Recensione: MacBook Air 13″ (2013), il diamante tra i portatili

Acquistare un portatile fino a poco tempo fa significava decidere se penalizzare la portabilità o le prestazioni. Anche il MacBook Air era così, con l’ago della bilancia indirizzato verso la mobilità, ma grazie ai progressi tecnologici degli ultimi anni è diventato molto più equilibrato, offrendo prestazioni più che soddisfacenti per moltissimi compiti ed attività. La punta di diamante della linea Apple portatile rimane sempre il MacBook Pro, oggi disponibile nella più sottile variante Retina, ma l’Air si difende bene, è più leggero, costa di meno ed è stato aggiornato prima con la tecnologia Intel Haswell.

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Nelle ultime due settimane ho testato a fondo il MacBook Air 13″ 2013 modello base, ovvero con Intel Core i5 1,3GHz (turbo boost 2,6GHz), 4GB di RAM, 128GB SSD e Intel HD Graphics 5000. Ho effettuato numerose misurazioni e benchmark anche se ho preferito concentrare la mia attenzione sull’esperienza d’uso, perfino con applicazioni come Final Cut Pro X ed Aperture. Ma quali sono le novità rispetto la versione del 2012 già recensita? Nel presentare il modello di Air 2013 Apple ha puntato prevalentemente su quattro aspetti e saranno i primi che andremo ad analizzare: durata della batteria, nuove CPU/GPU, Wi-Fi 802.11ac ed SSD più rapidi.

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“Tutta la potenza che vuoi. Tutto il giorno.” oppure “Fino a 12 ore di batteria. Finirai per stancarti prima tu.”, frasi del genere fanno certamente breccia in chi non vuole – o non può – stare sempre attaccato alla corrente. Il vantaggio primario di un portatile è proprio la mobilità eppure lavorare un giorno intero senza ricarica è sempre stato un miraggio. Di norma i numeri vengono esasperati dal reparto marketing per ottenere il maggior impatto possibile, per cui leggiamo 12 ore e contemporaneamente cerchiamo un asterisco che rimandi a qualcosa del tipo: sì, proprio 12 ore… ma senza wifi, bluetooth, applicazioni chiuse e luminosità al minimo. Questa volta i primi report ricevuti da oltre oceano hanno invece confermato pienamente la durata dichiarata, non solo durante navigazione wifi ma anche con la riproduzione video. A conti fatti ci troviamo con un raddoppio dell’autonomia rispetto il modello 13″ del 2012 nelle condizioni tipiche dei test, ovvero prevalentemente mono-tasking, ma come si comporta in un uso più completo e realistico? Per rispondere a questa domanda ho lavorato per un paio di settimane con questo MacBook Air ed il risultato è stato davvero sorprendente. La differenza rispetto qualsiasi altro portatile è evidentissima, non dico che ci si possa dimenticare della batteria ma si affronta la giornata con molta più serenità. Ho perfino provato ad uscire per un’intera giornata senza alimentatore, cosa impensabile con il mio Retina 15″, e con un minimo di parsimonia sono rientrato a casa con 6h di lavoro alle spalle ed ancora un 25% di carica residua. In quella giornata ho usato Mail, Tweetbot, Safari, Chrome, Things, Photoshop, Coda, oltre ad alcune sessioni con Aperture o Lightroom e tutti i servizi in background come Dropbox, TextExpander, CloudApp. Il Wi-Fi è sempre stato attivo, il bluetooth spento e la luminosità al 70% circa, l’unico accorgimento è stato evitare siti e video basati su flash player e chiudere le applicazioni quando non le usavo (tanto si avvia tutto in una frazione di secondo). Insomma, non stento a credere che chi usi il computer prevalentemente per attività d’ufficio con annessa navigazione, qualche passaggio su iPhoto (o simili) e perfino visualizzazione di video, possa lavorare una intera giornata senza ricarica: decisamente un ottimo traguardo. Il nuovo modello da 11″ si ferma a 9 ore invece che 12 ma se mantiene le promesse come questo da 13″ è comunque ottimo.

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Per larga parte questo risultato si è ottenuto grazie alla tecnologia Intel Haswell, attualmente presente solo sui MacBook Air e che arriverà, tra il 2013 ed il 2014, su tutta la linea di computer Apple. Ma non si tratta solo di questo perché ci sono anche alcuni accorgimenti ed ottimizzazioni aggiuntive messe a punto su OS X, specificatamente per la nuova generazione di portatili. La maggior parte sono invisibili mentre alcune si notano e possono perfino creare problemi finché non ottimizzate. Ad esempio mi è capitato di notare che, in alcune circostanze, la pendrive USB collegata (una SanDisk Extreme) venisse scollegata durante la fase di stop. Non è successo sempre, probabilmente il sistema controlla prima alcune cose come la carica residua – ipotizzo – ma alla fine l’ha scollegata senza errori, come se si fosse usato il comando espelli. In un altro caso avevo usato la stessa pendrive per avviare la Developer Preview di OS X Mavericks e durante uno stop a coperchio chiuso di 2 ore il Mac ha deciso di scollegarla rendendo impossibile il ripristino: ho aperto lo schermo ed è rimasto fermo a mostrare la scrivania rendendo necessario l’arresto forzato. Questo genere di imperfezioni sono piuttosto normali quando ci si trova nel punto di passaggio con una nuova tecnologia ed Apple sta lavorando duramente per superare i problemi di gioventù legati alla non perfetta ottimizzazione del sistema operativo e dei driver. C’è già stato un importante aggiornamento che ha risolto in un colpo solo la perdita di connessione wireless, lo sfarfallio con Photoshop e l’audio fluttuante, per cui si è già raggiunto un ottimo livello di affidabilità in poco tempo.

aggiornamento

Una cosa abbiamo sottolineato da subito riguardo il nuovo MacBook Air, ovvero il suo ritorno alle origini della mobilità. Grazie alle varie ottimizzazioni hardware e software questo modello non punta tanto al netto miglioramento delle prestazioni quanto al mantenimento di quelle precedenti con un raddoppio dell’autonomia. Nel classico confronto con Geekbench 2 (che, ricordo, non è influenzato dal disco ma valuta solo le capacità di calcolo), il nuovo Air base ha ottenuto un punteggio solo marginalmente superiore rispetto quello dello scorso anno.

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Più o meno lo stesso scarto si ottiene comparando i modelli con CPU opzionale, che in questa edizione è un i7 dual-core da 1.7Ghz (3,3GHz con il Turbo Boost) e richiede 150€ in più in fase d’acquisto offrendo prestazioni superiori del 15% circa rispetto la base. L’anno scorso avevamo già visto di cosa è stato capace un Air 13″ top di gamma anche messo di fronte ad un carico di lavoro professionale nel campo della fotografia, gestendo le immagini RAW da 36MB della Nikon D800 (recensione) in un workflow completo. Il nuovo Air fa di meglio, seppur leggermente, raddoppia l’autonomia e sfrutta una scheda grafica che offre maggiore fluidità anche sui display esterni.

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Il test con Cinebench 11.5 della Intel HD Graphics 5000 su OpenGL ha evidenziato un miglioramento del 13%, cioè non così tanto come si poteva immaginare. Pur non avendo effettuato prove approfondite nel settore gaming, ho potuto constatare una differenza abissale con la precedente HD Graphics 4000 avviando Tomb Raider: Underworld: sul precedente Air base partiva ma si vedeva solo il wireframe del 3D (senza texture), con questo nuovo modello ho impostato risoluzione massima del display, tutti gli effetti attivi e funziona tranquillamente. Si vede qualche imperfezione grafica ogni tanto nel refresh, ma solo nelle scene ricche di dettagli. Dal wireframe a questo la differenza è totale e completamente a vantaggio della HD 5000. Inoltre anche nella grafica 2D e nell’operatività con il sistema ho apprezzato una maggiore reattività e fluidità grafica, anche con il display Apple 27″ collegato.

gpu

È interessante considerare che il MacBook Pro 13″ Retina usa la più vecchia e meno performante HD 4000 per muovere un pannello di risoluzione molto più elevata e che la CPU del modello base, Intel Core i5-3230M 2,6GHz, si ferma a 7427 punti Geekbench 2, mentre l’attuale CPU Intel Core i7-4650U 1,7GHz disponibile in opzione nell’Air 13″ raggiunge quota 8171, pur costando complessivamente di meno.

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Ci sono altre due caratteristiche del nuovo Air 2013 che spiccano rispetto gli altri portatili Apple, sia Pro che Retina. C’è il nuovo modulo Wi-Fi 802.11ac, ad esempio, il quale sfrutta un collegamento da 1Gbit, circa 3 volte la banda del precedente standard 802.11n. Per sfruttare questa maggiore velocità anche il router wireless deve essere ac, come le recenti AirPort Extreme e Time Capsule 2013. Per effettuare un test il più veritiero possibile ho utilizzato proprio quest’ultima, la quale è stata oggetto di un video di presentazione in giugno. Nella navigazione web è davvero difficile notare le differenze, a meno di non possedere reti davvero molto veloci, per cui ho provato ad effettuare un trasferimento di file dall’iMac, collegato via Gigabit Ethernet alla Time Capsule, al MacBook Air 13″ via Wi-Fi, prima sulla rete n e poi su quella ac (essendo la base dual band si possono usare entrambe contemporaneamente). Ovviamente da SSD a SSD in modo che i vecchi dischi meccanici non potesse influenzare il risultato.

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Trasferimento File Wi-Fi 802.11n Wi-Fi 802.11ac
2.09 GByte 243 secondi 133 secondi

Il mio test, effettuato su OS X 10.8.4, non ha evidenziato un incremento della velocità del 300% ma si è avvicinato molto ad un dimezzamento dei tempi di trasferimento, risultato comunque più che apprezzabile considerando che la prova effettuata non è esente da difetti (entra in gioco anche il router ed il passaggio dei dati a cavallo dal Wi-Fi all’Ethernet).

ssd

Altro step forward del MacBook Air 13″ 2013 consiste nell’abbandono della connessione SATA per gli SSD. Le unità sono ora collegate direttamente sul bus PCIe e questo comporta velocità nettamente migliori. Sui dischi da 256GB (disponibili in opzione) i test hanno rilevato picchi da quasi 700MB/s in scrittura e ben 730MB/s in lettura. L’unita base da 128GB si è fermata leggermente prima in scrittura, ma i quasi 450MB/s rappresentano comunque un ottimo risultato e i 725MB/s in lettura sono davvero strepitosi. Non mi sento di dire che la differenza rispetto i precedenti dischi sia così evidente al primo acchito ma il salto è davvero consistente e tutte le operazioni del quotidiano ne giovano.

ssd

Rimanendo in tema di memorie si comporta molto bene anche l’unità per le schede SD, disposta sempre sul lato destro, vicino ad una delle due USB 3.0 ed alla porta Thunderbolt. Ho effettuato dei test con una velocissima SanDisk Extreme Pro SDHC da 16GB, confrontando i risultati di lettura/scrittura massimi con quelli ottenuti sul MacBook Pro 15″ Retina (recensione):

Test Lettore SD MBPr 15″ MBA 13″ 2013
SanDisk Extreme Pro SDHC 16GB MB/s MB/s
Lettura 87,9 89,4
Scrittura 67,1 77,5

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Dall’altro lato troviamo l’alimentazione di tipo MagSafe 2, ovvero più sottile e con connettore metallico a T, non più ad L, nonché la seconda porta USB 3.0 e l’uscita per le cuffie. Quest’ultima funge anche da ingresso audio se si collegano gli auricolari Apple con microfono, compresi i recenti EarPods, supportando pure i controlli play/pause e volume. Poco più a destra si scorgono due piccoli puntini che rappresentano un’altra piccola novità del MacBook Air di nuova generazione. Si tratta di due microfoni che lavorano simultaneamente per migliorare la qualità dell’audio e ridurre i rumori ambientali durante le conversazioni (soluzione già presente nei Retina).

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In cima allo schermo si trova la FaceTime HD, apparentemente la stessa unità presente sul precedente modello e in grado di catturare video a 720p. Proprio lo schermo è uno dei principali elementi di distinzione tra l’Air ed il Retina 13″, sia per risoluzione che per gamma. Ormai tutti conosciamo la qualità di questi schermi ed il piacere di visione che offrono, seppure l’Air continui a vincere, e in modo netto, nel contenimento dei riflessi. Come si può notare nella seguente immagine, una finestra posta proprio frontalmente al display è causa di un riflesso minimo sull’Air, mentre con il display lucido dei Retina si sarebbe quasi specchiata.

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La risoluzione nativa dello schermo del Retina 13″ è di 2560 x 1600 pixel in modalità 2x, che corrispondono all’area di lavoro di un normale 1280 x 800. Ci sono però il quadruplo dei pixel e per questo la riproduzione è molto più nitida. Sempre grazie a questa estrema densità di pixel, il Retina riesce anche ad emulare anche aree di lavoro più ampie, precisamente la 1680 x 1050 e la 1440 x 900 pixel. Il pieno vantaggio della tecnologia 2x si gode esclusivamente a 1280 x 800, perché nelle altre entra in gioco l’interpolazione con fattori di scala non interi, ma il risultato è comunque molto buono, così come abbiamo potuto verificare con il nostro test approfondito sui misteri dello schermo Retina. Il MacBook Air 13″ ha una risoluzione di 1440 x 900 pixel, ma i pixel sono 1:1 per cui l’area di lavoro standard è più ampia rispetto quello del Retina 13″. È certamente meno inciso tuttavia offre il giusto spazio per sfruttare adeguatamente uno schermo di questa diagonale.

5Conclusioni

Il primo MacBook Air era nato dall’idea giusta, purtroppo la tecnologia del tempo non gli ha reso giustizia. I principi chiave del progetto e del design sono rimasti invariati ma solo dal 2012 ha raggiunto la vera maturità. Questo aggiornamento di metà 2013 potrebbe sembrare secondario giudicandolo solo in relazione ai GHz, eppure si è dimostrato il più riuscito di sempre. Il MacBook Air 13″ 2013 è il primo portatile Apple con tecnologia Haswell, il primo con la nuova generazione di GPU Intel, il primo con Wi-Fi 802.11ac, il primo ad utilizzare SSD PCIe e, soprattutto, il primo ad offrire una tale autonomia. Il bello è che le prestazioni sono rimaste valide anche nel modello base, seppure abbia una CPU da 1,3GHz, e possono aumentare in modo interessante con la CPU i7 opzionale da 1,7GHz. Tutte queste novità arriveranno sugli altri computer Apple tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, così anche il Retina potrebbe aumentare drasticamente la propria autonomia nel prossimo upgrade. Tutto ciò non toglie nulla al valore di questo Air che è il portatile più interessante attualmente sul mercato. L’unico che si possa davvero definire portatile in tutto, dimensioni ed autonomia, senza sacrificare le prestazioni. È davvero difficile non dare 5 stelle al MacBook Air 13″ 2013, ha certamente delle limitazioni per la non espandibilità da parte dell’utente, ma trovo sterile continuare a recriminare su un aspetto che caratterizza e caratterizzerà tutti – o quasi – i computer Apple.

Il modello base ha un disco da 128GB, come il Retina 13″, mentre quello top costa 200€ in più solo per avere 256GB. Personalmente ritengo più adeguato il modello base, specie ora che le USB 3.0 ci consentono di avere storage esterno portatile, molto rapido e a prezzi davvero convenienti (vi consiglio di leggere la recensione del Toshiba STOR.E 1TB e quella del WD My Passport 2TB).

air

Se volete donargli la massima longevità possibile, vi consiglio di aggiungere ai 1.129€ del modello base da 13″ gli 8GB di memoria RAM a 1600MHz (99,99€). Avremmo certamente preferito averli di serie, come nei Retina, tuttavia la prova ci ha confermato che se già gli SSD SATA sopperivano bene alla saturazione della memoria, questi nuovi modelli PCIe vanno ancora meglio. Insomma, se ne può benissimo fare a meno per un uso generico – ma non per questo limitante – mentre sono consigliabili per chiunque faccia uso di applicazioni di calibro professionale. Stesso discorso vale per la CPU: già sufficiente per la maggior parte dei carichi di lavoro tipici per un ultra portatile ed anche di più ma che vale la pena incrementare all’i7 per 150€ se si ha in mente di lavorare principalmente con software piuttosto impegnativi. Con entrambe le aggiunte il prezzo totale arriva a 1.379€ che sono sempre 150€ in meno del Retina 13″. Il vantaggio di quest’ultimo si legge già nel nome “Retina” ma da quel che ho potuto vedere perde la sfida su tutti gli altri fronti. Questo è senza dubbio il momento dell’Air e di chiunque possa riuscire a lavorare all’interno della sua offerta in termini di capacità di calcolo. Se si ha bisogno di qualcosa di più dal portatile, allora potrebbe essere una scelta saggia quella di attendere il prossimo aggiornamento della linea Pro Retina (presumibilmente entro fine anno) oppure di affidarsi alle offerte dei ricondizionati se non si può attendere oltre.

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PRO
ico.piu.png Durata della batteria da primato
ico.piu.png Wi-Fi 802.11ac (1GBit)
ico.piu.png I nuovi SSD PCIe sono un punto di riferimento per la categoria
ico.piu.png Sempre la stessa eccellenza di design, materiali ed assemblaggio
ico.piu.png Ottima reattività in ogni condizione
ico.piu.png Prestazioni della GPU HD 5000 ampiamente migliorate
ico.piu.png Schermo di giuste dimensioni, risoluzione godibile e buona resistenza ai riflessi
ico.piu.png Tastiera retroilluminata e trackpad multitouch in vetro
ico.piu.png Doppio microfono per un audio migliore durante le conversazioni
ico.piu.png Lettore SD molto rapido e con supporto per SDXC e UHS-1

CONTRO
Pro Il salto a 256GB è troppo caro, seppure la nuova connessione possa in parte giustificarlo

DA CONSIDERARE
| La punta di diamante dell’attuale offerta Apple: sottile e leggero, con autonomia eterna, prestazioni molto simili al Pro Retina 13″ base e costo inferiore

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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