Il servizio Copy è deceduto. I funerali l’1 maggio 2016, la mia delusione oggi

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Tra i tantissimi servizi cloud esistenti non è facile orientarsi, ognuno con caratteristiche, client, prezzi e fuznioni diverse. Gli utenti più avvezzi con la tecnologia spesso ne utilizzano più di uno, proprio per sfruttare le specifiche peculiarità e sommare i GB di spazio ottenibili gratuitamente. Ma anche considerando le versioni a pagamento di Dropbox, iCloud, Google Drive, OneDrive, Mega, Box, Copy, ecc… non ce n’è uno solo che valga per tutti. Dropbox è il più supportato dalle app, iCloud è il più comodo per sincronizzare i dati con dispositivi Apple, Google Drive è necessario per sfruttare al meglio le app Office di Google (e Gmail), OneDrive lo usiamo per quelle di Microsoft, Mega offre tanto spazio e promette lo scambio anonimo… insomma, ogni servizio si distingue dall’altro e infatti io li uso più o meno tutti.

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Copy è tra quelli che preferisco, non perché abbia un client eccellente e neanche perché dispone di funzionalità uniche, ma perché nella fase di lancio dava molto spazio di base e cresceva altrettanto facilmente con le condivisioni. Data la mia rete di conoscenze ho raggiunto in poco tempo 4,4TB. I primi tempi non sapevo proprio cosa farci, mentre di recente ho iniziato a sfruttarlo in modo “originale”. Grazie alla sincronizzazione selettiva, mando i file online e poi li sposto in una cartella che non mantengo in locale, così spariscono dal computer ma ne ho sempre una copia di backup nel cloud. Ovviamente non lo faccio per i file fondamentali, per quelli ho doppio backup fisico sempre a disposizione, ma lo trovo comodo per quelli che voglio semplicemente mantenere al sicuro come archivio storico.

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Qualche minuto fa la triste notizia, presentatasi in forma di notifica sull’iMac dove uso Copy. Il servizio sarà interrotto l’1 maggio 2016. Il pulsante “Learn More” approda su questa pagina del sito Barracuda, dove si conferma senza mezzi termini che l’azienda ha necessità di utilizzare altrove le risorse impegnate in Copy e CudaDrive. “Sappiamo che questa notizia deluderà i nostri utenti”, continuano, ed hanno creato una guida per migrare i dati su altri servizi cloud con Mover oppure per salvarli interamente in locale. Agli utenti paganti verrà invece inoltrata una email dettagliata con le opzioni a loro disposizione. La chiusura del servizio sarà sicuramente dovuta anche al suo sostanziale insuccesso e credo che l’idea di dare così tanto spazio gratuitamente non si sia rivelata vincente sul lungo periodo. Inoltre il client non è mai migliorato più di tanto e la mancata integrazione con le app non ha certo giovato alla diffusione del servizio, che sono certo molti non avranno mai neanche sentito nominare. Per me è un giorno triste, scaricare circa 4TB di dati dal cloud non sarà indolore e neanche economico visto che dovrò acquistare almeno due dischi per stoccarli.

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C’è una frase che mi viene in mente in questo momento, che se non erro ho sentito dagli amici di Digitalia alcuni mesi fa, ovvero: il Cloud non esiste, è solo il computer di un altro. Ecco, oggi a quel computer hanno tolto la spina.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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