A Google piace ogni tanto rendere curiosamente un po’ complicate le situazioni. Negli ultimi mesi ha aumentato le funzionalità del suo servizio Play Music, includendo una modalità di streaming a pagamento molto simile a quella offerta da Spotify e Rdio. Ora ci si aspetterebbe che a Mountain View si lavori per migliorare ulteriormente quanto si ha già. Invece, fervono i lavori per un secondo servizio di streaming, stavolta a marchio YouTube. E se per un po’ di tempo si trattava solo di rumors, il consueto “teardown” effettuato da AndroidPolice sulla nuova versione di YouTube per Android pare lasciare poco spazio all’immaginazione.

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Ci sarebbe già il nome, pure: Music Pass. Le stringhe rinvenute danno ulteriori dettagli su cosa ci si potrà aspettare, e non è da dispiacersi.

  • Riproduzione offline – Porta la tua musica ovunque
  • Ascolto in background – Lascia in riproduzione la tua musica mentre usi altre applicazioni
  • Musica senza interruzioni – Niente pubblicità su milioni di brani

Rimangono comunque indicazioni generali, che lasciano ancora la possibilità di ipotizzare. AndroidPolice, ad esempio, si interroga sulla riproduzione offline, se coinvolga la sola parte audio o anche quella video. Perché poi precisare “niente pubblicità su milioni di brani”? Volendo pure scomodare la semantica, viene da chiedersi il perché di dare una quantità alle canzoni prive di annunci pubblicitari, invece di dire più semplicemente “niente pubblicità”. Questione di diritti? Sembrerebbe di sì: gli accordi che valgono per Play Music non sono qui validi in quanto non coprono i video musicali. Di conseguenza, sono necessarie nuove negoziazioni separate con possibili clausole che impediscano a Google di rimuovere in modo integrale le réclame da YouTube Music Pass.

In ogni caso, considerato l’inserimento di testi e icone per il servizio all’interno dell’APK, le domande possono passare dal se al quando e al come. A breve? Nel 2014? Solo per Android o anche per iOS? Quanto costerà? Tutte questioni che dovranno essere affrontate da YouTube al momento che riterrà opportuno. Una domanda, però, ce la poniamo già ora: perché avere due servizi separati? Perché non negoziare con le case discografiche per includere i video musicali in Play Music, eventualmente pure come add-on ulteriore della modalità Unlimited? Come mi hanno ricordato altrove, effettivamente YouTube è un marchio più noto al pubblico rispetto a Google Play. Videoclip a volontà ce li si aspetta comunemente proprio sul “Tubo”, è lì il primo posto virtuale in cui mi reco se sono intenzionato a vedere, oltre che sentire, l’ultima di Katy Perry. Inoltre, non sono nuovi a simili ridondanze, vedasi Play Movies e YouTube Movies. Page e soci con buone probabilità stanno effettuando come nel caso dei film una scelta soprattutto commerciale piuttosto che tecnica, beneficiando di una “doppia chance” e lasciando all’utente la possibilità di scegliere il servizio che reputa più adatto alle sue esigenze. Perciò, non resta che metterci comodi e attendere gli sviluppi, auspicando nel frattempo l’introduzione della riproduzione offline per i comuni video (per un massimo di 48 ore) come promesso ufficialmente qualche tempo fa.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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