E fu così che l’iPhone cambiò form-factor

Le indiscrezioni riguardo iPad mini, iPhone 5 e futuro iPod touch si sprecano. Del futuro smartphone che prenderà il posto del 4S circolano componenti e modelli da diversi mesi e tutti puntano su una direzione: lo schermo da 16:9. Quando ad aprile abbiamo presentato il nostro mockup del futuro iPhone ci siamo soffermati ad analizzare concretamente numerosi aspetti tecnici, così come ipotizzavamo avrebbe fatto Apple. L’aumento dello schermo sembra ormai quasi una necessità, non tanto per via delle concorrenza che ne fa di tutte le taglie (anche eccessive) quanto perché, dal 2007 ad oggi, l’ecosistema iOS si evoluto così tanto che le app e le funzionalità possibili iniziano a star strette in una cornice da 3,5″.

Volendo dare per buono un aumento dello schermo, ci siamo posti alcuni paletti: incremento ridotto della dimensione complessiva per mantenere inalterate trasportabilità ed uso con una mano, mantenimento delle proporzioni per rispettare sviluppatori e prerogative originali. La scelta del formato 3:2 su iPhone è stata e, a nostro giudizio, continua ad essere, particolarmente indovinata. Con questo form factor le app mantengono una interfaccia pratica sia in orizzontale che in verticale e la visualizzazione dei video panoramico non risulta troppo compromessa dalle bande nere. Inoltre il 3:2 è il formato tipico della fotografia e l’iPhone è da tempo “la fotocamera” più usata su Flickr.

Non ci sembrava, insomma, che ci fossero valide argomentazioni a favore di un cambio di rotta, specialmente considerando che il 16:9 porterebbe ad un aumento di pixel ma non ad un’effettivo miglioramento nella fruizione dei contenuti. Pensate ad un sito web o alla pagina di un libro: una volta impostata la larghezza di riferimento, si otterrebbero solo delle righe in più ma non un ingrandimento delle stesse. Certo i video in 16:9 otterrebbero finalmente giustizia ma non siamo così sicuri che si tratti di uno dei principali usi dell’iPhone.

Fatte tutte queste considerazioni, avevamo pensato fosse più logico un processo evolutivo coerente, passando ad uno schermo da 3,8″. Ciò consentirebbe di ottenere una diagonale di 7mm più lunga (che non sono pochi come si potrebbe immaginare) a fronte di dimensioni complessive praticamente invariate se si riuscisse a contenere il margine di contorno. Avevamo immaginato tutto questo con uno spirito che credevamo essere in “stile Apple”, ovvero ponderato ed evolutivo. Non ci sentiamo in diritto di giudicare nessuno, compresi gli uomini della mela morsicata, specie in virtù di un prodotto ancora immerso nella fitta ombra delle speculazioni ipotetiche, tuttavia le recenti informazioni riportate da 9to5mac indicano che Apple ha idee ben diverse.

Attraverso l’uso del simulatore iOS, si è verificato che la recente release di iOS 6 (beta 4) riconosce la risoluzione 16:9 di 1136 x 640 pixel arrangiando le icone della springboard su 5 righe:

ios_scaling_taller_screen

Non saremo di fronte alla “prova provata” che il nuovo iPhone avrà schermo da 16:9 ma se aggiungiamo questa novità a tutti quei prototipi e componenti visti nei mesi trascorsi, la probabilità diventa sempre più concreta. Se così fosse non è affatto detto che sarà brutto, malvoluto dagli sviluppatori, inutile o quant’altro, è sempre meglio aspettare di conoscere i fatti prima di esprimere una valutazione realistica. Magari il maggiore spazio laterale consentirà l’utilizzo delle colonne in modalità landscape (stile Mail su iPad) ed Apple realizzerà un tool per adattare automaticamente tutte le app sul nuovo formato (cosa che, apparentemente, è stata già pianificata visto che nelle recenti versioni di Xcode è stata aggiunta la possibilità di creare elementi con dimensione ancorata allo spazio di lavoro e non per valori assoluti).

Di certo sembra esserci che il nuovo iPhone arriverà entro la fine di settembre, probabilmente insieme ad un nuovo iPod touch e, forse, il fantomatico iPad mini. E nulla vieta che i prototipi circolati si confermino identici al modello definitivo, magari simile al mockup di 9to5mac:

iphone5-bp-06

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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