Tim Cook a tutto campo: questione Forstall, Apple TV, iOS/OS X e altro ancora

Abbiamo già accennato nello scorso articolo all’intervista concessa da Tim Cook a BusinessWeek, parlando del ritorno di parte della produzione Mac negli USA. Ma il CEO di Apple non si è limitato a questo argomento. Vari sono stati gli ambiti toccati, e in qualche caso ha anche suggerito cosa ci si potrebbe aspettare nel 2013.

Indubbiamente tra le domande più delicate ci sono state quelle relative ai recenti cambiamenti manageriali, che hanno portato alla fuoriuscita di Browett e Forstall dall’azienda di Cupertino. La risposta di Cook è stata sostanzialmente una conferma dei problemi a livello collaborativo, soprattutto con il papà di iOS, che ha portato alle drastiche decisioni.

Non è questione di collaborazione assente o presente. Abbiamo un enorme livello di collaborazione in Apple, ma vogliamo portarla su un altro livello ancora. Guarda ciò in cui andiamo alla grande. Ci sono tante cose. Ma una in particolare, che pensiamo nessun’altro faccia, è integrare hardware, software e servizi tra loro in un modo che molti clienti arrivino al punto di non differenziare più queste singole parti. A loro interessa solo che l’esperienza sia fantastica. Come è possibile fare ciò e continuare a migliorarla? Devi avere una collaborazione da A+ (voto nel sistema scolastico americano che corrisponde ai nostri massimi numerici con lode). E i cambiamenti che abbiamo fatto ci hanno portato a ottenerlo.

Passando ad altro argomento importante, si tocca quello relativo alla Apple TV e a sue possibili evoluzioni che comprendano un televisore vero e proprio. Sia il set-top-box che il mercato attorno non sono più considerati come semplici hobby, a One Infinite Loop, e le intenzioni per investimenti più seri sembrano esserci tutte:

Quando vado nel mio soggiorno e accendo il televisore, mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, a 20 o 30 anni fa. Questa è per noi un’area di forte interesse, al momento non posso dire di più a riguardo.

Un interesse le cui basi le ha date proprio Steve Jobs nel suo ultimo periodo di vita, affermando di aver trovato anche il modo per risolvere il problema della complessità degli attuali apparecchi televisivi, almeno dal suo punto di vista (e anche da quello di Cook). In un mondo sempre più portato verso le Smart TV e lo streaming, è normale che Apple tenga d’occhio la situazione. Come ben sappiamo, del famoso televisore “designed in Cupertino” quest’anno non se n’è avuta traccia, ma il prossimo potrebbe essere quello giusto.

Altro argomento centrale è stato quello relativo a iOS e OS X. A riguardo Cook si è espresso più volte, come nella conference call di aprile per i risultati finanziari del periodo, dove non fu certo prodigo di complimenti verso Windows 8 (“volendo, tutto si può far convergere, anche un tostapane e un frigorifero; ma la cosa non piacerà a tutti”, riferendosi alla natura bifronte approfondita anche nella nostra recensione). Pur con toni più morbidi, ha sostanzialmente ribadito il concetto:

Non impazziamo per uno scenario in cui il sistema operativo di iPhone e iPad sia lo stesso dei Mac. Come sapete, iOS e Mac OS condividono già la stessa struttura alla base. E Craig (Federighi, ndr) ha sempre gestito gli elementi in comune tra i due. I clienti vogliono che iOS e Mac OS X presentino una continuità tra loro, non che siano uguali.

La traduzione può spiegare poco, almeno a una prima occhiata per noi che non siamo purtroppo madrelingua inglesi, ma poi il discorso di fondo diventa comprensibile: i due sistemi sono un tandem, con forti integrazioni, ma pensati appunto per essere complementari e fornire un’esperienza d’uso globale adatta a tutte le situazioni offrendo gli strumenti giusti al posto giusto. iOS e OS X manterranno per tanto tempo ancora i loro settori di competenza, smartphone e tablet per il primo, computer per il secondo, condividendo versione dopo versione ciò che può essere utili a entrambi gli ambienti ma senza contaminarsi eccessivamente l’uno con l’altro. Se ciò poi è positivo ai fini di un’eventuale “ritorno alla normalità” per l’aspetto del Calendario e dei Contatti su Mac non ci è dato saperlo, al momento. Starà a Jonathan Ive decidere come procedere.

Oltre a questi tre principali argomenti, Cook ne ha toccati anche altri più piccoli ma non per questo meno importanti. Uno è quello relativo alla sopravvivenza a lungo termine dei Mac, in cui trova ancora margini di crescita per la quota di mercato anche se il settore di suo è in una fase di crisi. Incalzato invece sui tablet, suggerisce come il fatto che il 90% della navigazione da questa categoria di dispositivi provenga da un iPad sia un segnale di apprezzamento per la user experience da esso offerta, definendo al tempo stesso quella delle soluzioni concorrenti ancora non all’altezza e confusionaria. Sulle Mappe, ammette gli errori compiuti e conferma i piani già messi in atto dal team di Eddy Cue per risolvere tutti i problemi nel corso del tempo. Per quanto riguarda la battaglia legale con Samsung, confida in una soluzione, qualsiasi essa sia, affermando comunque che il tutto ha condizionato pesantemente il rapporto di collaborazione produttiva in essere, di cui abbiamo già visto la costante e graduale diminuzione. In ogni caso, dunque, nulla tornerà come prima.

Chiudiamo l’articolo con le sue dichiarazioni relative alla promozione a CEO, in cui Steve Jobs è stato parte attiva, incoraggiandolo inoltre a dare all’azienda una nuova gestione tutta personale:

Andai a casa sua, e ricordo ancora come iniziò la chiacchierata. Disse: “Non c’è mai stata una vera transizione da professionisti dei CEO in Apple. La nostra azienda ha fatto tante grandi cose, ma questa mai.” Il precedente veniva licenziato e ne arrivava uno nuovo (riferendosi ai periodi turbolenti di Sculley, Spindler e Amelio, ndr). “Voglio che ci sia una transizione da professionisti, e ho deciso, facendone raccomandazione al board, che sarai tu il nuovo CEO, mentre io diventerò presidente”.

Disse poi: “Voglio che sia chiaro. Ho visto cosa è successo quando Walt (Disney, ndr) morì. La gente si guardò attorno, e continuò a chiedersi cosa avrebbe fatto Walt in quella determinata situazione. L’azienda fu paralizzata. Non voglio mai che tu ti chieda cosa avrei fatto al posto tuo. Fai semplicemente ciò che ritieni più giusto.”

Un punto che Tim ha preso molto a cuore, con una Apple che man mano si sta rinnovando, per sfuggire a ciò che successe alla Disney e assicurarsi un futuro prospero tanto quanto il recente passato. Solo il tempo ci dirà se la strada sarà quella giusta, non mancheranno successi e fallimenti, fiori all’occhiello che saranno ricordati a lungo ed errori che porteranno importanti lezioni. L’era Cook deve ancora entrare nel vivo.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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