Per un certo periodo di tempo ho preferito non esprimermi sull’iWatch o come verrà chiamato. Volevo capirci meglio sull’argomento e lasciar scorrere un po’ di rumors più o meno improbabili. Ultimamente, però, l’interesse si sta intensificando al punto che non è possibile stare ulteriormente in disparte, dato che si parla ben più di soluzioni come il cinturino HEX Vision Metal riportato qui sotto che trasforma l’iPod nano 6G in uno “smart watch” artigianale. Perciò, eccomi a commentare sull’odierno articolo di The Verge.

hexvisionmetal

A sua volta, quanto riportato dal sito diretto da Joshua Topolsky si rifà in parte alle indiscrezioni di Bloomberg, che dal punto di vista finanziario vedono il settore degli orologi smart più profittevole per Apple rispetto a quello delle Smart TV, altro mercato di cui si parla da tanto, quasi troppo, tempo. Un team di circa 100 persone si starebbe occupando di preparare il progetto, riportato come uno di quelli che più stanno a cuore recentemente a Jony Ive. Basato su una versione opportunamente modificata di iOS, dovrebbe consentire di effettuare e ricevere chiamate, controllare la propria posizione geografica e altro ancora, incluse funzionalità tipiche degli orologi sportivi come pedometro e cardio-frequenzimetro. Il lancio sarebbe previsto entro 9 mesi, e i maggiori sforzi sarebbero attualmente rivolti nell’ottimizzare iOS al fine di aumentare la durata della batteria: attualmente i prototipi arriverebbero al massimo a due giorni, mentre l’obiettivo della squadra di Ive sarebbe portarsi sui 4-5 prima di dover effettuare la ricarica.

Un settore su cui l’interesse, effettivamente, c’è. E non solo da Apple: basti pensare ai rumors di qualche settimana fa, che vedevano Samsung intenzionata a giocare d’anticipo con un Galaxy Watch. Per quanto al momento le indiscrezioni non si siano concretizzate, è facile ipotizzare che i coreani non staranno con le mani in mano e persino l’atto di dire l’ora potrebbe trasformarsi in un gettito continuo di botta e risposta funzionali nonché di furibonde liti tra le varie fazioni. Ma torniamo all’iWatch, o come si chiamerà. Cosa mi aspetto da un dispositivo del genere, personalmente?

Estensione, non dispositivo a sé stante: non avrebbe senso pensare a un iWatch senza altri iDevices. Si tratterebbe di un supporto, una loro estensione, non avrebbe vita autonoma o quantomeno quel poco di autonomo che potrebbe avere non sarebbe sufficiente a garantire una esperienza d’uso ottimale, e nel prosieguo del post ciò sarà reso più chiaro. Perciò non sarebbe da escludere la necessità di attivarlo in presenza di iPhone/iPad. Un passaggio che probabilmente a molti risulterebbe antipatico, ma ideale per evitare fraintendimenti.

Adeguatamente ottimizzato: l’iWatch non potrà mai, per ovvie ragioni, essere utilizzato come un iPhone o un iPad con multitouch e due mani. Perciò vedo la sua interfaccia ottimizzata per l’uso con una sola mano e al massimo due tocchi simultanei, senza gesture troppo particolari che rischierebbero solo di renderlo scomodo nell’uso. Un’interfaccia graficamente pulita e ordinata, ma al tempo stesso senza troppi fronzoli, come nelle probabili intenzioni di Ive. Come per gli altri dispositivi Apple, l’azienda cercherà di fare in modo che valga il “just works”. Deve funzionare e deve farlo bene.

Bluetooth e Siri: queste immagino siano funzionalità praticamente date per scontato. Orologi con connettività Bluetooth già esistono, e possono fungere tranquillamente come dispositivo ausiliario allo smartphone o al lettore multimediale che sta in tasca. Lo stesso mi aspetto, quindi, dall’iWatch. Con un’ulteriore freccia al suo arco, ovvero Siri. L’assistente virtuale e il riconoscimento vocale sembrano essere fatti apposta per uno smart watch. Grazie a Siri si potrebbero effettuare chiamate, comporre messaggi o anche e-mail di solo testo, sapere all’istante la situazione meteo e i locali nelle proprie vicinanze.

Ciò che deve fare, senza strafare: qui riprendo il concetto del “deve funzionare e bene”. Si tratterebbe di una finestra a portata di polso su iPhone e iPad. Passare da un brano musicale all’altro, accettare una chiamata, guardare un messaggio di testo e rispondervi tramite Siri. Fare le cose in modo rapido ed efficiente, senza funzionalità superflue. Certo, potrebbe fare anche altro, le possibilità di un prodotto del genere sono tante, escludendo assurdità come l’integrarci Safari o Mappe, ma si ritorna al discorso di estensione. Se voglio eseguire un’attività in modo completo, ho il dispositivo principale per farlo. Riempirlo eccessivamente lato software rischierebbe solo di essere controproducente per l’esperienza d’uso. Ecco perché Apple dovrà essere brava a trovare il giusto bilanciamento, non solo visivo ma anche funzionale.

Una sezione dedicata dell’App Store: pensando a un iWatch, una sorta di App Store non dovrebbe mancare. Al di là dei limiti della mia immaginazione e di quanto farà Apple, è possibile che i suoi utilizzi possano essere espansi a dismisura tramite estensioni di terze parti (non chiamiamole apps vere e proprie), perciò perché negare un’opportunità del genere? Naturalmente, l’accesso all’App Store non avverrebbe direttamente dall’iWatch. Sarebbero gli altri iDevice e/o iTunes a occuparsi di ciò, con sezioni appositamente pensate. La sincronizzazione farebbe il resto, occupandosi anche di tenere aggiornato il tutto.

Bassi consumi: questo è ovviamente l’argomento spinoso della questione. L’obiettivo di Apple è arrivare a 4-5 giorni d’uso continuo, ma credo che sia proprio l’autonomia minima che un dispositivo del genere debba avere. Più se ne ha, meglio è. Dando per certa la presenza di GPS e Bluetooth in versione 4.0 (quella più votata al risparmio energetico), non deve avere altro che possa rappresentare un consumo costante di risorse. Non serve puntare a processori potenti, quando un A4 single-core e 256 MB di RAM risulterebbero con grandi probabilità più che sufficienti per il compito. Né conviene inserire un modulo Wi-Fi e/o cellulare, dato che la connettività principale sarà a carico dell’iDevice con cui sarà collegato. Tutti i componenti, in generale, dovranno essere votati al massimo rendimento col minimo sforzo, dal punto di vista della batteria. Non mi aspetto autonomia eterna, ma in condizioni di utilizzo moderato superare comodamente la settimana sarebbe un’ottima cosa.

Eviterò riflessioni sui prezzi, dal momento che si tratta di un mercato ancora da formarsi concretamente e che è quasi inutile sperare in costi subito accessibili alle masse. Per il resto, quanto ho descritto rappresenta la mia visione di iWatch, un dispositivo completo ma comunque ausiliario e non sostitutivo. Se ne volessi uno. La mia conclusione, infatti, è dedicata a quanto scritto nel titolo: al di là di tutto, per quanto le idee a riguardo siano futuristiche e promettenti, non credo Apple saprà convincermi al punto da diventare un aspirante Ispettore Gadget e rinunciare agli orologi analogici. Lancette, datario, cronografo e batteria dagli anni di durata, oltre alla notevole cura del design di vari modelli; una combinazione che non va mai fuori moda e difficilmente tradisce. Ad ogni modo, mai dire mai.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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