SaggeLettere: le migliori alternative ad iTunes su Mac

Ogni tanto i nostri lettori maturano la voglia di condividere le loro riflessioni o esperienze personali tramite SaggiaMente. È il caso di Stefano Zaniboni, il quale non gradisce il trend di sviluppo di iTunes su Mac ed ha provato diverse alternative per la gestione e la fruizione del proprio catalogo musicale. Di seguito vi proponiamo i il frutto della sua ricerca.

Negli ultimi mesi iTunes ha ricevuto corposi aggiornamenti, tra Apple Music e restyling grafici, ma non tutti hanno digerito i cambiamenti. In base alla mia esperienza con OS X (ho cominciato nell’inverno 2010 con il MacBook Pro da 13” di mio padre e successivamente con un 15” tutto mio) il top della forma di iTunes l’abbiamo raggiunto con la versione 11, sia per estetica che per funzionalità: semplice, visivamente gradevole e snello. Però, come descritto da Mario Baluci in un suo precedente articolo, chi rimane ancorato al passato, specie nel mondo della tecnologia, rischia di rallentare tutti. Il problema è che l’ultima versione di iTunes (12.3) non mi soddisfa appieno, la trovo pesante e poco intuitiva. Cercando in rete ho selezionato alcuni software (sia a pagamento che gratuiti) che potrebbero sostituirlo nell’uso quotidiano.

fidelia

3,5 Fidelia (29,99€)

Questa prima applicazione è molto gradevole alla vista, mi ricorda il vecchio Winamp che usavo nel lontano 2007 sul mio vecchio portatile con Windows XP. Si presenta con una semplice skin simile ad un lettore CD. Ha una perfetta integrazione con la libreria di iTunes, infatti pesca i metadati dei nostri brani dal file XML presente nella cartella iTunes dentro Music della nostra Home (o dovunque l’abbiamo spostata). Ha una funzione che mi piace molto, ovvero il pulsante “DIM” che ci consente di diminuire il volume della canzone senza mettere un mute completo. È possibile anche applicare diversi filtri audio alla riproduzione, i quali possono risultare gradevoli per alcuni, ma io preferisco ascoltare il brano al “naturale”. Nell’interfaccia sono ben visibili la ripetizione e la selezione casuale dei brani. Nel pannello Library si può ordinare la visualizzazione delle canzoni per nome, artista o album e, sempre in questo pannello, possiamo creare le nostre playlist. La dimensione del player è modificabile alla voce View del menu, con varie opzioni adatte a tutti tipi di schermo. Interessante la skin “mini” che è veramente poco invasiva e gradevole da visualizzare. Nel pannello preferenze è possibile modificare tantissimi parametri tra volumi, canali di uscita, macro da tastiera, equalizzazione, ecc.. Lo trovo molto completo ma manca l’integrazione con gli iDevice, non importa i FLAC e il prezzo risulta piuttosto elevato.

swinsian

4 Swinsian (18€)

Swinsian si presenta molto simile ad iTunes, ma spogliato di tutte le funzioni riguardanti Store ed Apple Music. Come nel software Apple, in alto troviamo i pulsanti di riproduzione, il controllo del volume, il display di stato e la search bar. Al centro la libreria dei brani, anche in questo caso importabile da iTunes tramite il file XML. A differenza di Fidelia, che ad ogni riavvio ci carica automaticamente la libreria, in Swinsian bisogna cercare il file XML ogni volta. Nella barra laterale sinistra sono presenti le nostre playlist, mentre a destra possiamo visualizzare diverse informazioni sul brano in riproduzione e l’album art della canzone. Rispetto a Fidelia possiamo creare più facilmente la nostra coda di riproduzione trascinando i brani dalla libreria e, in più, possiamo iscriverci a canali Podcast e ascoltarli direttamente dal player. Importa i FLAC, ma li deve convertire per poterli riprodurre. Nelle impostazioni troviamo, oltre ai set classici, anche il pannello Device, che ci permette di gestire i nostri iPhone, iPod e iPad. Nella scheda Watched Folder possiamo aggiungere cartelle da monitorare per importare nuovi brani automaticamente nella libreria al riavvio del programma. Il prezzo è più contenuto del precedente ma non è neanche troppo economico.

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4,5 Vox (gratuito con acquisti in-app)

Vox è un piccolo gioiello. Appena aperto parte una procedura guidata per il setup di “Loop”, un servizio di cloud storage per i nostri brani che ci consente di tenerli sincronizzati tra Mac e iPhone. Niente che con iTunes Match non si possa fare, ma rimane interessante perché la qualità, a detta degli sviluppatori, è veramente molto alta e non viene persa con l’upload. In pratica oltre a leggere i FLAC consente di tenerli nel cloud per avere musica lossless ad alta risoluzione sempre disponibile, ma costa 9€/mese. Il player è piccolo e assolutamente non invasivo. Al primo avvio chiede se si vuole caricare la libreria di iTunes e in pochi secondi è già tutto pronto. I comandi essenziali sono nell’interfaccia e l’album art rimane sfumata sullo sfondo. La libreria brani si nasconde automaticamente, così come la barra di ricerca. Nel nostro dock non comparirà l’icona di Vox ma l’album art della canzone che stiamo ascoltando in quel momento (molto carino). Le impostazioni sono complete e molto intuitive: anche qui, come in Swinsian, possiamo configurare le radio (previo pagamento per lo sblocco di tutte le funzioni dell’app). Si possono integrare i comandi da tastiera con Vox installando il file .prefpane nelle Preferenze di Sistema.

tomahawk

3 Tomahawk (gratuito con acquisti in-app)

Il design di Tomahawk è perfettamente in linea con i canoni moderni: totalmente minimalista. Non si tratta di un semplice player audio, è un vero e proprio manager di contenuti multimediali: possiamo infatti collegare diversi account come Google Play Music, Spotify, YouTube, Grooveshark, Rdio (per citare i più famosi) e configurarlo ad-hoc per le nostre esigenze. Nella sezione Discover possiamo ricevere aggiornamenti sulle iscrizioni, ad esempio i nuovi brani disponibili su Spotify o quelli più ascoltati su Deezer. L’integrazione con iTunes è immediata, tutto va sotto Collection e vi è un sistema di catalogazione basato sulle ultime aggiunte, cronologia ascolti e brani preferiti. Non è possibile sincronizzare dispositivi ma, volendo, il programma può essere configurato per condividere la libreria tramite il protocollo UPnP. È carino ma lo trovo un po’ dispersivo se si aggiungono troppi plug-in e non riproduce i FLAC.

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3,5 Vinyls (13,65€ Licenza Singola)

Oltre alla musica puramente digitale (o come si dice adesso: “liquida”) come hobby colleziono dischi in vinile, soprattutto band e artisti degli anni ’80, e trovo che ascoltare musica dal giradischi sia una gioia per le orecchie. Quando ho visto questo programma la prima volta non nascondo di essermi lasciato scappare un sorriso: la visualizzazione al primo avvio è sotto forma di copertina di dischi con gli album artwork dei nostri brani (sempre ovviamente importati da iTunes). Graficamente pulito, senza troppi fronzoli, in una parola: essenziale. Anche lui ha la possibilità di sottoscrivere Podcast e di aggiungere il proprio account di last.fm. Oltre alla grafica divertente non mi ha convinto in termini di usabilità. Inoltre anche questo non legge i FLAC.

Ho provato diverse alternative, ma alla fin fine devo ammettere che abbandonare iTunes mi dispiace. Ho iniziato ad usarlo ancora prima di avere un Mac: mi ricorderò sempre la scena di me e mio padre in salotto, con un vecchio PC portatile e la scheda PCMCIA della vodafone con un’antenna gigantesca, intenti ad effettuarne il download, che per giunta si bloccava continuamente al 97%. Dopo una dozzina di tentativi siamo riusciti a scaricarlo e a sincronizzare il nostro primo iPod: un nano da 8GB nero. Ma sotto Windows è un’altra storia e soprattutto a quei tempi girava veramente male. Non mancherò certo di usarlo per sincronizzare i miei Device, ma per tutto il resto sto usando Vox, che trovo il migliore del gruppo. Spero che Apple si accorga che questa filosofia dell’aggiungere funzioni su funzioni sta rovinando uno dei software più comodi e più belli che abbia mai avuto il piacere di utilizzare.

SaggiaRedazione

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