Android vs iOS: le prove di stabilità vedono il robottino verde vincitore

Ogni “partito” dei sistemi operativi mobili ha la sua opinione in merito sui vari aspetti che li compongono, sopratutto su quelli più delicati come le prestazioni e la stabilità. “iOS è il più stabile”, “No, è Android”… Sembrano discorsi esclusivi da geek, tuttavia non di rado mi è capitato di sentire e anche partecipare a scambi (pacati) di opinioni in merito con persone non avvezze a tutto ciò che è tecnologico. La semplicità delle piattaforme moderne fa sì che pressoché chiunque possa farsi un’idea almeno di base sul loro rendimento, durante l’uso. Spesso e volentieri si tratta comunque di dati soggettivi, che variano a seconda della versione del sistema, del dispositivo e delle applicazioni installate. Ad essi si affiancano le rilevazioni statistiche più oggettive, come quella di Crittercism riportata da AndroidCentral.

androidkitkat

Il verdetto è a favore di Android, che nelle principali versioni in uso riesce ad essere meno prono ai crash rispetto a iOS. Guardando a Mountain View, troviamo Gingerbread come sistema relativamente più instabile, con l’1,7% medio di crash nelle rilevazioni, fatte su oltre un miliardo di devices (telefoni e tablet) attivi su Internet. Il dato migliore è rappresentato dallo 0,7% complessivo raggiunto dal trio Ice Cream Sandwich/Jelly Bean/KitKat; lecito attendersi per la 4.4 un rapporto ancor più lusinghiero, se fosse disponibile anche singolarmente. Al contempo, iOS 6 tende ad avere blocchi il 2,5% delle volte, mentre le più recenti 7 e 7.1 tagliano questo dato rispettivamente a 2,1% e 1,6%. Ne consegue quindi che solo ora il sistema Apple avrebbe raggiunto il grado di stabilità di Gingerbread, decisamente un traguardo poco lusinghiero se si considerano a confronto un sistema di inizio 2014 (iOS 7.1) contro uno di fine 2010 (Android 2.3). Non va molto meglio per ciò che concerne i singoli dispositivi, con l’iPad 2 che dal suo 2,6% fa quasi apparire una roccia il Samsung Galaxy S4, con una media di crash dello 0,9%.

Il messaggio che trasparirebbe dalla ricerca, insomma, è: se si cerca la migliore stabilità, bisogna puntare tutto su Android. Va però considerato un fattore importante che potrebbe pure ribaltare il risultato, ovvero gli aggiornamenti. Come Maurizio ha riportato alcuni giorni fa, le due piattaforme hanno un passo troppo diverso, con l’utenza iOS ormai vicina alla migrazione totale sulla settima versione, mentre KitKat sta emergendo lentamente. Poiché ogni aggiornamento porta con sé la sua dose di bugfix, il vantaggio sul lungo termine andrebbe tendenzialmente in quel di Cupertino, grazie ai tempi lunghi di supporto per iPhone e iPad. Dal canto suo, Google può contrattaccare con un prodotto maggiormente modulare, aggiornando anche svariate singole apps di sistema attraverso il Play Store; avere costantemente solide anche le fondamenta sarebbe però un ulteriore vantaggio non da poco. Ecco perché da parte mia continuo ad auspicare una revisione sensibile della finestra temporale di supporto da 18 a 36 mesi, in linea con l’analoga mossa fatta da Microsoft per Windows Phone.

Ma fino a che punto i dati snocciolati sopra contano? Esattamente come i benchmark per processori e GPU, le statistiche possono dare un’indicazione media dell’esperienza d’uso, tuttavia ogni utente fa poi storia separatamente. Android e iOS sono entrambi solidi sistemi operativi, che possono però risultare o diventare instabili a seconda della situazione. Il software non è perfetto e nemmeno noi lo siamo. Sarebbe preferibile, quindi, concentrarsi sui miglioramenti effettivi da apportare, incoraggiando Apple e Google in tal senso, piuttosto che fermarsi a freddi confronti numerici: i benefici sarebbero per tutti, a prescindere da ciò che utilizza.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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