Recensione: Sound Blaster E3, amplificatore e DAC per smartphone e computer

Da molto tempo la musica si è trasformata in bit e i bit sono diventati liquidi con servizi online come quello offerto dall’iTunes Store. Inizialmente furono gli MP3 ad imporsi sul mercato, ma non rendevano sicuramente contenti gli amanti della qualità vista la loro forte compressione lossy che deteriora il suono. Più avanti fu Apple, proprietaria del più importante store musicale online, a proporre il più efficiente formato AAC e ad innalzare il bitrate medio dei brani a 256kbps (prima lo standard era 128kbps). L’AAC non è ancora considerabile come un formato ad alta fedeltà, ma pur avendo sempre una compressione di tipo lossy (cioè con perdita di informazioni) è nettamente migliore dell’MP3 a parità di bitrate. Oggi l’ascolto musicale è diventato più casual e la maggior parte degli utenti si fa bastare la qualità di Spotify, quando non usa del tutto YouTube per trovare i propri brani preferiti gratuitamente. In questo panorama la fetta di audiofili puri è sempre più ristretta, ma se per una volta provate ad ascoltare la musica con una qualità migliore difficilmente tornerete indietro. Questa sensazione l’ho provata in questi giorni in cui ho avuto modo di utilizzare il Sound Blaster E3.

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Questo prodotto ha una duplice funzione, perché può essere impiegato come amplificatore Bluetooth per smartphone o tablet, oppure come DAC (convertitore digitale/analogico). Si presenta come una scatoletta con lati inclinati, misura 4,5 x 6 x 2 cm (clip inclusa) e pesa solo 44 grammi.

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Per adoperarlo con lo smartphone la prima cosa da fare è collegarcisi via Bluetooth, manualmente se si possiede un iPhone (cercandolo nell’apposita sezione delle impostazioni) oppure in modo del tutto automatico con un terminale che dispone di NFC. In questo secondo caso basterà avvicinare lo smartphone al Sound Blaster E3 e vedremo apparire una richiesta di collegamento.

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Sul uno dei lati corti sono disposte due porte minijack da 3,5mm, cosa che ci permette di collegare altrettante cuffie (o speaker) per condividere la musica. La seconda porta in realtà ha una doppia funzione perché, come vedremo più avanti nelle impostazioni del dispositivo, si può adoperare anche per collegare un microfono.

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Una volta stabilita la connessione Bluetooth con lo smartphone e collegate le nostre cuffie nell’apposita uscita, inizieremo ad ascoltare tutta un’altra musica. La prima cosa che si nota è che l’audio risulta sensibilmente più forte rispetto quello ottenuto usando le cuffie direttamente sul cellulare. Adoperando sorgenti di qualità medio-bassa, come lo stesso Spotify, ho notato che a volume massimo i bassi più importanti tendono a distorcere, ottenendo migliori risultati fermandosi all’80% delle possibilità del dispositivo (che corrisponde ad un volume quasi doppio rispetto a quello ottenibile senza). Dove l’effetto del Sound Blaster E3 è ancora più evidente è con brani di migliore qualità. Provandolo con della musica in AAC a 256kbps proveniente da iTunes il risultato è davvero eccellente. L’audio non distorce anche a volume molto elevato e la risoluzione è sensibilmente migliore. Si riescono a percepire con chiarezza tutti gli strumenti, i bassi sono pronunciati ma non soppressivi e i toni alti riprodotti con estrema precisione e nitidezza.

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Se state pensando che può essere scomodo avere un dispositivo in più da portarsi dietro, sappiate che in realtà non è così. Grazie alla clip posta alla base riusciamo ad agganciare facilmente il Sound Blaster E3 ai vestiti e vista la sua leggerezza sarà come non averlo. Inoltre così lo smartphone può essere tenuto anche in borsa, nella giacca o sulla scrivania, rimanendo liberi di muoversi.

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Grazie ai pulsanti posti su uno dei lati lunghi abbiamo la possibilità di controllare dall’E3 sia il volume che l’avanzamento delle tracce, non avendo così la necessità di interagire con lo schermo. I controlli si azionano bene e sono giustamente distanziati, ma avrei preferito che i pulsanti avessero una forma leggermente diversa per riconoscerli al tatto. Comunque ci si abitua facilmente alla loro posizione e si riescono ad azionare anche senza guardare.

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Dall’altro lato troviamo un pulsante di accensione e spegnimento che, tenendo premuto, attiva anche il paring Bluetooth, ed un secondo pulsante che serve per il play/pause o per rispondere ad una telefonata. Al centro c’è un LED di notifica bianco che si illumina per segnalare che il dispositivo è acceso, diventa blu durante la connessione Bluetooth e rosso per segnalare la ricarica. Come si può immaginare per rispondere ad una chiamata serve anche il microfono, il quale è presente nella zona superiore del Sound Blaster E3 e campiona l’audio a 24-bit/48 kHz. La qualità percepita dal nostro interlocutore è molto elevata, ma bisogna avere l’accortezza di non tenerlo troppo distante dalla bocca. Se ad esempio lo avete agganciato alla tasta dei pantaloni, la vostra voce risulterà ovviamente distante.

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Per quanto riguarda la qualità audio abbiamo già detto che molto dipende dalla sorgente, più questa è migliore più avvertiremo l’effetto dell’amplificatore. La stessa cosa vale per le cuffie, per le quali consiglierei modelli dalla resa più bilanciata possibile (a me piacciono le Sennheiser). La qualità via Bluetooth è già abbastanza buona ma volendo ottenere il massimo e sfruttare appieno i 112db di rapporto segnale-rumore (SNR) offerti dal Sound Blaster E3, si può anche collegare allo smartphone via USB con un cavo OTG. Questo non risulta nella dotazione di serie, ma stranamente l’ho trovato all’interno della mia (è quello nero). In tutti i casi non è un problema perché si trova facilmente anche su Amazon a circa 5€.

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Il cavo OTG si collega alla porta micro USB dell’E3 e all’altro capo si connette il cavo USB dello smartphone (quello Lightning nel caso dell’iPhone). Con questa configurazione l’E3 si comporta come un DAC e la qualità audio migliora ancora per precisione e volume rispetto quella ottenibile via Bluetooth. Purtroppo non sono supportati tutti i device e bisogna avere minimo: iPhone 5, iPad 4, iPad mini, iPod touch 5 o iPod nano 7. Per quanto riguarda il mondo Android la lista comprende i Galaxy S (dal 3 in poi), Note 2 e successivi, LG G2, Xiaomi Mi 3 e vari Sony Xperia serie Z. C’è un elenco sul sito Creative, ma non è molto aggiornato perché non riporta ad esempio iPhone 6 e Sony Xperia Z3 che io ho provato e funzionano alla perfezione, quindi immagino che anche altri terminali siano effettivamente compatibili.

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Sul lato destro si trova un ingresso audio minijack da 3,5mm, utilizzabile per adoperare l’amplificare con qualsiasi sorgente sonora cablata. In tutti i casi sia questa funzione che quella tramite cavo OTC appena vista, richiedono che non ci sia nessun dispositivo Bluetooth collegato. Sarebbe stato più pratico avere un selettore per scegliere la sorgente da utilizzare o semplicemente per spegnere il Bluetooth, mentre così è necessario scollegare lo smartphone manualmente per sfruttare le altre sorgenti.

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La micro USB si utilizza anche per ricaricare la batteria interna tramite una porta del computer o con un alimentatore (non incluso nella confezione). L’autonomia dichiarata è di circa 8 ore, quindi sufficiente per una giornata di ascolto fuori casa e per 4 film da 2 ore ciascuno. Personalmente l’ho notata inferiore, di circa 6 ore, probabilmente perché dipende dal volume d’ascolto e dai tempi di standy-by.

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Una volta collegato il Sound Blaster E3 al computer non solo ricaricheremo la batteria interna, ma potremo usarlo come DAC e configurarlo fin nei minimi dettagli. La resa in cuffia è la stessa che si ottiene utilizzandolo via OTG dallo smartphone ed offre una qualità ed un volume davvero elevati. Dal sito Creative si possono scaricare i Driver, i quali sono già stati aggiornati per OS X 10.10. Con l’E3 collegato alla porta USB possiamo lanciare l’app Sound Blaster E-Series Control Panel dalla quale si possono controllare decine e decine di parametri, come effetto surround, bassi, equalizzazione, ecc.. Inoltre è possibile collegare delle casse all’uscita delle cuffie e la seconda porta minijack può essere configurata per supportare un microfono.

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Conclusione

Il Sound Blaster E3 è un prodotto che mi ha conquistato. Forse non è indicato a tutti, ma se amate ascoltare musica di buona qualità questo DAC vi renderà felici. Si presta ad una grande quantità di impieghi: con lo smartphone via bluetooth o con il cavo, nonché sul computer per cuffie, casse o microfono. Esistono prodotti tecnicamente migliori, come lo stesso E5 di Creative, ma questo unisce una buona resa a versatilità e portabilità. Se intendete usarlo via Bluetooth potreste preferire un dispositivo più compatto, ma è davvero leggero e si porta con sé senza nemmeno accorgersene. Con sorgenti di qualità bassa offre un aumento di volume e definizione, ma richiede file migliori per dare il massimo. Tuttavia non servono necessariamente dei FLAC perché anche con gli AAC a 256kbps di iTunes si è dimostrato eccellente .Inoltre è una soluzione perfetta per ottenere un’audio immersivo e di elevata qualità nel gaming. Si può acquistare sul sito Creative per 129,99€ e gli assegno un voto complessivo di 4 stelle SaggiaMente, penalizzato solo da alcuni peccati veniali.

PRO
 Abbastanza compatto e leggero
 Molteplici modalità di utilizzo
 Buona qualità audio
 Possibilità di collegare due cuffie senza perdita di qualità
 Microfono integrato per l’utilizzo in chiamata
 Possibilità di collegare un microfono esterno
 Utilizzabile come DAC OTG sugli smartphone
 Utilizzabile come DAC per il computer
 Ampie possibilità di personalizzazione dal pannello di controllo
 Controlli fisici per volume, avanzamento, play/pausa, risposta alla telefonata
 Disponibilità di NFC per collegamento rapido
 Ideale per il gaming

CONTRO
 Richiede file e cuffie di buona qualità per dare il massimo
 Sarebbe stato utile un selettore per attivare/disattivare il Bluetooth
 Non economico

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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