DJI presenta Inspire 1, un drone con caratteristiche prosumer

Oggi arriva il primo articolo di SaggiaMente che parla di droni, conosciuti anche come UAV (Unmanned Aerial Vehicle) o con l’acronimo italiano APR (Aeromobile a Pilotaggio Remoto). Il motivo per cui abbiamo deciso di iniziare a trattare questo argomento è che si stanno diffondendo notevolmente tra i fotografi e i videografi. Io stesso ne ho acquistato uno da un paio di settimane, il DJI Phantom 2 Vision plus, e a breve cercherò di pubblicare una recensione completa (sempre se la cosa è gradita ai nostri utenti). Nel frattempo la stessa DJI, probabilmente l’azienda più conosciuta del settore, ha presentato un nuovo interessante modello.

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Le immagini non sono in scala

I due prodotti mostrati qui sopra sono rispettivamente il nuovo DJI Inspire 1 (a sinistra) e il DJI Phantom 2 Vision Plus (a destra), due opzioni disponibili per chi vuole un drone fotografico e per video “ready to fly”, cioè pronto per il volo senza che ci sia bisogno di assemblaggio, se non basilare. Questa è una novità fondamentale nel mondo dei droni a quattro rotori (quadrirotori), perché precedentemente erano venduti solo in kit, dove era necessario l’assemblaggio, spesso saldatura e calibraggio, oltre che rilevanti spese per un sistema di FPV (first person view, che permette di vedere su uno schermo quello che il drone sta inquadrando, indispensabile per un utilizzo quanto meno semi-pro). Il pacchetto offerto con il Phantom 2 Vision, seguito dalla versione “plus” e infine dal DJI Inspire 1, permette di avere sia il video in tempo reale che i comandi sull’inclinazione della fotocamera, oltre al controllo remoto dei parametri di scatto senza assemblare nulla se non avvitare le eliche e inserire la batteria.

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Il nuovo quadrirotore presentato da DJI nella notte tra il 12 e 13 novembre (ora italiana) si presenta con un design particolare, sembra quasi minaccioso rispetto al Phantom 2 e può modificare la posizione dei bracci, abbassati al suolo e alti in volo, così da non ostacolare la fotocamera. Vediamo alcune caratteristiche principali (ho aggiunto una descrizione per quelle di non immediata comprensione):

Velivolo

  • Capacità di mantenere la posizione (con un adeguato segnale GPS): 0.5 metri in verticale e 2.5 metri in orizzontale
  • Massima velocità in ascesa: 5 m/s (circa 18 km/h)
  • Massima velocità in discesa: 4 m/s (circa 14.4 km/h)
  • Massima velocità: 22 m/s (circa 79 km/h). La velocità massima è disponibile in modalità ATTI, cioè senza che il drone mantenga la posizione grazie al GPS. Una delle maggiori differenze tra GPS e ATTI è che in quest’ultima il drone non contrasta la quantità di moto, cioè continuerà a muoversi nella direzione di moto per un certo lasso di tempo anche se riportiamo lo stick del controller al centro. Non è una modalità per principianti.
  • Resistenza al vento: 10 m/s (circa 36 km/h)
  • Tempo di volo: circa 18 minuti (per confronto, il Phantom 2 Vision Plus ha 25 minuti secondo i testi, con 16-18 sul campo prima di farlo atterrare in sicurezza)
  • Dimensioni: 438 x 451 x 301 mm (le dimensioni del Phantom 2: 371 x 211 x 335 mm)

Fotocamera e Gimbal

  • Gimbal stabilizzato su 3 assi e 360°. Il gimbal è uno stabilizzatore attivo che contrasta i movimenti del velivolo e mantiene il livellamento della fotocamera con l’orizzonte
  • Risoluzione: 12 MP
  • Campo di visuale: 94°
  • Focale equivalente: 20mm
  • Sensore: CMOS Sony EXMOR 1/2.3”
  • Lente: 9 elementi in 9 gruppi compreso un elemento asferico e diaframma fisso f/2.8
  • Possibilitá di scattare foto in formato DNG (RAW standard)
  • Formati video disponibili:
    • UHD (4K): 4096 x 2160 p24/25, 3840 x 2160 p24/25/30
    • Full HD:1920 x 1080 p24/25/30/48/50/60
    • HD: 1280 x 720 p24/25/30/48/50/60
  • Bitrate: circa 60 Mbps (4K)

Controller

  • Frequenza: 5.8ghz per i comandi, 2.4ghz per il video (FPV)
  • Distanza operativa (campo aperto): 2km
  • Uscita Video: USB, HDMI
  • Supporto per Smartphone/Tablet

Anche per chi non è a suo agio nel panorama dei droni fotografici è abbastanza facile comprendere le potenzialità di questo prodotto: ottima manovrabilità, importante velocità in discesa (più che doppia rispetto al Phantom che si ferma a 2 m/s), ottima distanza operativa e il nuovo controller, su cui mi vorrei soffermare insieme ad altre caratteristiche.

Controller e sistema FPV (visuale in prima persona)

Questa è una delle caratteristiche più interessanti dell’Inspire 1, il controller (e il drone) integrano il sistema di collegamento Lightbridge, che permette di ricevere il segnale video in tempo reale, in HD e fino a lunghe distanze. Basta collegare un tablet nella porta USB o un monitor in quella HDMI e possiamo avere tutte le informazioni (come distanza, velocità, altitudine, ecc..) e una visuale in prima persona in tempo reale. Questo sistema, disponibile alla vendita anche separatamente, è altamente professionale e permette anche di utilizzare due controller, uno per pilotare e uno per azionare la fotocamera indipendentemente.

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Come per il Phantom 2 Vision Plus, anche per l’Inspire 1 sarà disponibile un’app gratuita per Android e iOS che permetterà di avere tutte le informazioni necessarie a nostra disposizione, grazie all’uscita USB del controller. Si potrà controllare la qualità del segnale video e del controller, batteria, satelliti e tutti i parametri di scatto. Funzioni più innovative sono il decollo e atterraggio automatico e la possibilità aggiornare la posizione “home”, cioè il punto in cui il drone torna automaticamente in caso di perdita della connessione o se attivata manualmente dal pilota. Questo è utile nel caso ci stiamo spostando e vogliamo che il punto di ritorno sia aggiornato con il nostro movimento.

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Stazionamento in interni

Se avete utilizzato un drone con GPS saprete che in esterni con un buon numero di satelliti (più di 6) avrete il posizionamento automatico, che permette di pilotare più facilmente il velivolo. In interni la situazione cambia e serve esperienza per pilotare in sicurezza. Il nuovo DJI Inspire 1 è dotato di due sensori e una fotocamera che inquadrano e “scandagliano” il terreno per rilevare e mantenere la posizione anche in interni. Questa funzione è molto utile quando non abbiamo ricezione GPS e dovrebbe semplificare di molto le manovre in tale situazione.

Fotocamera e sensore

Il DJI Inspire 1 integra una fotocamera con sensore 1/2.3″, stessa dimensione di molte compatte e smartphone (gli iPhone 5S/6/6+ hanno un sensore leggermente più piccolo da 1/3″) con risoluzione di 12 MP. Nel Phantom 2 Vision Plus il sensore ha le stesse dimensioni ma ha più megapixel (14) quindi possiamo supporre che il nuovo modello abbia migliore resa ad alti ISO. Evidente mancanza è la registrazione di video a 2.7K a 50/60 fps, molto utile per avere un file a 1080p “pulito” anche dopo le correzioni in post produzione. Il bitrate di circa 60 Mbps a 4K è simile a quello della GoPro 4 e dovrebbe offrire risultati accettabili, anche se la modalità più utilizzata probabilmente sarà 1080p a 60 fps, che grazie alla lente da 20mm equivalenti senza distorsione fish-eye dovrebbero essere sufficienti per video di qualità, fluidi e con possibilità di rallentare se necessario.

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Prezzo e considerazioni personali

La disponibilità è fissata per il 1° dicembre al prezzo di 2.859€ con un controller e 3.299€ con due, mentre il Phantom 2 Vision Plus è venduto a 1129€ (1199€ con una batteria extra). Personalmente utilizzo il Phantom 2 soprattutto per la fotografia e non in quanto appassionato di modelli radiocomandati o simili. Ovviamente riconosco sia divertente pilotare un drone ma, ovviamente, non li utilizzo solo per la passione di volare. Nonostante questo nuovo modello offra caratteristiche di tutto rispetto non credo che DJI abbia centrato completamente il bersaglio in ambito fotografico e video. Ritengo questa fotocamera un gradino sotto la GoPro 4 e un prodotto di questo livello avrebbe meritato un sensore più grande e maggiori funzionalità, ad esempio la registrazione a 2.7K a 50/60fps e un bitrate superiore. Altra “incognita” è la trasportabilità: il Phantom 2 può essere trasportato tranquillamente come bagaglio a mano, mentre per l’Inspire 1 non ne siamo così sicuri perché i suoi bracci non sembrano ripiegabili. Rimane comunque relativamente compatto e dovrebbe entrare in una grande valigia o un ampio zaino per il trasporto a spalla. Vi lascio con due video, una mini preview di Jared Polin (dove in alcuni fotogrammi si possono notare un po’ troppe vibrazioni) e un secondo filmato più promettente che mostra ottima stabilità e definizione, oltre che pochissime distorsioni con la focale grandangolare di 20mm.

Alessio Andreani

Special Editor - Sono nato a Loreto, nelle Marche. La fotografia occupa gran parte del mio tempo, sia per lavoro che per passione, due aspetti che a volte coincidono. Vivo a Milano. Pagina Facebook

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