Lo scorso ottobre è stata avviata l’ennesima class action contro Apple a causa dell’uso dei DRM sui brani venduti nel proprio store e che, di fatto, impedivano agli utenti di usare brani acquistati da altri negozi online: infatti, sino al 2007, su iPod e iPhone era possibile ascoltare solo i brani firmati digitalmente da Apple.
Il processo ha avuto il via lo scorso 17 novembre, quando gli avvocati dei consumatori hanno chiesto ad Apple un risarcimento complessivo di 350 milioni di dollari.
La causa aveva preso le mosse da una citazione ad opera di due consumatrici alle quali si sono poi accodati gli altri attori. A quanto pare, una delle due istanti avrebbe acquistato un iPod touch nel luglio del 2010, ma la causa avrebbe potuto essere proposta solo da chi ha acquistato un qualsiasi modello di iPod entro il 31 marzo 2009. Dunque, il difetto di legittimazione attiva di una delle attrici, secondo il diritto americano, rischia di portare il processo alla sua naturale estinzione. La stessa giudicante, Yvonne Gonzales Rogers, ha già espresso i propri dubbi sul futuro del giudizio in corso.
Evidentemente, chi nello studio legale che ha proposto l’azione ha scelto le due attrici fra gli 8 milioni di possessori di iPod, non passerà un felice e sereno Natale.