Google aggiorna il Chromebook Pixel e lancia il nuovo Google Store online

Poco più di due anni fa Google lanciava uno dei suoi prodotti probabilmente meno considerati, ossia il Chromebook Pixel. Prezzi alti, disponibilità in pochi territori e un sistema operativo Chrome OS ancora acerbo non hanno dato grande successo all’iniziativa hardware in proprio, su cui comunque l’azienda di Mountain View non ha desistito. Dopo aver saltato la generazione Haswell delle CPU Intel, oggi il Pixel ci riprova con una serie di migliorie soprattutto all’interno.

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Dal punto di vista estetico le variazioni sono infatti limitate rispetto al modello precedente, mantenendo l’involucro in alluminio, il trackpad in vetro e alcuni accorgimenti come la smussatura ai bordi per favorire l’appoggio dei polsi. Confermato pure lo schermo 12,9″ multitouch con risoluzione 2560×1700, corrispondente a un rapporto d’aspetto 3:2 che secondo Google privilegia il punto di forza dei Chromebook, ovvero la navigazione web. La tastiera retroilluminata presenta la peculiare sostituzione del Caps Lock con un tasto di ricerca, comune a tutti i prodotti basati su Chrome OS. La profondità si attesta sul centimetro e mezzo, non il più sottile sul mercato ma comunque inferiore al MacBook Pro 13″; anche il peso è contenuto, a quota 1,5 kg.

L’area dove abbiamo anticipato i cambiamenti maggiori è sotto la scocca. Il processore base è un Core i5 5200U Broadwell da 2,2 GHz dotato di GPU integrata HD 5500, lo stesso adottato su altri portatili di recente fattura come il Dell XPS 13. Google non ha per fortuna risparmiato sulla RAM, che ammonta a 8 GB, il doppio del vecchio Pixel. Invariato purtroppo invece lo spazio di archiviazione, fermo a 32 GB; compensa in parte il difetto la presenza di uno slot SD. Se si sceglie la versione LS, Ludicrous Speed (Velocità Assurda), si ottiene un pacchetto complessivamente migliore, dotato di Core i7 5500U da 2,4 GHz, 16 GB di RAM e 64 di memoria flash.

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Per quanto riguarda le connessioni, Google si affianca qui ad Apple nella promozione delle porte USB-C sui computer, facendo anche meglio prevedendone due. Inoltre la scelta fatta è più conservatrice, dal momento che rimangono presenti due porte USB 3.0, un miglioramento sul predecessore che si fermava stranamente allo standard 2.0. Completano il tutto webcam anteriore 720p, Wi-Fi 802.11ac e Bluetooth 4.0. La durata dichiarata per la batteria è di 12 ore su singola carica, con la possibilità del fast charging che garantisce 2 ore di autonomia recuperata mettendolo per appena 15 minuti collegato al suo alimentatore da 60 W. Quasi superfluo menzionarlo, preinstallato troviamo Chrome OS, mantenuto in costante aggiornamento. Disponibilità immediata per ora solo negli USA, scendono i prezzi, con la versione base che ora viene venduta a $999 e la LS che si posiziona sui 1.299 del vecchio modello. Assenza curiosa dell’opzione LTE almeno per ora.

Col lancio del nuovo Chromebook Pixel la società guidata da Larry Page ne ha approfittato per riconsiderare i suoi metodi di vendita online, optando per la creazione di un vero e proprio Google Store, evolvendosi dalla precedente incarnazione che era una semplice appendice dell’ecosistema Play insieme ad app, musica, film e libri. Sullo Store è possibile trovare Nexus 6 e 9 insieme ai loro accessori, così come il Chromecast e alcuni smartwatch dotati di Android Wear. Nessuna traccia dei Chromebook, attualmente, e se si tenta dalle reti italiane di caricare la pagina dedicata si ottiene solo un errore 404. Diverso discorso fingendoci negli USA con un proxy, che ci ha permesso di vedere peraltro la descrizione del prodotto nella nostra lingua, in una traduzione che non appare affatto automatizzata e dunque fa presagire un approdo non troppo lontano nel tempo. Interessante notare che il medesimo discorso è applicato alla sezione Nest, pure essa non visibile in via ufficiale dal Google Store italiano.

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È tempo di considerazioni finali: riuscirà il Chromebook Pixel laddove ha peccato quello del 2013? Il problema rimane sul versante software, con Chrome OS che rimane un sistema prettamente web-centrico e che solo negli ultimi mesi si sta finalmente aprendo a una parziale convergenza con Android. Finché però questa situazione non diventerà più concreta, con un buon numero di applicazioni prese in prestito dal robottino verde, e non verranno apportati ulteriori tocchi per migliorare l’esperienza d’uso per metodi di input più tradizionali è difficile che gli scettici possano cambiare opinione. Chissà che alla conferenza I/O di fine maggio non arrivino buone nuove per gli utenti, presenti e potenziali, di questi prodotti.

Chromebook Pixel images from The Verge.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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