È arrivata la sentenza finale riguardante la causa intentata contro Apple per le tecnologie DRM (Digital Rights Management) implementate negli iPod e nel software iTunes. L’azienda può tirare un sospiro di sollievo: con verdetto unanime della giuria è stata assolta da tutte le accuse. Nessuno dei poco più di 350 milioni di $ richiesti come risarcimento dovrà essere sborsato e al contempo è stato anche scongiurato un intervento ben più pesante dell’antitrust che avrebbe potuto far salire complessivamente la cifra anche sopra il miliardo.

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La causa era stata intentata quasi 10 anni fa da Real Networks, produttrice dello storico Real Player, e da alcuni consumatori, entrando nel vivo solo lo scorso ottobre e rischiando di terminare anzitempo il suo iter sia a causa del difetto di legittimazione attiva di una delle due attrici originali sia dalla successiva eliminazione del gruppo originario per altri difetti simili rinvenuti; una nuova attrice valida è poi stata trovata per permettere la prosecuzione. Al centro della disputa le release di iTunes dalla 4.7 alla 7.4 nonché gli iPod venduti tra settembre 2006 e fine marzo 2009, accusati col loro DRM integrato di aver impedito la fruizione di brani musicali acquistati su altri store (le più recenti versioni dei prodotti coinvolti non presentano invece limitazioni). Dal canto suo l’azienda ha invece sostenuto di aver sempre agito allo scopo di contrastare la pirateria. Nel corso delle udienze, si sono susseguite le deposizioni da parte di vari dirigenti Apple, inclusa una registrata ad aprile 2011 dal poi defunto Steve Jobs. L’accusa ha risposto chiamando a deporre anche ex-ingegneri del team iTunes; uno di loro, Rod Schultz, ha effettivamente ammesso l’esistenza al tempo di un progetto volto a bloccare qualsiasi interazione tra l’iPod e negozi digitali concorrenti. Numerose email interne della società di Cupertino sono state anch’esse oggetto di dibattito processuale.

Quanto presentato dall’accusa non ha sortito sufficiente effetto sulle 8 persone di cui si è composta la giuria, che hanno giudicato la convenuta non colpevole delle violazioni attribuitele. Nella motivazione della sentenza si fa in particolar modo riferimento alle versioni di iTunes oggetto del contendere come “autentici miglioramenti per il prodotto”, a principale beneficio del cliente finale anche grazie a quelle misure di sicurezza incluse. Apple ha ringraziato i giurati per il verdetto positivo, reiterando che ogni aggiornamento fatto su iPod e iTunes è al fine di perfezionare l’esperienza d’uso. Dall’altro lato, l’avvocato principale dell’accusa, Patrick Coughlin, ha già confermato che procederanno in appello. Le possibilità di un ribaltamento, dunque, anche se apparentemente piuttosto ridotte, rimangono. Vedremo nel 2015 chi avrà davvero l’ultima parola su questa vicenda.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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