Recensione: Panasonic LX100, la compatta che non teme confronti

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In questi ultimi anni nel mondo delle reflex le novità sembrano arrivare con il contagocce, mentre le mirrorless e le compatte prosumer migliorano con molta velocità. Queste ultime sono diventate fertile terreno di scontro tra i vari produttori, in particolare da quando Sony ha inaugurato una nuova tendenza con la sua prima RX100. Se le DSLR dopo tanti anni hanno raggiunto una maturità che le ha rese quasi statiche, le compatte prosumer sono invece in pieno fermento. Ormai si utilizzano sensori sempre più grandi, obiettivi molto performanti e perfino mirini elettronici ampi e di elevata qualità. La Panasonic LX7 del 2012 era ancora della vecchia scuola, sicuramente valida ma con un sensore da 1/1,7″ non aveva la possibilità di competere in questo nuovo mercato. Il modello LX100 lanciato quest’anno ha invece deciso di ingaggiare la sfida con RX100 e simili, montando un sensore Quattro Terzi che ha un’area due volte più grande di quello da 1″.

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Caratteristiche principali

La Panasonic LX100 ha un sensore multiaspetto da 16MP che consente di mantenere lo stesso angolo di campo in formato 4:3, 3:2 e 16:9. La casa giapponese non è nuova a questo genere di soluzione, presente anche nella vecchia GH2, ed è un buon metodo per mantenere inalterata la lunghezza focale se si preferisce scattare nel più classico 3:2 o passare al video in 16:9. Per ottenere questo risultato non si sfrutta pienamente tutta l’area del sensore, ma se ne utilizza una porzione più piccola adeguando le proporzioni al campo visivo. Ovviamente questo comporta una risoluzione inferiore, che è di 12,7MP in 4:3, 12,2MP in 3:2, 11,3MP in 16:9 e 9,5MP scegliendo l’1:1. Quest’ultimo formato è l’unico in cui si perde la lunghezza focale dell’obiettivo, ma è comunque il meno interessante dal punto di vista fotografico.

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La seconda caratteristica degna di nota è l’obiettivo Leica, che offre focali equivalenti a 24-75mm con l’ottima apertura di f/1,8-2,8. Il processore d’immagine è lo stesso Venus Engine presente nella GH4 e nella bridge FZ1000, mentre lo scatto continuo raggiunge gli 11fps. Per essere una compatta è abbastanza voluminosa, ma ha molte ghiere e controlli fisici, nonché un ampio mirino integrato con risoluzione XGA (1024 x 768 pixel). Per quanto riguarda il video è l’unica compatta prosumer sul mercato a registrare in 4K, oltre che in FullHD fino a 50fps. Nella dotazione non mancano il Wi-Fi e l’NFC per una connessione veloce con smartphone e tablet.

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Corpo ed ergonomia

La LX100 non è la più piccola tra le recenti compatte a largo sensore, anzi le sue dimensioni sono inferiori solo alla Canon G1X Mark II (recensione). Se si considera l’ingombro del mirino, sporgente sul retro, e dell’obiettivo, lo spessore complessivo ammonta a ben 65mm, di cui il corpo occupa solo 26mm. In sostanza non è effettivamente tascabile come dovrebbe essere una compatta e neanche ampia e comoda come una reflex, ma viste le sue specifiche la LX100 vuole essere qualcosa di più.

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Ha un’impugnatura sul fronte non troppo sporgente, tuttavia la presa risulta salda anche grazie ad un alloggio ben congegnato per il pollice nell’area posteriore. Pesa 393 grammi con batteria e memoria e risulta ben bilanciata in mano. È tutta in metallo, compreso il barilotto dell’obiettivo, con un livello costruttivo davvero elevato. Forse l’ergonomia non è il massimo per chi ha mani grandi, ma è piacevole da impugnare e da utilizzare, con ghiere e pulsanti molto precisi (anche se alcuni sono un po’ piccoli).

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Display e mirino

Lo schermo posteriore da 3″ con 920 mila punti è piuttosto “standard”: non possiede né il touchscreen né la possibilità di essere inclinato. Sotto questo aspetto Panasonic avrebbe potuto fare di più e in particolare mi è sembrata strana l’assenza del touchscreen che è da tempo una caratteristica distintiva delle sue fotocamere. Per quanto riguarda la resa però devo ammettere che mi ha stupito positivamente, avendo una luminosità automatica molto efficiente che si adatta benissimo alla forte luce solare, rimanendo perfettamente visibile anche in pieno giorno. Inoltre i riflessi sono molto contenuti e la risoluzione più che sufficiente allo scopo, per cui anche se non è tra le sue caratteristiche più attraenti, è certamente un pannello LCD di buona qualità. Di base la visualizzazione viene ottimizzata per poter vedere bene l’immagine nello schermo (o nel mirino) a prescindere dai parametri di scatto impostati, ma consiglio di attivare del menu principale (sezione C) l’anteprima costante: questa consente di avere una visione effettiva dell’esposizione in base a tempo, apertura e sensibilità impostati, così da poter verificare la correttezza dei parametri prima dello scatto.

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Il mirino elettronico integrato sporge per 11mm dal retro del corpo. È posto in alto a sinistra e possiede la correzione ottica delle diottrie, regolabili con una rotella verticale sulla destra. Essendo di fatto un secondo display offre una copertura del 100% e tutte le informazioni di scatto visibili anche nello schermo principale. La risoluzione XGA è ottenuta con 2,7 milioni di punti RGB e l’ingrandimento di 1,39x è sufficiente ad una visione nitida e ampia, mentre la frequenza di refresh è sufficientemente elevata da restituire immagini fluide anche in movimento. C’è un piccolo sensore di prossimità che consente di attivare il mirino automaticamente avvicinando l’occhio, ma con il settaggio di base il pulsante Fn3 ha lo scopo di passare manualmente nelle tre posizioni: solo display, solo mirino o automatico.

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Controllo, impostazioni, menu

Nella Panasonic LX100 è stata dedicata particolare attenzione ai controlli fisici, i quali sono presenti in grande quantità per soddisfare anche i più esperti. Non c’è un selettore per i modi di scatto (P, A, S, M, scene, ecc..) ma i parametri possono essere settati in modo molto diretto ed intuitivo, privilegiando l’uso in manuale. La ghiera più esterna sul barilotto consente di impostare l’apertura, con valori da f/1,7 a f/16 che avanzano con un passo preciso in cui ogni scatto corrisponde ad 1/3 di stop (ad esempio tra f/1,7 e f/2,8 ci sono le posizioni intermedie f/2, f/2,2 e f/2,5). La prima posizione è indicata da una A in rosso, che imposta l’apertura in automatico. In cima c’è invece una ghiera in cui si può impostare il tempo con scatti di uno stop (1/30, 1/60, 1/125, ecc..).

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La rotella posta sul retro, in corrispondenza del pad direzionale, serve per settare tempi intermedi oppure superiori o inferiori ai due limiti estremi di 1″ e 1/4000. Per fare un esempio se si imposta la ghiera su 1/60 con la rotella posteriore possiamo selezionare da 1/40 fino ad 1/100, invece impostando il tempo massimo di 1″ si può salire fino a 60″ e con il tempo minimo di 1/4000 si può scendere fino a 1/16000. Da notare che la posizione T non si comporta come il tradizionale Bulb, perché imposta un tempo fisso di 60″ che non si può né interrompere prima né aumentare ulteriormente, e questo è un limite per alcuni tipi di fotografia dove servono esposizioni più lunghe. Anche sulla ghiera dei tempi c’è la posizione automatica, indicata da una A in rosso. Quando almeno uno dei due (ovvero tempo o apertura) è impostato su auto, allora si può usare la ghiera di compensazione di esposizione posta in cima, che va da +3 a -3 con step di 1/3EV. Purtroppo se i due principali parametri sono impostati manualmente e l’ISO in automatico, la compensazione non riesce ad agire modificando il valore della sensibilità. Sarebbe stata una cosa utile a mio modesto parere, ma bisogna ammettere che nessuna fotocamera con layout simile ha questa funzione, neanche la tanto acclamata Fujifilm X-T1 (recensione).

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Come avrete probabilmente già capito, anche se non ci sono i classici metodi PASM questi sono ottenibili con l’utilizzo combinato delle due ghiere di tempo ed apertura. Di seguito vi propongo una tabella che ne riepiloga l’impostazione:

Metodo di scatto Ghiera dei tempi Ghiera delle aperture
Modo P (Program) Auto Auto
Modo A (Priorità di Apertura) Auto Manuale
Modo S (Priorità dei Tempi) Manuale Auto
Modo M (Manuale) Manuale Manuale

Ovviamente non ci si poteva dimenticare di un metodo completamente automatico, ottenibile con la semplice pressione del piccolo tasto con la dicitura iA posto in cima. Qualsiasi siano le impostazioni manuali della fotocamera questo metodo le ignora e passa a gestire tutto in modo automatico, selezionando la scena migliore in base a ciò che inquadriamo, quando lo premiamo una seconda volta si disattiva e ritorniamo ad avere il controllo diretto dell’esposizione.

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Sul retro si nota immediatamente la rotella di cui abbiamo già parlato, la quale può anche essere premuta nelle quattro direzioni per ottenere accesso rapido ad altrettanti parametri: ISO in alto, bilanciamento del bianco a destra, metodo di avanzamento in basso e messa a fuoco a sinistra. Il tasto DISP. in basso a destra alterna le possibili visualizzazioni sullo schermo (con o senza parametri di scatto, con livelle, solo informazioni per l’uso del mirino, spento), mentre il pulsante play consente l’accesso alla modalità riproduzione. Il Quick Menu, in alto a sinistra, consente di avere a schermo la qualità video, il formato di registrazione, la modalità AF, il metering ed altri parametri, mentre il menu principale si raggiunge con la pressione del tasto al centro del pad direzionale. Ci sono tre tasti funzione personalizzabili dal menu e sono Fn1, posto in basso a sinistra, e poi Fn2 ed Fn3 vicini al mirino.

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Ho trovato particolarmente scomoda la posizione del pulsante di registrazione video, facilmente riconoscibile per il cerchietto rosso. Oltre ad essere un po’ troppo defilato è poco sporgente e richiede una pressione forte che comporta inevitabilmente dei movimenti del corpo ad inizio e fine della registrazione (che si vedono poi nei filmati). Se stiamo scattando in 4:3 ed attiviamo il video bisogna tenere a mente che l’inquadratura passerà automaticamente in 16:9 andando a tagliare parte della scena in alto e in basso. Per questo motivo se si intende lavorare molto col video può essere utile impostare temporaneamente il formato 16:9, così da avere un’anteprima corretta prima di registrare. Per farlo bisogna azionare il selettore posto alla base dell’obiettivo, il quale possiede le posizioni 4:3, 3:2, 16:9 e 1:1. Il problema è che questo è proprio attaccato alla ghiera dello zoom ed è impossibile spostarlo senza ruotarla involontariamente (la stessa cosa vale per il selettore della messa a fuoco che vedremo più avanti).

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Oltre a questo inconveniente la ghiera che controlla lo zoom ha un movimento molto fluido e con la giusta resistenza, ma il cambio della lunghezza focale avviene digitalmente e quindi non si ha un feedback naturale. Se impostiamo il fuoco manuale questa stessa ghiera controlla la messa a fuoco, mentre lo zoom è sempre ottenibile con il selettore W/T posto attorno al pulsante di scatto. Qui vicino c’è anche un piccolo tastino “Filter” che consente di scegliere tra 22 effetti visivi (ovviamente applicati solo al JPG): espressivo, nostalgico, vecchi tempi, high key, sottoesposizione, seppia, monocromo, monocromatica dinamica, monocromo sgranato, monocromo vellutato, opera d’arte, high dynamic, processo incrociato, effetto giocattolo, giocattolo colori vivi, bleach bypass, miniature effetto, messa a fuoco soft, fantasy, filtro a stella, punto colore e bagliore.

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Il menu principale è quello classico di Panasonic, diviso in 5 sezioni e abbastanza ricco di funzionalità e personalizzazioni. È strutturato in modo chiaro, così da risultare intuitivo, e per ogni voce di menu appare in cima una scritta scorrevole che ne spiega il significato. Vista l’ampia presenza di controlli fisici, dopo la prima impostazione iniziale vi si dovrà ricorrere pochissime volte.

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AF – Messa a fuoco

La messa a fuoco nella LX100 avviene per ricerca di contrasto ed è davvero veloce e precisa come da tradizione Panasonic. Per metterla in difficoltà bisogna cercare di focheggiare in un’area piatta e senza contrasto, ma basta una piccola differenza di luminosità o colore per consentirle di archiviare correttamente il fuoco (anche se un po’ più lentamente). Nel buio più completo si attiva la luce ausiliaria che copre tranquillamente fino a circa 10 metri, offrendo la possibilità di mettere a fuoco anche in condizioni estreme. Un selettore posto lateralmente, alla base dell’obiettivo, consente di impostare AF standard, macro o fuoco manuale. Come già anticipato in precedenza questo è troppo vicino alla ghiera dello zoom che è facile spostare inavvertitamente mentre si cambia il tipo di messa a fuoco. In modalità macro si può mettere a fuoco fino a 5cm dall’obiettivo impostato a 24mm, mentre il fuoco manuale si controlla con la ghiera dello zoom e si vede a video un ingrandimento dell’area centrale per aiutare a focheggiare. Inoltre si può attivare il focus peaking che evidenzia di azzurro i contorni degli elementi messi a fuoco (anche se non è molto preciso).

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Cliccando a sinistra sul pad direzionale si attiva la scelta dell’area di messa a fuoco, potendo scegliere tra: face detection, tracking, 49 aree (auto), personalizzazione multipla (per attivare solo alcune righe), 1 area e messa a fuoco precisa (che agisce su pochissimi pixel). Dopo aver indicato il metodo si può successivamente premere il tasto in basso per selezionare l’area. Purtroppo non essendoci il touchscreen si deve spostare manualmente con i tasti freccia risultando tedioso e decisamente poco comodo. Il tracking è abbastanza preciso per una compatta e consente di seguire discretamente bene soggetti che si muovono velocemente nel fotogramma. Dal menu o dal Quick Menu si può impostare l’AF continuo, la cui resa comunque è piuttosto discutibile perché va continuamente in ricerca di fuoco anche stando fermi sullo stesso soggetto (tenendo il pulsante di scatto a metà corsa). Onestamente non mi sento di recriminarle molto su questo aspetto perché nessuna compatta che io abbia provato si comporta molto meglio.

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Flash

Nella LX100 Panasonic non è riuscita ad integrare un flash nel corpo, ricorrendo all’utilizzo di una piccola unità esterna inclusa nella dotazione di base. Questa si collega alla slitta superiore ed è dotata di un sacchetto morbido per il trasporto. Il flash ha una portata di 7m alla sensibilità base di ISO 100, che probabilmente potevano essere di più considerando l’adozione di un modulo esterno. In tutti i casi risponde adeguatamente ad un semplicissimo utilizzo da compatta, più che altro per illuminare piccoli ambienti o per un po’ di schiarita delle ombre di giorno. Interessante notare che Panasonic ha inserito un pulsante di accensione e spegnimento sul retro, così non bisogna staccarlo quando non lo si vuole utilizzare.

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Metering – Esposizione

La valutazione esposimetrica si cambia dal menu principale o dal quick menu, potendo scegliere tra multi, centro pesato e spot. La multi, che è quella predefinita, si comporta generalmente bene, ma quando la scena inquadrata presenta forti contrasti predilige mantenere visibili le aree buie, con il risultato di bruciare le alte luci. Per fortuna il display è così fedele che il problema si nota già in fase di inquadratura (specie utilizzando l’anteprima costante) per cui si può correggere con la compensazione di esposizione. Nell’esempio seguente sono dovuto scendere di 1 stop e 1/3 per mantenere visibile il cielo e gli alberi illuminati, avendo sempre la possibilità di schiarire leggermente le ombre in post-produzione.

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Da segnalare che si può impostare una curva di illuminazione dal menu, la quale avrà effetto su tutti i JPG sviluppati dalla fotocamera e sui video. Si possono modificare luci ed ombre con valori da +5 a -5, avendo anche a disposizione alcuni preset e tre posizioni memorizzabili dall’utente. Si può ad esempio avere ombre più illuminate e aree chiare meno accese, così da aumentare la gamma dinamica perdendo un po’ di contrasto, oppure al contrario intensificare il contrasto scurendo le ombre e schiarendo le luci.

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WB – Bilanciamento del bianco

Devo ammettere che in tutto il periodo di prova non ho mai trovato necessario spostarmi dal bilanciamento automatico del bianco, il quale si comporta esattamente come dovrebbe. È utile però avere un accesso rapido (freccia a destra) così da poterlo modificare rapidamente se necessario. Sotto questo aspetto la piccola LX100 non teme confronti ed ha un menu praticamente identico a quello della costosa GH4. Le impostazioni disponibili sono: auto, sole, nuvoloso, ombra, incandescente, flash, gradi Kelvin (con step di 100K) e ben 4 posizioni personalizzabili dall’utente. Possiamo quindi memorizzare quattro bilanciamenti del bianco da poter riutilizzare se ci dovessimo trovare nelle medesime condizioni di luce (magari se scattiamo frequentemente negli stessi ambienti) e la personalizzazione è semplicissima perché basta premere la freccia in alto e ci verrà richiesto di impostare il bianco inquadrando una piccola area di colore neutro (l’ideale è il grigio chiaro).

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Metodo drive – scatto continuo

La Panasonic LX100 offre uno scatto continuo da ben 11 fotogrammi al secondo. Ho provato a catturare l’audio come faccio di solito per verificare l’effettiva velocità, ma il suono emesso elettronicamente non sembra rispecchiare l’effettiva velocità di scatto. Utilizzando una SanDisk Extreme Pro da 95MB/s ho potuto archiviare effettivamente poco più di 10fps, con un buffer che si è dimostrato davvero molto valido. In JPG si prosegue praticamente all’infinito, in RAW si memorizzano quasi 50 foto prima di saturarlo (procedendo poi al ritmo di 2,5fps), mentre in RAW+JPG si possono scattare fino a 40 immagini prima di riempire il buffer, con una velocità che successivamente scende a circa 1,5fps. Onestamente sono risultati di altissimo rilievo per una compatta, anche una prosumer come questa. Oltre allo scatto a raffica, veloce e lento, abbiamo anche la forcella e l’autoscatto 10 o 2 secondi. Se si scatta in solo JPG si può anche scegliere l’aspect bracketing (che scatta l’immagine in 4:3, 3:2, 16:9 e 1:1) e il panorama automatico. Quest’ultimo si comporta molto bene, ma ho trovato davvero scomodo non poterlo selezionare avendo attivo lo scatto in RAW, sarebbe stato più pratico farlo selezionare comunque avvertendo che in questa modalità si cattura solo il JPG. Di seguito un esempio di panorama (cliccate sulla foto per scaricarla a dimensione piena).

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Qualità d’immagine e resa ad alti ISO

DxOMark ha già testato la LX100 e come sempre iniziamo con la sua prova del sensore per avere un punto di partenza utile alla nostra valutazione sulla qualità d’immagine. Come si può notare ha ottenuto un punteggio identico a quello della Sony Rx100 Mark III (67), mentre rispetto la Canon G1 X Mark II (58) si è posizionata in vantaggio. Se si vanno ad analizzare i singoli aspetti si nota che la LX100 unisce il meglio delle altre due compatte a largo sensore prese in esame, ovvero un rapporto segnale/rumore all’altezza della G1 X Mark II ed una profondità colore e gamma dinamica che compete ad armi pari con la RX100 Mark III.

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Negli scatti di prova ho notato una gamma dinamica effettivamente molto estesa per una compatta, con la possibilità di recuperare bene le luci e schiarire abbondantemente le ombre in post-produzione senza incorrere in una considerevole quantità di rumore. Come si può notare nel crop al 100% di destra, anche avendo schiarito al massimo le aree scure in Lightroom, il dettaglio rimane molto elevato e i contorni dell’immagine precisi ed incisivi. Ovviamente per spremere al massimo il sensore è opportuno lavorare sui file RAW, ma grazie alla possibilità vista poco fa di definire una curva di schiarita delle ombre, si riescono ad ottenere immagini con estesa gamma dinamica anche direttamente in JPG.

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Oltre ad essere molto luminoso, l’obiettivo Leica si è dimostrato anche particolarmente nitido. In alcune foto ho notato la presenza di un po’ di aberrazione cromatica laterale, ma complessivamente ha una qualità davvero molto elevata. Il grandangolo da 24mm è più che sufficiente per un uso generalista, e non presenta eccessiva distorsione, forse l’unico limite può essere il tele che offre un rapporto di ingrandimento poco superiore al 3x: durante le escursioni può capitare di voler fotografare soggetti lontani e i 75mm possono effettivamente risultare un po’ stretti.

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A basse sensibilità i JPG sono sviluppati abbastanza bene e non c’è una notevole perdita di definizione rispetto al file grezzo, tuttavia guardando i crop al 100% si può verificare un po’ di micro-dettaglio in più nel RAW.

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Interessante notare che la coppia sensore/obiettivo della LX100 la rende l’attuale regina delle compatte prosumer. Solo la G1 X Mark II ha un sensore analogo, ma in quel caso l’obiettivo è meno luminoso. Grazie a questa combinazione unica riusciamo ad ottenere fotografie dal look professionale e con un’evidente tridimensionalità. Inoltre lo sfocato è morbido ed il bokeh circolare e delicato.

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La riduzione del rumore sui JPG è particolarmente presente. A 1600 ISO le immagini sono pulitissime, ma rispetto al RAW si perde un po’ di dettaglio. Come consuetudine, insomma, il file sviluppato oncamera è pronto per l’uso e la condivisione, mentre quello grezzo ci consente di ottenere migliori risultati anche se richiede un po’ di post-produzione, perché il rumore è presente fino da 800 ISO.

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Ovviamente più si sale con la sensibilità più la perdita di dettaglio del JPG è evidente. Di seguito vi mostro un crop al 100% di una foto scattata a 6400 ISO, dal quale si nota che il RAW presenta un rumore pronunciato, mentre il JPG è pulito ma forse un po’ troppo piatto. Tuttavia quest’ultimo ha un look molto buono se visto sullo schermo a dimensione naturale e presumo che anche nelle stampe di piccolo formato renda bene. Potete scaricare il file completo da questo link.

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Passiamo ora al nostro classico test in studio, dove analizziamo dei crop al 100% della medesima scena catturata a tutte le sensibilità disponibili, sia in RAW che in JPG. La Panasonic LX100 parte da 200 ISO per arrivare a 25600, ma ha anche la modalità estesa 100 ISO (da attivare tramite il menu principale). Le foto in JPG sono realizzate con il profilo colore standard, mentre quelle in RAW sono sviluppate con Lightroom impostando la riduzione del rumore a zero, sia per la luminanza che per la crominanza.

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Formato Sensibilità
JPG 100 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600
RAW 100 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600

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Come si può notare c’è una notevole differenza di colori, molto più vividi nelle foto in JPG (forse anche troppo). Ovviamente ci sono anche altri profili immagine utilizzabili, tra cui quello “naturale” che offre una saturazione più contenuta (e simile al RAW). Come abbiamo già avuto modo di vedere, anche le immagini a 6400 ISO sono virtualmente prive di rumore nel formato JPG e si possono usare senza problemi per la visione a monitor e anche per la stampa, a patto di non esagerare con le dimensioni. Con i RAW il disturbo si presenta leggero a 400 ISO e diventa più evidente ad 800. Il livello di dettaglio viene mantenuto abbastanza elevato anche a 1600 ISO, ma qui è richiesto l’utilizzo della riduzione del rumore in post-produzione. Salendo con le sensibilità i file grezzi sono un po’ difficili da lavorare, perché il disturbo cromatico diventa piuttosto invasivo, e da 3200 ISO in su sono quasi meglio i file JPG che la fotocamera riesce a sviluppare con un giusto equilibrio tra dettaglio e rumore. Le posizioni più estreme di 12800 e 25600 ISO sono da usare solo in casi estremi, ma per la visione piccola a monitor la prima è ancora sufficiente (in particolare il JPG). Mediamente direi che la LX100 ha 1/2 stop di vantaggio per il rapporto segnale/rumore rispetto la Sony Rx100 Mark III, mentre è quasi identica alla Canon G1 X Mark II. La dimensione del sensore in questo ambito si conferma essere una discriminante importante.

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Connessioni, memoria, batteria

Le poche connessioni disponibili nella LX100 sono disposte dietro un piccolo sportellino nella zona destra. Qui troviamo l’uscita micro HDMI per il collegamento ad un TV e quella proprietaria che con il cavo in dotazione offre la porta USB e l’uscita audio/video analogica.

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Memoria e batteria sono invece disposte sotto un sportellino posto alla base. Per quanto riguarda la prima sono supportate SD/SDHC/SDXC fino all’UHS-1, mentre per la seconda c’è un’unità da 1025mAh e 7,4Wh. L’autonomia offerta secondo lo standard CIPA è di 300/350 scatti, che è la più elevata per la categoria. Purtroppo corpo compatto significa anche batteria piccola e quindi difficilmente questo genere di fotocamere potrà superare tali limiti. Sul campo si comporta bene ed offre la possibilità di fare un’intera giornata di scatti e video, mentre l’utilizzo del Wi-Fi comporta un drenaggio maggiore.

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La Panasonic LX100 possiede un modulo Wi-Fi a/b/g/n attivabile dal menu oppure, più rapidamente, dal tasto Fn2 posto sul retro (salvo diversa personalizzazione). Avendo il chip NFC posto a sinistra, basta avvicinare uno smartphone Android che ne è dotato per arrivare all’app di controllo remoto sul Play Store ed un secondo tocco abbina i due dispositivi. Con un iPhone bisogna invece fare il classico doppio passaggio manuale: prima attivare la rete dalla fotocamera e poi collegarsi dallo smartphone. Il controllo remoto funziona bene, con poco lag e la possibilità di mettere a fuoco, controllare lo zoom, il bilanciamento del bianco e la sensibilità. Non sono invece riuscito in nessun modo a modificare tempo, apertura e compensazione di esposizione, anche lasciando le ghiere su A (ed è un peccato perché l’app ha gli appositi pulsanti ma risultano disattivati).

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Video

Una delle caratteristiche più intriganti della LX100 è la possibilità di registrare video in formato 4K. È la prima compatta prosumer a raggiungere questo risultato, così come la GH4, sempre di Panasonic, è stata la prima mirrorless. Per sfruttarlo si deve optare per la registrazione in MP4 e non in AVCHD, con la quale ci si ferma al FullHD. Si può scegliere il 4K a 100Mbps con 25/24fps, il FullHD a 28Mbps con 50fps oppure a 20Mbps con 25fps (ci sono anche i formati HD e VGA, ma sono meno interessanti).

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Sono riuscito a registrare a 4K 100Mbps anche con una SDHC da 16GB della Transcend non particolarmente veloce, probabilmente il buon buffer della LX100 viene in aiuto anche in questa situazione. In tutti i casi visto l’alto bitrate è sicuramente consigliabile adottare schede più performanti, almeno da 45MB/s (meglio 95). Da notare che la fotocamera associa all’alto bitrate anche delle funzioni ed un controllo video particolarmente evoluto. Ad esempio consente di modificare tutti i parametri di scatto anche durante la registrazione, nonché di zoommare e di utilizzare la ghiera per il manual focus insieme al focus peaking come metodo di assistenza. Ovviamente vista la dimensione ed il ridotto peso del corpo non è facile ruotare la ghiera senza toccare l’altra mano o generare vibrazioni, ma questo è un limite fisico di cui difficilmente ci si può lamentare. Inoltre dal menu è possibile attivare anche lo zebra pattern per avere un’indicazione visiva delle aree tendenti alla sovraeposizione.

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Viste queste ottime caratteristiche nel campo video sarebbe stato il perfetto completamento la disponibilità di un ingresso audio per un microfono esterno, ma non si può volere tutto dalla vita. Per quanto riguarda il fuoco automatico continuo si comporta male nel video come nelle foto: tende ad andare in ricerca di fuoco a ripetizione anche puntando un soggetto statico, quindi è onestamente da evitare. Di seguito un breve filmato in 4K con alcuni frammenti video catturati in un boschetto a mano libera e con il profilo colore standard. La stabilizzazione nelle foto funziona bene, mentre devo dire che nei filmati l’apporto si nota in misura minore (non li ho volutamente stabilizzati in post produzione per vedere il dettaglio reale). YouTube ha una forte compressione quindi vi lascio anche il link al file originale da scaricare.


Conclusione

Siamo così arrivati al momento di tirare le somme e decidere che voto dare a questa fotocamera. Le premesse sono decisamente ottime, tant’è che nel mio confronto tra compatte a largo sensore del 2014 la LX100 aveva ottenuto il maggior numero di punti a suo favore. Ha un corpo ben realizzato e bello, un sensore molto valido, un mirino efficace ed un obiettivo incisivo e luminosissimo, nonché una grande quantità di controlli fisici manuali. Il video 4K è un’aggiunta interessante, anche se non fondamentale, e possiede una grande ricchezza di funzioni quali Time-Lapse, animazione Stop Motion, modo Panorama, filtri creativi, ecc.. Le si potrebbe recriminare l’assenza di un filtro ND integrato, ma bisogna anche considerare che lo scatto fino a 1/16000 offre tre stop di guadagno rispetto alla Sony Rx100 M3 o Canon G7X che si fermano a 1/2000, quindi è più facile usare l’apertura massima anche di giorno per le foto. Nei video, invece, il filtro ND sarebbe stato effettivamente utile ed è un peccato non averlo. Sempre nel campo video l’ingresso audio avrebbe coronato un ambito davvero ben riuscito, ma anche così la LX100 offre la migliore qualità di registrazione ed esperienza d’uso tra le compatte a largo sensore. Non è una fotocamera esente da difetti, e ne troverete molti enumerati nei contro, tuttavia offre una combinazione di ottica luminosa e grande sensore attualmente inarrivata da altri competitor. Una cosa che non sono riuscito a menzionare nella recensione ma ci tengo a riportare in quanto fa parte della mia esperienza diretta, è che in alcuni casi si è presentato un fastidioso lag di quasi un secondo prima della cattura della foto dopo la pressione del pulsante di scatto. Purtroppo non sono riuscito a riprodurlo sistematicamente per capire da cosa dipenda, ma fortunatamente è successo poche volte (direi una decina in un migliaio di scatti che ho effettuato). Se cercate una compatta che possa effettivamente sostituire una reflex in quanto a qualità foto/video allora la Panasonic LX100 merita di essere presa in seria considerazione. Certo non è la più piccola o la più economica e le manca qualcosa qua e là per essere davvero perfetta, ma complessivamente offre tutto quello che si potrebbe desiderare da una fotocamera del genere e brilla anche per il look, la qualità costruttiva e l’alto livello di controllo. Tutto ciò ha un prezzo che al momento su Amazon è di circa 810€ spedizione inclusa. Visti i numerosi aspetti negativi che ho segnalato si potrebbe immaginare un voto minore, tuttavia molti di questi nascono dal fatto che la fotocamera è tanto valida che viene spontaneo aspettarsi il massimo in ogni ambito. Comunque la grande quantità di caratteristiche estremamente positive rendono l’esperienza di scatto la migliore che io abbia mai provato in una compatta prosumer, così come la qualità dei risultati. In definitiva non le si può assegnare meno di 4,5 stelle.

PRO
+ Sensore Quattro Terzi multi-aspetto
+ Ottima qualità d’immagine, buona resa ad alti ISO
+ Obiettivo molto incisivo e luminoso
+ Costruzione di elevata qualità
+ Ottimo display, senza riflessi e visibile anche alla luce del sole (vedi contro)
+ Mirino elettronico integrato di buona qualità
+ Massima velocità di scatto di 1/16000
+ Ottima raffica da 11fps con un buffer capiente
+ Controlli manuali diretti ed efficienti, con possibilità di impostare Intellegent Auto con un pulsante
+ Messa a fuoco molto veloce e precisa, con presenza di illuminatore ausiliario
+ Macro a 5cm
+ Tracking abbastanza efficiente per una compatta
+ Ghiere fisiche per AF, compensazione e formato di scatto
+ Menu completo e di facile comprensione
+ Tre pulsanti personalizzabili
+ Wi-Fi ed NFC per controllo remoto
+ Ha la migliore autonomia tra le compatte prosumer attuali
+ Ottima registrazione video fino al 4K 100Mbps (con controlli e fuoco manuale)
+ Funzioni Zebra / Focus Peaking per il video
+ Molte funzioni evolute: Time-Lapse, Stop Motion, Panorama, Filter, ecc..

CONTRO
- Non tascabile come alcune sue rivali, ma neanche così grande da avere un’ottima ergonomia
- Display non inclinabile e non touchscreen
- Tempo di scatto più lento (posa T) di soli 60″
- Pulsante di registrazione video piatto e posto in posizione scomoda
- Agendo sui selettori del formato di scatto e del modo AF si sposta facilmente la ghiera dello zoom
- La ghiera dello zoom è fluida, ma la risposta digitale dell’obiettivo è imprecisa
- Flash esterno scomodo da utilizzare (finirà riposto in qualche cassetto)
- Implementazione non perfetta del focus peaking (a volte è impreciso)
- Mancanza di un ingresso per il microfono esterno
- 12MP possono risultare pochi per alcuni utilizzi
- Mancanza di un filtro ND integrato
- La lunghezza focale massima di 75mm può essere corta in alcuni casi
- Senza touchscreen impostare il punto di messa a fuoco è più scomodo
- Ridotto controllo dei parametri di scatto da smartphone
- Ogni tanto si è presentato un fastidioso lag di quasi un secondo al momento dello scatto

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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