Recensione: Sony SLT-A57, media di qualità ricca di contenuti

Circa due anni provavamo la Sony A55, una delle prime SLT del marchio nipponico. Ai tempi era necessario spiegare approfonditamente questa tecnologia, mentre oggi tutti gli appassionati hanno ben chiaro il funzionamento dello specchio translucido. La novità è che questa che alcuni vedevano come una mania passeggera, un semplice espediente per distinguersi, si è dimostrata essere la strada maestra per Sony che ha smesso di produrre SLR (Single Lens Reflex) spostando l’intera gamma di corpi sulle Single Lens Translucent mirror (SLT), anche la Full Frame con la recente A99.

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Caratteristiche principali

Da un primo sguardo quasi non si direbbe che la A57 appartenga allo stesso segmento della A55: il nuovo corso del design Sony prevede linee più sinuose e corpi più generosi, comodi ed attrattivi. L’altezza complessiva è pressoché invariata ma ora è più “tonda” ed ergonomica. La SLT-A57 si posiziona nel segmento medio, sfidando la reginetta Canon 650D ed offrendo un dotazione davvero molto ricca. I punti chiave rimangono invariati rispetto la A55 ma non è solo il design ad essere stato migliorato. Il sensore è un CMOS APS-C da 16 megapixel, il migliore in questa categoria e contrastato solo da quello da 24 megapixel impiegato nella Nikon 35200 (sempre di manifattura Sony), il nuovo processore garantisce maggiore reattività e rapidità nello scatto, l’AF da 15 punti guadagna maggiore precisione nel tracking, gli ISO salgono a 16000, la batteria è più capiente e le modalità di registrazione video si ampliano. Non manca la stabilizzazione SteadyShot sul sensore ma, a dirla tutta, la A57 perde una caratteristica che ci era molto piaciuta della A55: il modulo GPS integrato.

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Corpo ed ergonomia

A parte le notevoli variazioni nel look, ritroviamo una disposizione dei comandi praticamente immutata. L’aria di famiglia è evidente ed è anche facile scambiarla per la sorella maggiore A65. La costruzione è sempre in policarbonato ma le nuove dimensioni ed un peso più alto di circa 120gr rendono il corpo più consistente. Si potrebbe dire che in mano “cade bene” perché l’impugnatura è ampia, ergonomica ed alta fino a consentire l’appoggio del mignolo. Complessivamente Sony si è avvicinata molto agli standard dimensionali della EOS 650D ma la A57 ha un design più pieno ed un look che, a nostro avviso, appare più professionale. È costruita bene e sembra pensata per essere impugnata comodamente e stabilmente anche con una mano sola, grazie ai due punti di appoggio garantiti dalla forte scanalatura frontale (per il dito medio) e dall’area gommata sul retro che termina con una sporgenza di sostegno per il pollice.

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Mirino e display

Come da copione il mirino di una SLT è, in sostanza, un secondo display. Lo specchio c’è, ma è translucido, e la poca luce che riflette (circa 1/3 di stop) viene utilizzata per far funzionare la messa a fuoco con rilevamento di fase. Il discorso relativo ai pro e contro del display rispetto il classico pentaspecchio (in questa classe è difficile avere il pentaprisma) è stato ripetuto ed approfondito decine di volte e le resistenze rispetto questa tecnologia sono, ormai, più di opinione che oggettive.

Non si può più dire, come un tempo, che il mirino tradizionale sia sempre meglio, o che i molti vantaggi del display compensino completamente la piacevolezza dell’immagine reale vista attraverso l’ottica.

Al momento è più una questione di preferenze personali e può anche capitare di apprezzare la vista “naturale” delle reflex, per un tipo di scatto, e la completezza di informazioni, con anteprima di esposizione, per un altro. L’ideale sarebbe forse un pentaprisma con display sovrapposto, qualcosa di simile al mirino ibrido di alcune Fuji serie X, ma con il vantaggio della vista attraverso l’ottica. Nel caso specifico, la A57 ha un mirino LCD da 1.440.000 punti con un ingrandimento effettivo di 1,04x. In sostanza offre un’immagine molto più ampia rispetto le DSRL di pari prezzo, nonché una copertura del 100%. La fluidità è davvero buona con luce sufficiente e scende un po’ quando fa buio. Il sensore integrato consente di adattare automaticamente la luminosità del display posteriore e del mirino in base all’ambiente circostante, ma per entrambi è conveniente attivare manualmente la massima impostazione quando si scatta con il sole alto poiché, altrimenti, potrebbe apparire un po’ scuro. Fatte queste dovute precisazioni, il mirino della A57 è assolutamente godibile ed il sensore di prossimità consente di passare rapidamente da quello, al display esterno, semplicemente avvicinandosi o allontanandosi.

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Il display è un tradizionale LCD da 3″ con 921,000 punti e tecnologia Sony TruBlack. Difficile trovare in lui un aspetto negativo perché è ampio, nitido ed offre una riproduzione dei colori abbastanza fedele. Certo le Sony di alta gamma sono passate agli OLED, ma per questa fascia di prezzo è difficile lamentarsi. Gli schermi snodabili possono non essere essenziali per molti fotografi ma rappresentano comunque un plus, e per diversi motivi, non solo quelli di più immediata comprensione; oltre a poter inquadrare da diverse prospettive, spesso senza farsi notare, si possono richiudere, preservandone la superficie, ed alcuni si ribaltano, consentendo auto-inquadrature. Quelli incernierati lateralmente sono un po’ più pratici, si potrebbe osservare, ma questa è una delle caratteristiche che ormai fa parte del DNA delle SLT di Sony. Con le top di gamma vi è un doppio braccio che consente di completare il capovolgimento verso l’alto, mentre nella A57 il massimo che si può ottenere per le auto-inquadrature è il ribaltamento inferiore, non compatibile con le pose da cavalletto. È questo, probabilmente, l’unico appunto realistico verso il display.

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Impostazione e controllo

Come già accennato in precedenza, la Sony A57 ha una struttura di ghiere e pulsanti molto simile a quella della A55: ricca e ben pensata. La principale, probabilmente unica novità si trova in cima, dove il pulsante D-RANGE è stato sostituito con due tasti, ben più utili, per impostazione diretta della sensibilità e compensazione esposizione. Il pulsante di scatto a doppia corsa è comodo e facilmente raggiungibile, ed include l’interruttore on/off. La ghiera dei parametri è una sola e si trova nella parte frontale, proprio sotto lo scatto. Questa è una delle pochissime caratteristiche che ormai distinguono le fotocamere definite mid-range da quelle di classe superiore ma, viste le loro potenzialità, sarebbe il caso che i produttori ripensassero su questa “regola non scritta”.

Per modificare il secondo parametro in modalità M si deve tenere premuto contemporaneamente il blocco esposizione AEL con il pollice.

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La torretta per l’impostazione del modo di scatto è in alto a sinistra e comprende numerose possibilità. Oltre ai classici Scene, P, A, S, M e filmato, ci sono due metodi automatici (iAuto e iAuto Superiore), due per il panorama (normale e 3D), uno per le foto senza flash ed uno dedicato allo scatto rapidissimo – fino 12fps – con esposizione e messa a fuoco non ricalcolate, ovvero mantenendo quelle del primo scatto. La maggior parte di questi modi di scatto trova ragione di esistere nella volontà di rendere chiari ed immediati alcuni settaggi, altrimenti complessi, sia perché vi sono meno tasti fisici rispetto le fotocamere di classe superiore, sia perché si presuppone che l’utente tipo di un corpo mid-range non debba necessariamente essere un fotografo esperto.

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Sul retro la disposizione dei controlli è praticamente identica a quella della A55. Sulla destra del display, che come si vede evidenzia e descrive i metodi di scatto, spicca un classico pad con quattro scorciatoie nelle varie direzioni ed una alla pressione centrale. Da qui si accede al bilanciamento del bianco, lo stile fotografico, l’avanzamento e l’autoscatto, le info sul display e le impostazioni di messa a fuoco. Poco più sopra si trova anche l’Fn per intervenire sugli altri settaggi come metodo di esposizione, qualità immagine, ecc.. È tutto piuttosto efficiente dopo averci preso un po’ la mano, ma non proprio chiarissimo al primo istante. In alto a destra si notano il pulsante rosso per la registrazione video, sempre disponibile anche se è meglio adoperarlo dal modo filmato, poi il classico blocco esposizione ed una funzione per lo zoom digitale.

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Il menu principale è localizzato da tutt’altra parte, pensato, come sempre più spesso accade, come una risorsa secondaria nell’uso di tutti i giorni: una volta impostata la fotocamere come si desidera, i tasti fisici, uniti alle opzioni a schermo ottenibili con “Fn”, saranno quasi sempre sufficienti. In tutti i casi il menu è ricco di possibilità ed è organizzato in sette sezioni, identificate da relative icone e che contengono un numero variabile di pagine a seconda della quantità di voci elencate. Da segnalare la possibilità di personalizzare i tasti ISO ed AEL.

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Messa a fuoco ed avanzamento

Una delle principali caratteristiche di richiamo delle SLT è la rapidità di scatto. Dal momento che lo specchio non si deve sollevare per permettere alla luce di raggiungere il sensore, si riduce il lavoro meccanico ed anche le fotocamere di classe media riescono a spuntare uno scatto in sequenza da primato. La Sony A57 riesce a raggiungere i 10 fotogrammi al secondo nel modo più rapido di cui dispone, quello con esposizione e fuoco valutati solo al primo scatto. Certo, non sono 12 come dichiarato dalla casa e lo schermo si oscura, tuttavia è un risultato incredibile per una “media“, difficilmente equiparato anche delle fotocamere di classe superiore. Il buffer è anche all’altezza del compito perché contiene fino a 20 scatti in RAW prima di saturarsi e rallentare ad 1fps, ma se si scatta in JPG e ci si accontenta del modo “Lo” da 3,3fps, si raggiungono anche i 70 scatti continui senza pausa. Le sue simili, come 650D e D5200, impallidiscono al confronto.

Per la messa a fuoco la A57 dispone di una rosa compatta di 15 punti, di cui tre a croce, come nella precedente A55. Viene menzionato un miglioramento nel tracking dei soggetti ma in una misura che non siamo riusciti a quantificare sul campo. Grazie allo specchio translucido la luce può essere sfruttata per il rilevamento di fase ed ottenere contemporaneamente Live View ed una MAF rapida, cosa che non riesce alle DSLR rivali. La risposta in termini di efficienza è buona, sufficiente la velocità, al pari delle cugine di altri brand. Non ci ha stupito positivamente per silenziosità e rapidità l’obiettivo SAL16-105, il quale offre, però, lunghezze focali davvero utili su APS-C (equiv. 24-155mm).

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Di lato, subito sotto il pulsante di sblocco obiettivo, si trova il selettore MF/AF, rapido e semplice da localizzare. La A57 dispone anche del canonico metodo di assistenza alla MAF per contrasto, una delle funzioni più apprezzate sulle Sony, comprese le mirrorless della serie NEX. Attraverso una colorazione a scelta (bianco, giallo o rosso) delle aree di contrasto, ovvero a fuoco, il display riesce a fornire un importante ausilio quando si focheggia in modalità manuale. Può sembrare anacronistico ma è molto utile per il video o per recuperare vecchi obiettivi pre-automatismi, nonché quelli nuovi costruiti con lo stile da vecchia scuola. L’anteprima della profondità di campo è disponibile con un piccolo tasto posto in basso a destra dell’obiettivo ed agisce sia nel mirino che nel display.

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Flash

Il lampeggiatore integrato si attiva attraverso il piccolo tasto posto alla sua sinistra e vien fuori con un movimento di rotazione associato allo scorrimento in avanti. Questo accorgimento è studiato per far sì che il supporto sia il più verticale possibile, sollevato ed avanzato, limitando la possibilità che il corpo e l’obiettivo si trovino in direzione del fascio di luce, creando dei coni d’ombra. La sua capacità è di 10GN e possiede tutte le classiche funzionalità a cui si aggiunge il controllo di unità wireless. In cima si trova la porta accessori proprietaria di Sony per il collegamento di flash o microfoni dedicati. La stessa sarà in disuso nei nuovi modelli ma rimane compatibile con tutti gli accessori precedenti, e con i futuri tramite adattatore.

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Qualità d’immagine

Il sensore CMOS della A57 non delude e riesce a risolvere moltissimi dettagli. Lo sviluppo dei JPG è mediamente buono ed aiuta a semplificare la vita del fotografo eliminando difetti come distorsione e vignettatura, ovviamente sugli obiettivi riconosciuti, ma i file RAW hanno decisamente una marcia un più. Con i vari automatismi la macchina si comporta bene, seppure iAuto ed iAuto+ si comportino spesso in modo molto differente ed imprevedibile nella scelta dei parametri. Se si possiede un po’ di dimestichezza è meglio passare ai metodi a priorità P, A, S dove si può operare, se necessario, un minimo di compensazione. La fotocamera espone mediamente bene anche se può succedere che tagli un po’ di luci nelle scene con forti contrasti. Tutto nella norma, comunque, e si recupera benissimo scattando in RAW.

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Grazie alla semplicità offerta dalla previsualizzazione dell’esposizione reale, attivabile da menu, è facile iniziare ad abituarsi a fotografare con il metodo manuale ed è quasi sempre una buona idea. La gamma dinamica offerta da questo sensore è molto ampia ed i file RAW rappresentano un’ottima base di lavoro per colore e dettagli (per quest’ultimo aspetto è opportuno valutare i risultati con un buon obiettivo). Lavorando anche con il JPG si può sfruttare la modalità DRO che recupera le zone buie o bianche dell’immagine, impostabile in automatico o su 5 livelli manuali.

Per quanto riguarda la resa ad alti ISO si confermano le ottime prestazioni di questo sensore, anche quando è spinto al limite. Nell’analisi delle immagini con sensibilità elevate, si possono notare un po’ di artefatti dovuti all’elaborazione/compressione, ma i RAW sono davvero ottimi. Fino ad 800 ISO i file hanno un livello di rumore così contenuto da essere totalmente trascurabile, anche perché non incide sulla quantità di dettaglio/informazione catturata: per notarlo si deve cercare una zona molto scura visualizzando la foto al 100%.

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Anche a seguito di un confronto diretto tra le varie sensibilità disponibili, abbiamo constatato che si può salire  molto con gli ISO senza incorrere nel deterioramento dell’immagine. La modalità Auto ISO va da 100 a 3200 ma gli step significativi ci sembrano essere altri, ovvero quello precedente ed il successivo rispetto il tetto scelto dalla fotocamera.

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I crop al 100% che vedete di seguito sono stati ottenuti dai file RAW, senza alcun intervento se non la conversione diretta. Si nota facilmente che fino a 1600 ISO il livello di rumore digitale è davvero minimo e con un pizzico di post-produzione si potrebbe eliminare completamente. Questa è la soglia che si raggiungere più o meno tranquillamente, mentre il successivo step significativo è quello da 6400 ISO, l’ultimo prima di avere un significativo deterioramento della fotografia.

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Registrazione Video

La Sony A57 è tra le più interessanti fotocamere, nel suo range di prezzo, in quanto a registrazione di filmati. Attivando l’opportuna modalità si ottiene una pre-visualizzazione in tempo reale dell’immagine catturata e dell’esposizione, riuscendo così a monitorare composizione ed illuminazione. Si possono modificare tutti i parametri di registrazione ed il già citato metodo di assistenza alla messa a fuoco aiuta moltissimo se si vuole focheggiare in manuale. Il sistema di stabilizzazione consente di compensare abbastanza bene i movimenti della camera e funziona con tutti gli obiettivi, anche quelli più datati eventualmente connessi con adattatori. Elevata anche la qualità di registrazione con molte modalità disponibili, sia in MP4 che in AVCHD 2.0 FullHD, dove si può scegliere tra 25p, 50i e 50p con diversi bitrate, fino ad un massimo di 28Mb/s.

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Connessioni

A completare il tutto vi è una ricchissima dotazione di porte, tutte disposte sul lato sinistro. C’è il classico jack da 3,5″ per il microfono esterno, nonché l’uscita HDMI e la porta USB. Nell’immagine a destra si nota anche la connessione per il controllo remoto Sony RM-L1AM e, in basso, quella per l’alimentazione esterna senza batteria.

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Batteria e memoria

Grazie ad un corpo più grande e ad una impugnatura più generosa, anche la batteria è cresciuta in capacità. Si tratta dello stesso modello utilizzato dai corpi di classe superiore, come A67 ed A77, che garantisce oltre 500 scatti e fino a 180 minuti di registrazione video continuata. Fortunatamente nella A57 la memoria non si trova più in basso, nello stesso vano della batteria, ma è posizionata a destra. Ciò consente di accedervi più facilmente, anche con la fotocamera accesa, o quando si trova sul cavalletto.

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4,5Conclusioni / Costi

Solo due anni fa Sony era tra le outsider per le reflex digitali e, pur avendo molti corpi di qualità, era poco nota alla massa critica dei consumatori. Grazie ad un costante lavoro di innovazione e tanti contenuti validi, oggi è uno dei marchi più apprezzati a livello mondiale. La SLT-A55 è stata una fotocamera di rottura per il mercato, ricchissima di nuove tecnologie, che le medie dell’epoca si sognavano, e con un corpo compattissimo. Il nuovo modello SLT-A57 fa solo un piccolo passo indietro rinunciando al GPS, ma è profondamente maturato e cresciuto in tutti gli altri ambiti. Si può ancora migliorare, certamente, ma di aspetti veramente negativi non ne abbiamo trovati ed è un modello che può competere a testa alta con le medie di Canon e Nikon, rispettivamente 650D e D5200, con un corpo generoso e piacevole da usare. Altro aspetto migliorato rispetto la precedente A55 è il prezzo: oggi la media di Sony non è più inarrivabile ma si trova ad un costo analogo rispetto i prodotti concorrenti (circa 650€ con obiettivo su Amazon) pur possedendo caratteristiche attrattive uniche come la raffica da 10fps, un mirino molto più ampio (seppur digitale), registrazione video a 50p con controlli manuali e l’assistenza alla messa a fuoco.

PRO
+ Qualità d’immagine molto buona: ottima risoluzione e gamma dinamica
+ Resa ad alti ISO eccellente, fino a 1600 ISO virtualmente puliti e 6400 ISO usabili
+ Raffica da 10 fotogrammi al secondo con buffer proporzionato
+ Molti controlli fisici, alcuni personalizzabili
+ Corpo dall’ottima ergonomia, ben costruito e di buone dimensioni (né piccolo né grande)
+ Veloce in ogni comando, fin dall’accensione
+ Il mirino LCD è molto grande rispetto il pentaspecchio delle fotocamere analoghe
+ Registrazione video fino a 50p con controlli manuali ed ingresso audio per microfono
+ Display LCD articolato e dalla buona resa
+ Batteria di lunga durata
+ Le modalità panorama automatico di Sony (anche 3D) sono le migliori

CONTRO
- Tanti i miglioramenti validi, ma si è perso il GPS integrato
- Il display non consente auto-inquadrature se la fotocamera è su cavalletto
- Nello scatto a raffica più veloce il display si oscura

DA CONSIDERARE
- Alcuni controlli vanno “capiti” (come la modifica del secondo parametro premendo AEL)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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