Creare un servizio come Google Maps non è proprio una cosa semplice. BigG ci lavora da molti anni impegnando ingenti capitali, Apple non avrebbe avuto nessuna ragione di tentare la strada del fai-da-te se non si fosse sentita “tradita”. A prescindere dalle diverse opinioni (o fazioni), non c’è dubbio che Jobs avesse il dente avvelenato nei confronti di quell’azienda che, dopo aver preso parte alla realizzazione di iPhone OS, presentò Android al grande pubblico. È storia vecchia ormai e c’è chi ricorda che Google aveva acquistato l’OS precedentemente, dimenticando che poi il progetto è stato stravolto, diventando, casualmente, più simile ad un altro. Considerando quanto era accaduto molti anni addietro con Microsoft, è facile intravedere dei parallelismi. Dal punto di vista di Jobs doveva sembrare un tradimento terribile quello di Google, probabilmente ingigantito dal precedente con Gates (da cui è nato Windows), ma in entrambi i casi Apple ha avuto anche vantaggi dalle sue collaborazioni e la presenza di Google Maps nel primo iPhone rientra sicuramente in questa casistica. Ma la molla della guerra termonucleare era già scattata e non c’era spazio per i se o i forse.
Apple ha maturato rapidamente la volontà di staccarsi il più possibile dai servizi di Google e lo ha dimostrato un passo alla volta, iniziando ad offrire motori di ricerca alternativi in Safari Mobile. Con iOS 6 il progetto si porta a compimento ma l’assenza di YouTube e Mappe tra le “app di default” ricrea anche una giusta integrità dell’OS, ora interamente made in Cupertino. Come in OS X ritroviamo solo applicazioni Apple nel setup di base, la stessa cosa ora avviene anche su iOS. YouTube si scarica in un secondo dell’App Store (e la nuova è anche migliore) ma Google non ha ancora inviato l’app Mappe. E potrebbe anche non essere un caso. Lasciare gli utenti iOS “a secco”, almeno per un po’, potrebbe sottolineare l’importanza del servizio Google per Apple. Una sorta di piccola rivincita per chi, alla fine, si è impegnato in un progetto concorrente (chi la fa la spetti…). Tuttavia anche l’aggiunta di Google Maps su iOS 6 è davvero semplice, seppure come Web App. Basta accedere al sito tramite Safari e si è guidati nei 3 passaggi che consentono di ottenere l’icona nella springboard.
Inoltre diciamocelo, Apple non sta facendo una bella figura con il suo servizio di Mappe. Certo ci sono infinite attenuanti vista la complessità del progetto e lo sforzo immane che richiede l’intreccio dei vari dati con le tecnologie acquisite negli ultimi anni, tuttavia l’effetto finale è un dramma-scifi che ci mostra l’altro universo, quello con i dirigibili.
Era inevitabile avere l’iPhoneGate dell’anno, ormai è una storia che si ripete ad ogni rilascio. Fa parte della tradizione, per certi versi. Ma se con l’antenna “problematica” del 4 si era indetta una conferenza stampa, con Jobs ben intento a sottolineare i punti di forza e sminuire i problemi – e bumper per tutti – il nuovo corso di Cook si concretizza con una più sobria lettera aperta, il sui riassunto potrebbe essere: ragazzi, questa volta “l’abbiamo cannata”.