Ricorderete tutti che Samsung era stata citata in giudizio da Apple per la violazione del brevetto sulla visualizzazione delle gallerie fotografiche: per rinfrescarvi la memoria, avviate l’applicazione Immagini, ingrandite una foto e provate a scorrere verso sinistra o destra per visualizzarne un’altra e noterete che la foto rimbalza indietro. Questa animazione, chiamata in gergo bounce-back, è stata brevettata da Apple poco dopo il lancio del primo iPhone e, dunque, è stata oggetto dell’ennesima disputa legale con la casa coreana che, dopo aver perso la causa, è oggetto di un’ingiunzione di blocco delle vendite di tutti i dispositivi della serie Galaxy che, a tutt’oggi, non hanno ricevuto la patch correttiva realizzata qualche mese fa e che sostituisce il bounce-back con un flash color azzurro.
Per quanto si tratti di dispositivi abbastanza vecchi, è facile intuire come la guerra dei brevetti si faccia sempre più serrata a discapito, però, dell’innovazione: a volte la condivisione delle tecnologie, anche solo quelle relative all’esperienza utente, non può che portare benefici per i consumatori. Cosa sarebbe successo se Microsoft non avesse mai lanciato Windows “ispirandosi” al primo System di Apple? La storia avrebbe preso una piega sicuramente diversa e, oggi, non potremmo gustarci a pieno l’interfaccia minimale ed efficace di OS X.
Ovviamente, ogni vittoria di Apple contro Samsung, non può che inquadrarsi nel più ampio campo della “guerra termonucleare” contro Android, sviluppato da Google che, ormai, sembra essere la degna erede di quella Microsoft degli anni ’80 che, purtroppo o per fortuna, tutti noi conosciamo.