WWDC 2014: arriva OS X Yosemite con nuova interfaccia e maggiore integrazione con iOS

Il WWDC 2014 è terminato da poco e non ha deluso le aspettative di chi cercava novità software: i sistemi operativi di Apple stanno per ottenere una corposa iniezione di funzionalità. Per OS X, si tratta però di un cambiamento più profondo, a livello grafico, avvicinandosi allo stile di iOS 7 non perdendo comunque l’esperienza desktop sinora conosciuta. Design più flat, maggiori traslucenze e minore uso delle barre dei titoli. Questa è per sommi capi l’interfaccia utente di Yosemite.

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L’aspetto è più chiaro, con molti elementi tendenti verso il bianco. Per chi lo preferisse dovrebbe comunque essere disponibile una modalità “dark”. L’impressione generale è comunque di una sostanziale pulizia, anche e soprattutto di quelle parti che potevano ancora ricondurre all’era Forstall. Addio a Lucida Grande, ora sostituito da Helvetica Neue esattamente come su iOS: un cambiamento gradito e coerente con varie applicazioni, come iTunes e iPhoto, che già facevano uso di tale carattere da diverso tempo. La riduzione all’essenziale delle barre dei strumenti consente una maggiore concentrazione sul contenuto, rimuovendo possibili distrazioni dovute a elementi non necessari.

Due delle parti di Yosemite che uniscono grafica e funzionalità sono i rinnovati Centro Notifiche e Spotlight. Il primo raccoglie sia una visuale non troppo dissimile a quella cui ci ha abituati iOS 7, con tutte le notifiche o solo quelle della giornata in corso, e aggiunge i widget, sostituendo così di fatto la Dashboard. Calendario, Promemoria, Notizie, Borsa e altro ancora saranno già disponibili di serie, mentre altri saranno scaricabili attraverso il Mac App Store.

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Spotlight ora ha un nuovo pannello quando richiamato, posto al centro del desktop in maniera simile ad Alfred, software alternativo di ricerca sui Mac. Oltre a cercare contenuti in locale, è ora in grado di trovare luoghi geografici e guardare su varie fonti in rete, come notizie riguardanti un certo argomento oppure gli articoli di Wikipedia, nonché contenuti da iTunes Store. Sulla destra viene fornita un’anteprima del risultato selezionato, in modo da poter capire a vista d’occhio se è ciò che si cercava oppure bisogna proseguire nella ricerca. Nell’eventualità, un click aprirà l’applicazione più idonea per la gestione del contenuto. Non mancano inoltre funzionalità più semplici come la conversione tra diverse unità di misura.

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Passando alle apps, varie sono state sottoposte a pesanti ritocchi. La prima è Safari, con un design più minimalista e una finestra quasi del tutto dedicata alla pagina web aperta. Nuove visuali per la gestione dei segnalibri e delle tab aperte, maggiori opzioni per la ricerca di contenuti dalla barra degli indirizzi, supporto alle più recenti migliorie come il protocollo SPDY di Google e WebGL. Per il controllo della propria privacy è ora possibile avere contemporaneamente una finestra dedicata alla navigazione privata, senza salvare dati sul Mac, e una regolare; inoltre è stato aggiunto DuckDuckGo tra i motori di ricerca disponibili, che al contrario di Google o Bing dichiara di non tracciare le attività dell’utente. Non mancano naturalmente miglioramenti prestazionali, con ottimizzazioni al motore JavaScript Nitro che permettono di doppiare Firefox in termini di velocità, avendo al contempo riduzioni dei consumi energetici. Apple dichiara addirittura di poter raggiungere le due ore in più con la visione di contenuti video, come quelli di Netflix.

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Mail è forse l’app che meno ha subito modifiche di aspetto. Come si può vedere dall’immagine sottostante, è rimasta perfettamente riconoscibile se comparata a quella di Mavericks. Tra le funzionalità aggiunte spicca Markup, che consente di allegare immagini e modificarle direttamente in Mail, aggiungendo forme, commenti e firme, esattamente come si farebbe aprendo separatamente Anteprima. Altra utilità è Mail Drop, che opera in collaborazione con iCloud: possono essere allegati file per un massimo di 5 GB a messaggio. Non serve nemmeno che il destinatario utilizzi OS X, in quanto sulle altre piattaforme, webmail incluse, viene fornito un collegamento per scaricare i contenuti.

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Passando a Messaggi, sono state effettuate numerose aggiunte. Di alcune ne parleremo più avanti, essendo in un contesto decisamente ampio. Tra le principali funzionalità troviamo ora la possibilità di dare titoli alle conversazioni, creare chat di gruppo e inviare messaggi vocali registrandoli direttamente all’interno dell’applicazione.

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Anche il Finder è tra le parti che hanno avuto una transizione più morbida al nuovo stile. Due sono le migliorie principali: la prima è il supporto ad AirDrop coi dispositivi iOS, opportunità finora preclusa con le due funzionalità che rimanevano di fatto non comunicanti a dispetto del nome comune. La seconda è iCloud Drive, uno spazio di archiviazione in cui sarà possibile mettere qualsiasi tipo di file, organizzandoli per tag, per applicazione di riferimento o altro ancora. I dati saranno automaticamente sincronizzati tra i vari dispositivi legati al proprio ID Apple e utilizzabili anche offline. In questo modo Apple ha non solo la possibilità di offrire un’alternativa integrata a Dropbox, ma colma un buco che era presente dal passaggio da MobileMe a iCloud, quando il servizio iDisk era stato soppresso. iCloud Drive utilizzerà come base i 5 GB di spazio gratuito offerti dal servizio e sarà disponibile anche su iOS e Windows.

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Una delle parti più interessanti di Yosemite arriva però ora. Con Lion e Mountain Lion, avevamo assistito a una convergenza estetica e funzionale piuttosto strana tra iOS e OS X, in un modo risultato poco gradevole a una buona fetta di utenti. Mavericks ha dato una rifinitura a questa direzione, privilegiando l’integrazione dove risultava effettivamente utile. Yosemite prosegue su questa strada. Mac e iDevices dialogheranno costantemente, con la possibilità di iniziare un’azione su uno e terminarla sull’altro. Si potranno anche effettuare operazioni sul Mac senza alcun contatto fisico col dispositivo iOS, come rispondere alle chiamate oppure scambiare SMS.

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Molto carina è anche Instant Hotspot, che consente di utilizzare la rete dati mobile attivando il tethering direttamente dal Mac. Pure in questo caso non è richiesta nessuna interazione con l’iPhone o l’iPad, l’importante è avere il Bluetooth attivato da ambo i lati per poter stabilire la connessione iniziale.

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Handoff sarà un prezioso alleato soprattutto di chi utilizza prodotti Apple in ambito lavorativo. Ogni azione può essere compiuta attraverso il dispositivo correntemente in uso a prescindere da dove sia stata iniziata. La spiegazione è migliore attraverso un esempio pratico: si inizia un’email sull’iPad fuori casa; si ritorna in tempo e accendendo il Mac potremo proseguire la composizione del messaggio direttamente lì senza aver perso nessun dato. Viceversa, stiamo preparando un documento sul Mac e dobbiamo uscire; Handoff passerà automaticamente i contenuti alla rispettiva applicazione di riferimento presente su iPad in modo da permetterci di proseguire il lavoro in mobilità.

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Tra le applicazioni che sfrutteranno appieno questa nuova convergenza vi sarà Immagini, che per la prima volta sbarcherà su OS X in una forma espressamente ottimizzata anche per l’uso con iCloud, che si occuperà di sincronizzare la libreria tra i vari dispositivi senza limiti di tempo, contrariamente a Streaming Foto. Sarà disponibile una buona modalità di modifica, comprendente vari strumenti per il raddrizzamento delle foto, l’uso di filtri e la regolazione di singoli parametri come luminosità o esposizione. Ci vorrà però tempo per poterla utilizzare, in quanto non arriverà prima del 2015, quantomeno in forma stabile.

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Per Yosemite, invece, non occorrerà attendere così tanto. Sarà rilasciato gratuitamente quest’autunno, per qualsiasi Mac che supporta Mavericks. Si potrà direttamente partire da Snow Leopard 10.6.8 come sistema di aggiornamento, stando almeno alla Developer Preview. Essa è disponibile agli sviluppatori iscritti al Mac Developer Program sin da subito. La vera novità è però l’utilizzo del Beta Program recentemente inaugurato, che permetterà di mettere le mani sulle build di sviluppo senza alcun abbonamento annuale come è stato necessario sinora. Per i candidati tester, l’appuntamento è fissato nel corso dell’estate.

Si chiude qui il primo articolo dedicato al WWDC 2014, dedicato a OS X 10.10. Ma se già abbiamo avuto tanto di cui parlare qui, aspettate di vedere a breve la parte dedicata a iOS 8, che apporta profondi cambiamenti nelle fondamenta per il sistema operativo mobile di Cupertino. Restate qui su SaggiaMente.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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