Google ed Apple: software e servizi con approcci diametralmente opposti

google-vs-apple

Spesso Android ed iOS vengono messi a confronto, così come le due aziende che li producono. I due sistemi operativi rispecchiano le diversità tra Google ed Apple, una più open e l’altra più chiusa e centrata sul proprio ecosistema. Ron Amadeo di Ars Technica ha scritto un interessante articolo che analizza i vari servizi offerti da BigG, sottolineando un approccio variegato e a tratti confusionario. A differenza di Apple, che realizza app specifiche per ogni servizio, Google ha più di una volta seguito diverse strade per ottenere lo stesso risultato. L’esempio più lampante riguarda la messaggistica, dove fino a poco tempo fa si avevano le app Google Talk, Google+ Messenger e Google Voice, oltre alla più classica Messaggi, tutte dedicate alla comunicazione. In pratica quattro applicazioni diverse che non facevano altro che confondere l’utente e rendergli la vita più complicata. Alla fine è arrivata Hangouts, un tentativo di unificazione piuttosto riuscito, ma che sembra non essere ancora definitivo per Google visto che nell’ultimo Android Lollipop è stata reinserita Messaggi. Inoltre ci sono indiscrezioni che anticipano una ennesima app destinata a scontrarsi con Whatsapp.

È Google stessa a volere questa diversificazione nel mondo Android e il caso della messaggistica è solo uno dei tanti. Ad esempio è stata recentemente annunciata Hangouts Dialer per le chiamate VoIP sul circuito precedentemente noto come Google Voice, che andrà ad aggiungersi al Telefono e di fatto ci saranno due dialer in altrettante app. Oppure si può pensare a Google Maps, Earth e Waze, che si potrebbero tranquillamente unire in una sola app per offrire più funzioni e semplicità d’uso. E possiamo continuare con Gmail ed Email, sicuramente integrabili in un unico progetto, e ancora Google+ Foto e Galleria. Inoltre pare che a breve potrebbe arrivare un nuovo servizio musicale di YouTube che si affiancherebbe all’attuale Google Play.

La concorrenza interna è figlia della volontà di offrire più servizi possibili, ma è anche utile a Google per selezionare le soluzioni vincenti. L’azienda di Mountain View ha sempre operato in questo modo: piuttosto che realizzare ed ottimizzare un unico progetto selezionato all’origine, preferisce portarne avanti più d’uno ed aspettare che siano gli utenti a decretare quale sia il migliore. C’è più libertà di scelta per l’utente, ma anche più confusione e tra l’altro si sprecano risorse seguendo diverse strade parallelamente. Sotto questo aspetto è diametralmente opposta ad Apple, dove la dirigenza decide il percorso da seguire e lo impone agli utenti. Un esempio lampante è quello che avverrà a breve con Aperture ed iPhoto, eliminate in favore di un’unica app che si chiamerà semplicemente Foto ed arriverà nel 2015 su Yosemite. Apple ha deciso di integrare i due software in uno unico, anche se ci sono molte persone che utilizzano Aperture per lavoro e ne sentiranno inevitabilmente la mancanza. Tuttavia l’approccio è chiaro ed è tutto mirato alla semplificazione, mentre in Google preferiscono avere una maggiore offerta anche se questa comporta frammentazione.

A Mountain View seguono strade diverse anche per i sistemi operativi, dal momento che Android è liberamente personalizzabile dagli OEM, mentre Chrome OS (per desktop) offre poca libertà di modifica, con il vantaggio di avere un approccio più coerente e massima rapidità negli aggiornamenti. Quest’ultima strada è stata seguita anche per Android Wear, sistema operativo per indossabili (come gli smartwatch), mentre un discorso a parte va fatto per Google Glass, unico progetto in cui Google realizza sia software che hardware. A lungo termine è difficile determinare quale sia l’approccio migliore, ma quello che è sicuro è che a Mountain View investono (o forse potremmo dire sprecano) molte risorse in più nel creare i progetti A, B, C e D quando potrebbero concentrarsi solo su A ed ottimizzarlo al meglio. Il lato positivo per l’utente è quello di avere maggiore scelta, ma non sono sicuro che sia un vantaggio quando poi ci si ritrova nella confusione di avere tante app che, sostanzialmente, fanno la stessa cosa.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.