Recensione: Affinity Photo è la prima vera alternativa a Photoshop, altro che Pixelmator

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Uso Photoshop da tanto, forse troppo tempo, per cui sono completamente assuefatto alla sua interfaccia, le logiche, le combinazioni da tastiera. Sono felicemente abbonato alla Creative Cloud, ma la limitazione a due soli dispositivi è un grosso problema per me che ho 3 Mac e un PC in arrivo (non vi dico quale, lo scoprirete più avanti), quindi ho dovuto cercare una soluzione alternativa per avere discrete possibilità di editing anche sulle restanti postazioni. Ho acquistato Pixelmator, che trovo uno strumento eccellente per quel che costa, e lo consiglierei ad occhi chiusi a chi non ha esigenze troppo evolute e cerchi qualcosa di semplice, economico e molto efficiente. Per la verità ci ho visto realizzare delle cose davvero eccellenti, specie in termini di illustrazione, ma per chi è abituato ad un software professionale e produttivo come Photoshop, le limitazioni sono ovviamente enormi. A partire dall’interfaccia, molto bella, ma decisamente caotica per via delle palette flottanti e persino fastidiosa per la scelta di utilizzare il nero assoluto come sfondo delle finestre. Non è questione di gusti, esteticamente mi piace, ma se dovete averci a che fare per diverse ore al giorno alternando app ed attività, diventa ingestibile. Non voglio denigrare Pixelmator, non lo farei mai, per 30€ offre tantissimo, riesce ad essere pratica anche per chi è alle prime armi grazie agli effetti preconfezionati e ha una comoda integrazione con il motore sviluppo RAW nativo di OS X, ma smettiamola di chiamarla alternativa a Photoshop, perché non lo è e non vuole esserlo. Per competere con lo standard del settore avrebbe dovuto ampliare nettamente le sue funzionalità nei tanti anni di sviluppo ed oggi non costerebbe certamente più quella cifra. Non ha una gestione dei metodi colore completa, mancano i canali, la gestione di testo e paragrafi è primordiale, con i file di grandi dimensioni vacilla e ci sono una quantità infinita di limiti che nella produzione grafica vengono fuori, sia in termini di interfaccia che di funzionalità. Vi faccio un esempio banale: importate un’immagine in Pixelmator, la ridimensionate in piccolo e più avanti decidete di rivolerla più grande. Nel passaggio questa perderà la qualità, cosa che non succede in Photoshop (a meno che non si sbagli il metodo di inserimento) e neanche in Affinity Photo.

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Nelle ultime settimane ho cercato di utilizzare questo software creato da Serif Ltd, azienda storica nel mondo PC/Windows che da qualche tempo si è lanciata anche in quello Mac. E non lo ha fatto con un banale porting dei vecchi software, librerie, ecc… ma creando app specifiche per OS X. Avevo già provato Affinity Photo per qualche minuto nel periodo beta che ha preceduto il rilascio sul Mac App Store, ma al tempo non ne avevo necessità e quindi non gli avevo concesso troppe attenzioni. Per quel poco che ricordo mi era sembrato nettamente superiore a Pixelmator come approccio ed interfaccia, cosa che si nota fin dal primo avvio.

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Oltre ad avere una UI a finestra unica (per chi si vuol fare del male si possono anche scegliere le palette flottanti da Window / Separated Mode), appena creiamo un nuovo documento notiamo una maschera decisamente professionale e completa. Abbiamo formati per il web (pixel) o la stampa (cm/mm), gestione dei DPI, margini e perfino formato e metodo colore. L’inizio già promette molto bene. Affinity Photo supporta iCloud Drive, salva nativamente file con estensione .afphoto ma importa ed esporta moltissimi formati, tra cui il PSD.

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L’importazione dei file di Photoshop che ho provato è andata abbastanza bene. Per quelli semplici devo dire che Pixelmator sembra perfino più preciso (ad esempio con il posizionamento dei livelli di riempimento) ma quando si ha a che fare con strutture complesse Affinity Photo vince a mani basse. In particolare quest’ultimo gestisce molto meglio i caratteri, spaziature, ecc.. E poi la palette dei livelli è comprensibile, mostrando nella miniatura solo la parte con grafica, così si vede subito il contenuto (anche se siamo stati pigri nell’assegnazione dei nomi).

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Elencare tutte le cose per cui Affinity Photo si dimostra decisamente utile al professionista e molto simile a Photoshop richiederebbe davvero troppo tempo. Non è proprio identico, ma non credo che sarebbe stato possibile oltre che sensato. La gestione di allineamenti e distribuzione di oggetti, ad esempio, non la trovo intuitiva come quella del software Adobe, perché non consente di allineare rispetto ad una selezione, ma Pixelmator manca completamente.

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È davvero ricco di funzionalità ed ogni palette è infinitamente più completa e produttiva rispetto quella del “rivale”. Abbiamo gli snapshot, la storia, i canali!, tutti metodi di creazione colore al completo, effetti di livello non distruttivi comparabili a quelli di Photoshop, gestione di elementi vettoriali eccellente al punto da aprire e gestire anche come riferimento esterno i file di Illustrator!

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Altra cosa che mi ha conquistato è il pannello di preferenze, dove troviamo una gestione colore piuttosto completa, possibilità di definire le prestazioni/risorse, personalizzare l’interfaccia e persino andare a pescare i plugin nella cartella di Photoshop. Il mio è un caso particolare perché li ho installati entrambi, ma la cosa importante è che Affinity Photo è compatibile con i plugin realizzati per il software di Adobe, quindi se ne avete comprato qualcuno, magari anche molto costoso, potrete tranquillamente usarlo.

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Recensire al completo un programma come questo non è cosa facile, in quanto le funzionalità sono sterminate. Oltretutto può essere usato per scopi completamente diversi, dall’illustrazione al web design, passando ovviamente per il fotoritocco. Non mancano infatti tutti gli strumenti classici di riempimento, sfumatura, forme vettoriali, matita vettoriale con curve di Bézier, pennelli di tutti i tipi (supporta il Force Touch), clonazione, cerotto, brucia, sfuma, ecc.. nonché anche deformazione e prospettiva; le potenti selezioni di varie forme (righe e colonne di dimensioni selezionabili), bacchetta magica con pennello, per tono e colore, con possibilità di salvataggio e ricaricamento, sfumatura, ingrandimento, riduzione e via discorrendo; i vari filtri di sfocatura, distorsione, nitidezza, colore, disturbo, più quello molto ben fatto sulle luci.

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Inoltre, nella parte alla dello schermo ci sono quattro icone da cui si può avere accesso ad altre tre modalità di editing, che sono molto di più di un semplice plugin. La prima è una specie di Liquify potenziato, con davvero moltissimi strumenti e settaggi a disposizione. La seconda, molto importante, è dedicata allo sviluppo fotografico, che viene eseguito con un discreto motore interno. Non è Lightroom o CaptureOne, però ha tutte le opzioni che servono ed è incredibilmente aggiornato in termini di supporto RAW. Mi ha letto anche i file della Canon G5 X che sto provando in questi giorni e che non sono ancora leggibili con i software Adobe.

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L’ultima modalità è quella di sviluppo, in cui possiamo sezionare delle aree di un progetto che verranno esportate separatamente. Questo è molto utile per i web designer (ma non solo), perché consente di progettare interfacce tutte insieme e poi esportare i singoli elementi separati, decidendo a priori formato e qualità di salvataggio. In pratica quello che faceva Fireworks di Adobe.


Conclusione

Ho dovuto ovviamente tralasciare l’analisi di moltissime funzioni, ma il succo è che si tratta di un software che può effettivamente soddisfare un professionista della grafica. Apprezzo molto anche il mantenimento di molte (ma non tutte) combinazioni da tastiera di Photoshop, che, volente o nolente, rimane il punto di riferimento nel settore. Affinity Photo non è però una copia carbone del software di Adobe, perché riesce comunque ad avere una sua personalità e a distinguersi in diversi ambiti. Ci sono cose che, onestamente, sono fatte persino meglio di Photoshop. Di contro il mantenimento di molte shorcut non è stato sufficiente a garantirmi un passaggio del tutto indolore, perché su alcuni aspetti mancano piccole ottimizzazioni per il workflow. Per dirne una banale, nelle finestre di modifica dimensione (⌘⌥I) o modifica quadro (⌘⌥C), non possiamo premere invio sui campi di testo per confermare, quindi dobbiamo usare il mouse o spostarci su un altro elemento con tab. Altra cosa che mi ha dato fastidio è la mancanza della possibilità di selezionare il punto di bianco, grigio o nero nella palette curve, perché non sono riuscito a trovare un comando equivalente altrettanto rapido. Oppure il fatto che con i pennelli non si possa premere il tasto destro per modificarli al volo ma si debba ricorrere alla toolbar in alto. Sono piccole cose, ma se eseguite operazioni del genere tutti i giorni, come un professionista fa, le noterete. Va detto che però molti passaggi tipici di Photoshop qui sono mantenuti, come ad esempio il ⇧⌘F per definire l’opacità dell’ultimo effetto applicato. Insomma, qualcosa manca, è ovvio, e nell’elenco ci metterei decisamente l’assenza della possibilità di creare animazioni, però siamo su un livello di qualità e completezza che giudico almeno 5 volte superiore a Pixelmator. Tuttavia Affinity Photo non costa 150€, ma solo (è proprio il caso di dirlo) 49,99€ sul Mac App Store. Dire che vale la spesa non è sufficiente, per me la qualità è decisamente superiore al prezzo. Inoltre Serif ha anche realizzato Affinity Designer, app del medesimo costo che sta ad Illustrator più o meno come questa sta a Photoshop. Dico più o meno perché il software “vettoriale” di Adobe si distacca maggiormente per chi si occupa anche di stampa. In tutti i casi mi sembra di assistere alla nascita di una nuova suite di grafica che può avere un ottimo futuro, in cui non mi stupirei di vedere apparire altre app, magari per il DTP o la gestione della prestampa. Complimenti sinceri a Serif Labs, che sicuramente riuscirà a perfezionare ulteriormente questi software con il passare degli anni. E non vi nascondo che nutro la seria speranza di vederli approdare su iPad Pro, dove i software attuali di Adobe sono parcellizzati e poco produttivi e Pixelmator è un giocattolo (non ha neanche una banalissima sfumatura).

PRO
+ Ottima interfaccia
+ Molti parallelismi con Photoshop (anche nelle shortcut)
+ Prestazioni molto buone
+ Ampia personalizzazione
+ Tool completi sotto ogni ambito
+ Buona gestione di inclusioni e file vettoriali
+ Completo tool di sviluppo RAW molto aggiornato nel supporto delle fotocamere
+ Ottimo supporto in importazione/esportazione dei file Adobe
+ Perfetta integrazione con Infinity Designer
+ Gestione di profili e metodi colore
+ Gestione Canali e Maschere
+ Prezzo vantaggiosissimo

CONTRO
- Qualche perfezionamento da apportare alla velocità del workflow
- Mancano le animazioni
- Alcuni strumenti non sono ancora completi come quelli di Photoshop (ma visto il prezzo…)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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