Apple ha un’infrastruttura tale da reggere lo streaming TV?

Apple-TV-iTunes-Site

Il fatto che Apple voglia realizzare un servizio di streaming video da affiancare ad Apple Music non è certo un segreto. L’azienda è impegnata da anni in questa direzione e i tempi sembrano finalmente maturi, anche in vista della prossima Apple TV attesa in un evento di settembre. Bloomberg ha raccolto una serie di informazioni ed indiscrezioni da persone vicine alle trattative, segnalando difficoltà nella determinazione dei compensi per i network. Questi ultimi vorrebbero guadagnare di più grazie al nuovo servizio, mentre Apple ha in mente di vendere lo streaming a $40/mese, che sono circa la metà di un tradizionale abbonamento via cavo negli Stati Uniti. Un altro problema che sta apparentemente frenando il raggiungimento degli accordi è che ci sono dubbi nel settore circa l’infrastruttura di Apple e la sua capacità di sopperire allo streaming. L’azienda collabora da anni con Akamai (che possiede 170.000 server sparsi nel mondo), ma più di una volta è stata in difficoltà con i suoi eventi in diretta, per cui il dubbio che possa far fronte alla potenziale richiesta simultanea di milioni di utenti è effettivamente lecito. Inoltre dal lancio di Apple Music tutti abbiamo potuto constatare una gestione dello streaming lontana dalla perfezione, con una certa lentezza nell’avvio dei brani e difficoltà nella gestione del bitrate in mobilità, dove nelle aree con poca copertura la riproduzione spesso si interrompe (cosa che non succede con Spotify). Per tutte queste ragioni le trattative sono attualmente in stallo e Cook dovrà lavorare sodo per raggiungere gli accordi sperati, probabilmente limando alcune delle proprie richieste e/o aspettative. Ad ogni modo le indiscrezioni attuali confermerebbero l’arrivo della nuova Apple TV il 9 settembre, che pur senza il servizio di streaming targato Apple, potrà essere utilizzata per l’iTunes Store e da chi possiede già un abbonamento via cavo.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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