche quelle in scala, ta cui la “più spazio” che, come specificato nella scheda tecnica del sito, corrisponde a 1920 x 1200 pixel.

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Con quest’ultima l’interfaccia ed i testi appaiono “più piccoli”, per cui si potrebbe pensare ad una riduzione. In realtà il pannello ha una risoluzione nativa di 2880 x 1800 pixel, per cui i 1920 x 1200 richiedono un ingrandimento per riempire lo schermo ed abbiamo già chiarito che questo porta a risultati migliori (probabilmente sarebbe più corretto dire “meno peggio”).

Impostando la “più spazio” si nota una qualità davvero perfetta ad occhio nudo, tant’è che ho voluto creare uno schema grafico per evidenziarne i limiti. È costituito da numerosi gruppi di line di diversa dimensione ed inclinazione, partendo da pattern di un solo pixel. Se volete fare qualche prova anche sui vostri monitor, ecco alcune risoluzioni dello schema da scaricare (basta impostarlo come sfondo della scrivania per verificare):

Anche con questo test il display è riuscito a rappresentare le linee con le giuste proporzioni e senza mostrare alcuna incoerenza percettibile nelle spaziature. Potete controllare voi stessi guardando con ingrandimento al 100% questa foto macro del display dove le righe più piccole sono da 1 pixel.

La sorpresa è stata un’altra: facendo un’istantanea della scrivania con risoluzione “più spazio” non si ottiene un’immagine da 1920 x 1200 ma da 3840 x 2400 pixel. Esattamente il doppio e ben oltre le possibilità del pannello. Inoltre la stessa cosa succede anche con le altre risoluzioni, come se il Mac operasse sempre in “modalità Retina”, anche dove fisicamente non può arrivare. Allora ho creato un nuovo schema a 3840 x 2400 pixel (il doppio della “più spazio”) ed ho scoperto qualcosa che davvero non mi aspettavo.

Ho attivato la funzionalità di ingrandimento dello schermo con ctrl+scorrimento da Preferenze di Sistema / Accesso universale / Vista (avendo cura di disattivare lo smussamento dalle opzioni). Andando a zoommare fino al massimo consentito, vengono mostrate interamente anche le singole righe da 1 pixel:

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Questo comportamento non è affatto usuale perché l’immagine è 1,3 volte più grande dello schermo, per cui si dovrebbe notare il fattore di scala in riduzione. Per meglio comprendere questo aspetto ho creato un’ulteriore schema per il Cinema Display, anche qui più grande di 1,3 volte (3413 x 2133 pixel), così da mantenere le stesse proporzioni, ed una volta applicato, ingrandito e fotografo, ecco come si presenta:

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Apple non è solita andare a spiegare nel dettaglio il dietro le quinte delle proprie soluzioni tecnologiche ma, dovendo fare una supposizione in base a questi risultati, sembrerebbe che nei MacBook Pro Retina sia stato modificato completamente il processo di rendering delle immagini. Non solo la risoluzione “nativa” ma anche quelle “in scala” vengono processate al doppio della risoluzione e poi scalate in tempo reale, frame per frame. Come se la fase di costruzione dell’interfaccia e quella di rappresentazione a schermo lavorassero indipendentemente.

Ieri parlavamo del fatto che Safari nei MacBook Pro Retina mostra qualche “scattosità”. In realtà vi posso garantire (e vi dimostrerò con un video nella prossima recensione) che tutte le animazioni di sistema sono meno fluide e leggermente più lente sul display integrato. Ma se si collega uno, due o addirittura tre display esterni va rapidissimo ma non mantiene la peculiarità dell’ingrandimento vista poco sopra. In sostanza il problema non deriva da una potenza inadeguata dell’hardware ma dal fatto che Apple ha modificato pesantemente le logiche di rendering per questo display e non stupisce che possa aver bisogno di qualche ottimizzazione a livello software. Dopotutto stamattina ho installato Mountain Lion DP4 e già va molto meglio per cui credo sia solo questione di qualche settimana. Nel frattempo sarà anche vero che le animazioni sono meno fluide ma che schermo!

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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