Recensione: MacBook Pro 13″ Retina (fine 2013), una piccola potenza

Scegliere un ultraportatile spesso significa privilegiare notevolmente la mobilità a fronte di minori prestazioni. Il MacBook Air 2013 (recensione) è riuscito a sfatare questo mito, offrendo una buona potenza di calcolo, ma a sradicarlo completamente ci prova il MacBook Pro 13″ Retina. Aggiornato il recente 22 ottobre 2013, insieme al lancio degli iPad Air (recensione), il nuovo portatile è ancora più sottile e leggero. Non è esattamente al livello degli Air e non usa hardware a basso voltaggio, per cui non è a tutti gli effetti un ultrabook, eppure le dimensioni ci dicono il contrario. Era già molto compatto ma rispetto il modello precedente ha perso un ulteriore millimetro di spessore, attestandosi su 1,8cm (compresi i piedini), e il peso è sceso da 1,62kg a 1,57kg. È difficile trovare un portatile di pari livello con queste dimensioni.

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L’update di fine 2013 è stato piuttosto importante perché da mesi abbiamo gli Air con Haswell mentre i Pro erano rimasti indietro su Ivy Bridge. Come era ormai prevedibile, Apple ha deciso di non aggiornare più i Pro tradizionali, dei quali rimane a listino solo il modello base da 13″, e punta tutto il suo futuro nel settore dei notebook professionali sui modelli Retina. Sottilissimi e leggeri, questi MacBook Pro hanno tutte le migliori caratteristiche hardware attualmente sfruttate da Apple, come l’architettura Haswell, grafica Intel Iris, velocissimi SSD PCIe, Wi-Fi(ac), Thunderbolt 2, USB 3.0 e, naturalmente, lo schermo Retina.

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Tolto di mezzo il Pro tradizionale, che rimanendo ancorato su vecchie tecnologie ha perso molto del suo appeal, Apple mette a dura prova anche il MacBook Air da 13″, presentando una nuova versione entry-level del Pro Retina 13″ con lo stesso prezzo dell’Air top di gamma. Con la medesima spesa si guadagnano CPU e GPU più prestanti, uscita HDMI, nonché lo schermo Retina, in cambio di un disco dal taglio inferiore (128GB vs 256GB) e 220 grammi in più. Non che la scelta sia così banale, dopotutto si può comunque preferire l’Air, specie nel più economico modello entry-level, ma si presenta una certa conflittualità che può causare indecisione.

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Tuttavia il modello base del nuovo Pro Retina 13″ potrebbe risultare un po’ stretto per i 4GB di RAM e il disco da 128GB (specie con la memoria RAM saldata e non aggiornabile), per cui il modello di maggiore interesse sembra essere quello intermedio, dove la RAM è di 8GB e l’SSD da 256GB, il tutto con un prezzo maggiorato di 200€ (1.529€). Ed è proprio questo che abbiamo deciso di provare.

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A dire il vero c’è un’altra caratteristica che distingue l’Air dal Pro Retina ed è la batteria. L’ultimo modello da noi recensito offre una incredibile autonomia che sfiora le 12 ore di lavoro, mentre il Pro si ferma a 9, che comunque sono in risultato più che meritevole visto il suo hardware. Dalla nostra prova con navigazione web e un po’ di riproduzione musicale abbiamo toccato le 8 ore effettive già dopo la seconda ricarica, probabilmente anche grazie al pregevole lavoro di ottimizzazione offerto da Mavericks. A proposito di questo c’è da segnalare che i primi modelli consegnati avevano un problema con trackpad e tastiera che smettevano di rispondere ai comandi, ma ora c’è un aggiornamento firmware risolutivo e viene presentato fin dal primo avvio.

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Insieme a questo il Mac App Store propone anche il download gratuito di tutte le app iLife ed iWork, che oramai fanno parte del pacchetto quando si acquista un nuovo Mac.

iwork

Per quanto riguarda le performance della CPU, Haswell si conferma essere un upgrade minore, essendo principalmente concentrato sull’efficienza energetica. Abbiamo deciso di utilizzare il nuovo Geekbench 3 come sistema di benchmark riepilogativo, pur sapendo che è più restrittivo del precedente con i risultati, e questo ci ha confermato una sostanziale parità con il 13″ Retina di inizio 2013, precisamente un centinaio di punti sopra quest’ultimo. Per ottenere performance analoghe con un Air è invece necessario prendere la CPU opzionale i7 da 1,7GHz, con un esborso aggiuntivo di 150€. Di contro l’Intel i5 dual-core da 2,4GHz testato sul MacBook Pro 13″ Retina è quello base, disponibile anche nel modello entry-level, mentre il top di gamma possiede quello da 2,6GHz ed entrambi possono essere potenziati con l’i7 2,8GHz (+199€ sul top di gamma) capace di un ulteriore salto nelle prestazioni (circa 7000 punti).

geekbench3

Per quanto riguarda il comparto grafico, insieme ad Haswell sono arrivate le nuove schede integrate Intel Iris. L’apertura dinamica sulla memoria condivisa ha un tetto massimo di 1GB e la differenza di prestazioni rispetto la Intel HD 4000 presente nel precedente modello è consistente. La prova con Cinebench ha evidenziato un miglioramento importante nel rendering in tempo reale con OpenGL ed in misura minore anche per la CPU. L’incredibile risoluzione dello schermo Retina era già ben fronteggiata dalla precedente scheda grafica ma con questa migliorano le prestazioni con i giochi e con le applicazioni che usano la potenza di calcolo della GPU, nonché l’utilizzo con schermi esterni ad elevata risoluzione, come il Cinema o il Thunderbolt Display 27″. Durante il periodo di test ho anche adoperato il MacBook Pro 13″ Retina proprio con questo schermo esterno ed applicazioni del calibro di Final Cut Pro e Adobe Premiere, ottenendo risultati più che adeguati alle aspettative. Ovviamente non si tratta di una workstation grafica ma vista la mole di pixel che deve gestire i risultati sono certamente soddisfacenti e comunque migliori rispetto il vecchio modello.

GPU

Lo schermo Retina è un po’ una tortura per la GPU ma è anche uno degli elementi di maggiore attrattiva di questi portatili. Il pannello IPS presente sul modello da 13″ ha una risoluzione effettiva di 2560 x 1600 pixel, ovvero la stessa del Cinema Display da 27″. Grazie alle modalità disponibili nel pannello di preferenze Monitor è possibile ottenere scrivanie con diversi spazi di lavoro.

retina

La modalità definita “ideale”, ovvero quella Retina, è equivalente ad una 1280 x 800 ma grazie all’ottima qualità del display si riesce a lavorare benissimo anche con la “Più spazio”, ottenendo una scrivania equivalente ad un monitor 1680 x 1050, perfetto per chi utilizza molte applicazioni contemporaneamente o software di livello professionale (notoriamente ricchi di palette e strumenti). Ecco l’elenco di tutte le risoluzioni disponibili per l’utente:

  • Testo più grande (1024 x 640)
  • Ideale (1280 x 800) Retina
  • Intermedia (1440 x 900)
  • Più spazio (1680 x 1050)

In quest’ultima evoluzione del portatile, Apple non ha fatto cenno ad un miglioramento dello schermo lucido, tuttavia mi è sembrato di poter apprezzare una riduzione della quantità di riflessi, seppure rimanga spiacevole adoperarlo con una sorgente di luce alle spalle (situazione che andrebbe comunque evitata nell’uso dei monitor).

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Dopo la prima apparizione nel MacBook Air 2013, anche il Pro Retina guadagna modulo Wi-Fi 802.11ac, il quale sfrutta un collegamento fino ad 1Gbit, circa 3 volte la banda dello standard 802.11n. Le prestazioni si sono rivelate in linea con quello già testato dell’Air e per questa ragione vi proponiamo il medesimo test.

È bene precisare che per sfruttare la maggiore velocità anche il router wireless deve essere ac, come le recenti AirPort Extreme e Time Capsule 2013. Per effettuare un test il più veritiero possibile ho utilizzato proprio quest’ultima, la quale è stata oggetto di un video di presentazione in giugno. Nella navigazione web è davvero difficile notare le differenze, a meno di non possedere reti davvero molto veloci, per cui ho provato ad effettuare un trasferimento di file da un altro Mac (collegato via Gigabit Ethernet alla Time Capsule) al MacBook Pro 13″ Retina via Wi-Fi, prima sulla rete n e poi su quella ac (essendo la base dual band si possono usare entrambe contemporaneamente). Ovviamente da SSD a SSD, in modo che il transfer rate del disco non influenzasse il risultato.

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Trasferimento File Wi-Fi 802.11n Wi-Fi 802.11ac
2.09 GByte 243 secondi 133 secondi

Questo test ha evidenziato un dimezzamento dei tempi di trasferimento, risultato più che apprezzabile considerando che la prova effettuata è di tipo empirico e, come tale, non esente da difetti.

ssd

Altro elemento in comune con gli ultimi Air è la presenza di dischi SSD collegati direttamente sul bus PCIe, e non più SATA3. Grazie a questo espediente la velocità del disco allo stato solido viene sfruttata al 100%, ottenendo prestazioni incredibili, quasi raddoppiate rispetto i precedenti modelli. L’unità nel computer in prova è realizzata da Samsung nel taglio da 256GB ed è risultata capace di 680MB/s in scrittura ed oltre 730MB/s in lettura, tutti visibili nel quotidiano con l’accensione, l’avvio delle applicazioni, il multitasking e le operazioni sui file.

SSD-PCIe

Molto efficiente è anche lo slot per le schede SD, disposto sempre sul lato destro, vicino ad una delle due USB 3.0 ed all’uscita HDMI. Ho effettuato dei test con una SanDisk Extreme Pro SDHC da 16GB, confrontando i risultati di lettura/scrittura massimi con quelli ottenuti sul MacBook Pro 15″ Retina (recensione):

Test Lettore SD MBPr 15″ MBPr 13″ fine 2013
SanDisk Extreme Pro SDHC 16GB MB/s MB/s
Lettura 87,9 86,4
Scrittura 67,1 71,3

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Dall’altro lato troviamo il connettore MagSafe 2, le cui caratteristiche sono ampiamente note, ben due porte Thunderbolt 2.0 (con velocità fino a 20GB), la seconda porta USB 3.0 e l’uscita per le cuffie compatibile anche con i controlli presenti sugli auricolari Apple con microfono, compresi i recenti EarPods. Poco più avanti si scorgono due puntini dietro i quali si celano altrettanti microfoni che lavorano simultaneamente per la riduzione del rumore ambientale.

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In cima allo schermo si trova sempre la Facetime camera, capace di registrare video in qualità HD per le videochat (o per giocare con Photo Booth). L’audio delle casse stereo fuoriesce invece dalle fessure di areazione presenti nella cerniera del monitor e risulta essere forte e vibrante, con ovvi limiti nella resa dei toni più bassi vista la dimensione degli speaker.

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Sempre comoda e precisa la tastiera ad isola, la quale ha il pregio di mantenere un layout invariato su tutti Mac, così da trovarsi immediatamente a proprio agio con ogni computer. E, ovviamente, non poteva mancare l’utilissima retroilluminazione.

macbook-pro-retina-13-tastiera-dettaglio

voto 4Conclusioni

Il MacBook Pro 13″ con display Retina non è esente dai difetti, il più importante dei quali è probabilmente l’impossibilità per l’utente di effettuare upgrade. La lamentela può risultare finanche stucchevole dal momento che si inserisce in un percorso di lunga data per Apple che non desta più alcuno stupore, tuttavia rimane un problema concreto sia all’atto dell’acquisto che a distanza di qualche anno. L’effetto più immediato è che si richiede massima attenzione quando si configura la propria macchina, onde evitare che il computer risulti inadeguato al proprio uso o comunque poco longevo nel corso del tempo. In quest’ottica siamo inclini a consigliare l’upgrade ad 8GB di RAM nel modello base, oppure la più completa offerta intermedia, dove si trova anche un disco da 256GB, più che sufficiente per un uso normale a patto di dotarsi di dischi esterni per l’archiviazione di massa di audio, video, foto. Anche con l’ottimizzazione di Mavericks, che comprime i dati nella memoria, sarebbe stato opportuno dotare tutti i modelli con 8GB di partenza, ma bisogna anche considerare che questo modello entry-level dal costo più basso di circa 250€ rispetto il precedente modello base, è stato appositamente realizzato proprio per offrire un prodotto “leggermente” più accessibile, nonché un’alternativa concreta all’Air 13″, anch’esso dotato di 4GB di base.

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Tutto sommato il MacBook Pro 13″ con display Retina è una macchina completa ed efficiente, adatta a tutti con il nuovo modello entry-level e ben carrozzabile con le varie opzioni. Tra le tre alternative il modello più equilibrato sembra proprio quello intermedio, considerando CPU, RAM, SSD. Con questo si riescono ad affrontare tranquillamente tutte le operazioni del quotidiano ed anche spingersi in qualcosa di più avanzato come giochi, montaggio video o editing audio. Ovvio che per chi necessita di prestazioni più elevate ci sono le CPU opzionali, ma anche la più potente i7 da 2,8GHz rimane dual-core ed è anche per questo che i professionisti con maggiori esigenze continueranno a preferire il modello da 15″, dove le prestazioni arrivano anche a raddoppiare con il top di gamma e CPU opzionale. La scheda grafica Intel Iris si è dimostrata una piacevole sorpresa, non una completa rivoluzione rispetto la precedente HD 4000 ma comunque più performante ed in grado di rifornire con efficienza l’elevatissima quantità di pixel contenuti nello schermo Retina.

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PRO
ico.piu.png Ottima durata della batteria
ico.piu.png Wi-Fi 802.11ac (1GBit)
ico.piu.png I nuovi SSD PCIe offrono prestazioni incredibili
ico.piu.png Due Thunderbolt 2.0
ico.piu.png Sempre la stessa eccellenza di design, ma più sottile e leggero
ico.piu.png Ottima reattività in ogni condizione
ico.piu.png Prestazioni della GPU Intel Iris ampiamente migliorate rispetto la HD 4000
ico.piu.png Eccellente display Retina
ico.piu.png Schermo relativamente piccolo ma con risoluzione adattabile alle diverse esigenze
ico.piu.png Tastiera retroilluminata e trackpad multitouch in vetro
ico.piu.png Doppio microfono per un audio migliore durante le conversazioni
ico.piu.png Lettore SD molto rapido e con supporto per SDXC e UHS-1

CONTRO
Pro Impossibile effettuare upgrade in un secondo momento
Pro Nessuna CPU quad-core disponibile, neanche in opzione

DA CONSIDERARE
| Consigliabile l’upgrade immediato ad 8GB di RAM

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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