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Abbiamo già visto situazioni non troppo diverse in passato. Quando Apple inserisce un nuovo membro nella gamma Mac, non è detto si tratti di una mera aggiunta, ma anche di una campana a morte per linea preesistente, in modo parziale o nella sua interezza. Un esempio del primo caso ancora abbastanza recente è il MacBook Pro Retina, che nel 2012 entrò in commercio affiancandosi alla versione tradizionale per poi l’anno successivo procedere al rimpiazzo totale (fingiamo per decenza che quel modello non-Retina da 13″ non sia rimasto in commercio…). Guardando invece al secondo caso, il protagonista di un atto di cannibalismo interno fu il MacBook Air nei confronti del MacBook in plastica, scalzandolo nel suo ruolo di portatile entry-level; certo, l’intento iniziale del 2008 non era questo, ma col rinnovamento dell’ultraportatile Apple di fine 2010 le cose cambiarono e il bianchino salutò la truppa senza troppe cerimonie col rilascio di OS X Lion.

Oggi si discute se questa situazione possa presentarsi all’esatto contrario, col nuovo MacBook nel giro di pochi anni destinato a mettere fuorigioco l’Air. Fortunatamente in questo 2015 negli uffici di Cupertino non è nemmeno balenata per scherzo tale idea: il Core M, benché non sia neanche così da buttare, le prende sonoramente se comparato agli i5 Ultra Low Voltage e ha un raggio d’azione che, almeno per ora, non lo rende ottimale per compiti pesanti, al di fuori della produttività d’ufficio e un uso fotografico casalingo. Per non parlare della sola porta USB-C, che se in ottica futura di uno standard reversibile comune a tutti i produttori e di una totale indipendenza dai fili è una scelta azzeccata, in quella presente rappresenta una limitazione di fatto che lo rende poco pratico senza adattatori esterni. I rumor in tal senso sembrano proprio puntare sull’assenza di un avvicendamento, con un MacBook Air 2016 che non lascia ma addirittura raddoppia diventando più sottile e con una variante da 15″.

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Lungi da me voler bollare tali spifferi come fandonie impossibili; anche se la fonte originale non ha un provato ruolino di previsioni azzeccate, Apple ci ha abituati da sempre a sorprese dove meno ce lo si aspetta e l’ultima volta che bollai in maniera secca un rumor come sciocchezza mi tornò indietro come un boomerang. Mi limiterò ad essere scettico. I dettagli rimangono piuttosto vaghi, con l’unica aggiunta rispetto a quanto menzionato alcune righe sopra di una possibile scomparsa del modello da 11″ a favore del MacBook, ipotesi sicuramente plausibile ma che da sola non basta a infondere ottimismo sulle indiscrezioni. Mi pongo in particolar modo due domande, e la prima è: possibile che nel caso non si parli di un display Retina? Se ce la fa il MacBook col suo Core M, figuriamoci se non può l’Air con i5 e i7. Un rinnovamento hardware così pesante avrebbe senso con un passo del genere, a maggior ragione con l’impegno che ci sta mettendo l’azienda nel debellare dalla sua gamma qualsiasi prodotto privo di alta risoluzione. Ciò porta alla seconda domanda: se l’intento era di fare un MacBook Air più sottile e Retina, perché di principio inserire in gamma un nuovo portatile? Avrebbero già potuto fare tutto quest’anno, inserendo una configurazione base con Core M per l’11”.

Anche avanzare l’ipotesi che Apple voglia già gettare la spugna sul MacBook relegandolo sostanzialmente a una nicchia mi sembra strana, considerato il modo in cui va fino in fondo nel perorare le sue cause anche nonostante gli scetticismi iniziali di pubblico e stampa; l’abbiamo visto con l’iPad, per fare un esempio fuori dal mondo Mac. Ed è avvenuto pure con lo stesso MacBook Air. Chi nel 2008 avrebbe scommesso sul successo di un prodotto lento, senza SuperDrive e soprattutto caro? Pochi. Ma coloro che lo fecero qualche anno dopo ebbero in effetti ragione. Ritengo stia avvenendo lo stesso nei tempi odierni. Adesso commentiamo un MacBook lento, con una singola porta di espansione e caro. A fine 2018 chi può dirlo? A parte alcuni dettagli puramente soggettivi, mi trovo in generale concorde con l’opinione di Ben Lovejoy su 9to5Mac: è solo questione di tempo. Intel sta perfezionando la sua gamma a bassissimi consumi e a testimoniarlo ci pensa un prodotto non-Apple, il Surface Pro 4. ZDNet ha messo alla prova la configurazione di accesso con Core m3; rimane certamente lontano dall’i5 (è giusto pure che sia così, in fondo), ma con Skylake abbiamo una CPU più matura e prestante, a cui stavolta si può chiedere di più che redigere documenti o archiviare le foto delle vacanze. A completare il quadro aggiungiamo pure i costanti miglioramenti per chip grafici e memorie, il parallelo abbassamento dei loro costi produttivi e la progressiva diffusione della USB-C (magari nella sua variante combinata con Thunderbolt, sperando comunque venga aggiunta almeno un’altra porta): la maturazione non è affatto lontana.

Fino ad allora, però, il MacBook Air difficilmente correrà rischi di scomparsa. Apple è ben conscia che non si tratta di una transizione fattibile dal giorno alla notte, l’ha già dimostrato quest’anno. Lo scenario sopra descritto non permetterà nel 2016 di consegnare tutta la fascia non-Pro al più recente arrivato e benché non creda a rinnovamenti estetici almeno un altro refresh hardware per la vecchia guardia accadrà. Molto più probabile invece nel 2017, in cui potrebbe, perché no, debuttare una variante da 14″ del MacBook. Un anno di passaggio di consegne finale, come successo tra i MacBook Pro, per poi nel 2018 consegnare per sempre alla storia il MacBook Air. Ma tutto può ancora accadere, naturalmente.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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