La questione italiana sta per diventare europea. Dopo la multa dello scorso anno ammontante a 900mila € comminata dall’AGCM, i passi apportati dall’azienda per migliorare la situazione delle garanzie AppleCare e adeguarla alle normative comunitarie non sono state ritenute sufficienti da Viviane Reding, commissario per la giustizia presso l’Unione Europea. Se l’apertura del fascicolo d’infrazione si rivelerà vera, l’azienda di Cupertino potrebbe essere costretta a pagare cifre decisamente più alte di quelle italiane (chiedere a Microsoft per conferma, anche se i motivi del procedimento sono stati diversi).
La Reding ha scritto una lettera ufficiale, indirizzata a tutti i paesi membri, al fine di verificare la correttezza di Apple in qualità di venditrice diretta (dove ha negozi o lo Store Online), e anche della sua rete di reseller, sia nell’indicare ai consumatori il diritto ai due anni di garanzia che nel rispettarli. Il pomo della discordia rimane lo stesso del caso italiano: nel caso della Apple produttrice-venditrice diretta, l’azienda riconosce solamente l’anno da produttrice, lasciando il restante da coprire a pagamento con la AppleCare. Una pratica promozionale ritenuta dalla politica lussemburghese inaccettabile, come riferisce Bloomberg.
Al momento è quella che si può definire un’indagine conoscitiva, e per questo motivo evitiamo anche di avanzare ipotesi sugli sviluppi, ma è certo che la condanna dell’AGCM non depone a favore di Apple nell’evitare un nuovo contenzioso con l’UE, mentre sta cercando di uscire da un’altra indagine relativa ai prezzi degli eBook e almeno per ora sembra aver evitato procedure relative all’adozione di Lightning e a quella mancata dello standard comunitario microUSB, offrendo un apposito adattatore opzionale. Naturalmente vi terremo informati sulla vicenda, qualora si presentassero ulteriori sviluppi di rilievo.