Smettiamola di dire che le mirrorless sono più piccole delle reflex

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Quante volte abbiamo letto, sentito e detto che le mirrorless sono più piccole delle reflex? Io ho perso il conto, ma vale un po’ per tutti nel settore, perché questo era il cavallo di battaglia di quelle che al tempo chiamavamo EVIL, ILC, CSC o come ogni altro produttore o sito influente di volta in volta proponeva. Ma cosa cambia effettivamente tra reflex e mirrorless? Facile, lo sappiamo tutti: nelle seconde manca lo specchio. Questo elemento in meno, però, non è sufficiente ad una trasformazione del genere:

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Non avere lo specchio comporta una riduzione di spessore del corpo (e solo di quello) nell’ordine di un paio di centimetri, nulla più. Per cui per arrivare da una Nikon D5 ad una Nikon 1 J5 ci devono essere altre differenze. La prima e più nota è certamente il sensore, che come sappiamo è l’equivalente digitale della pellicola fotografica. I formati standard più diffusi tra reflex e mirrorless sono sostanzialmente 3+2.

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Li divido in questo modo perché i più importanti sono effettivamente solo 3, ovvero: Full Frame, APS-C e Quattro Terzi. I due aggiuntivi sono l’APS-C di Canon (che è poco più piccolo di quello standard usato da tutti gli altri) e il CX di Nikon (che è sostanzialmente un sensore da 1″ come quelli presenti nelle compatte prosumer più diffuse). I due modelli presentati qui sopra sono agli antipodi, in quanto la Nikon D5 monta il più grande (FF), mentre la J5 il più piccolo (CX). Proviamo ad allineare i sensori e vediamo che succede:

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Sia nella fotocamera di sinistra che in quella di destra si trova un tipico sensore APS-C di Canon. La differenza di dimensioni è molto meno pronunciata rispetto al primissimo esempio mostrato, eppure è ancora evidente. Questo conferma che le mirrorless sono più piccole? Direi no. Nella M10 si vede immediatamente che manca la grande e profonda impugnatura che caratterizza una reflex prosumer come la 7D Mark II. E poi cos’è quella protuberanza in cima con la scritta Canon?

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Lì dentro c’è il flash, ma non è lui ad occupare tanto spazio, bensì il mirino. Nella M10 non è proprio presente, quindi si fa tutto con il display. E poi guardate quella pletora di comandi che arricchisce il retro della 7D Mark II, nonché l’ampio ed ergonomico spazio per ospitare il pollice. Tutte cose assenti nella M10, che sembra un giocattolo al confronto. Non ci siamo, per capirci di più proviamo a ridurre ancora le differenze.

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Ok, lo ammetto, qui ho volutamente forzato un po’ la mano prendendo ad esempio una reflex tutto sommato piccola come la Nikon D5500 ed una mirrorless tra le più ergonomiche e complete, la Samsung NX1. Infatti il rapporto si è capovolto e la senza specchio risulta persino più voluminosa. Eppure in entrambe abbiamo un sensore APS-C standard, una impugnatura sul fronte ed il mirino in cima (ottico nella reflex, elettronico nella mirrorless). Questo ci dice essenzialmente una cosa, ovvero che allineando le caratteristiche del corpo (impugnatura, mirino, sensore, controlli, ecc..) lo specchio incide in misura marginale sulle dimensioni. Guardiamole dall’alto:

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Vedete differenze? Beh, ve lo dico io con la scheda tecnica in mano: la NX1 è 4mm più profonda della D5500. Se guardate bene, però, noterete che lo specchio della reflex porta l’innesto più avanti, ma per avere una comoda impugnatura, tanti controlli ed un ampio mirino, la mirrorless di Samsung rimane complessivamente più profonda. I più attenti di voi staranno giustamente pensando al fatto che io abbia scelto un esempio specifico per forzare il risultato del confronto ed è assolutamente vero. Ma non è poi così raro. Ve lo dimostro.

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Anche in questo caso la mirrorless (Panasonic GH4) è più profonda, seppure solo di 4mm. In realtà il corpo è più sottile, però il mirino e l’impugnatura sporgono maggiormente per risultare ampi e comodi. Magari vi state dicendo che ho selezionato la Canon più piccola, ma non è così. Provate a vedere quanto sono più compatte le varie 1xxx o la 100D. Ma in questo confronto c’è un’altra differenza che può essere vista come un’aggravante, ovvero che la GH4 ha un sensore Quattro Terzi, il quale è più piccolo dell’APS-C della Canon 760D. Vista la grande quantità di fotocamere che escono ogni anno non è certo possibile confrontarle tutte una ad una, ma è ovvio che si possano anche presentare esempi opposti. Anzi, ne vediamo subito uno piuttosto eloquente:

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Qui le cose rientrano nello schema di “normalità”, perché la reflex è più grande della mirrorless. Ma attenzione, c’è l’aggravante anche in questo caso, ma in senso opposto: la D500 monta un sensore APS-C, mentre ne troviamo uno Full Frame (quindi più grande) nella Sony A7s II, che pure è decisamente più piccola. E non le mancano né il mirino, né i controlli (giusto forse il display superiore). È vero, l’ergonomia della Nikon è migliore, ma non è troppo sacrificata nella Sony: solo il mignolo non poggia completamente sull’impugnatura. Come ho detto si possono fare mille esempi sui corpi, ma il punto è che lo specchio fa risparmiare solo un po’ di spessore, del quale si riesce a godere solo se nella mirrorless non si iniziano a mettere una impugnatura molto comoda (sia in profondità che in altezza) e un mirino bello grande. Quest’ultimo, infatti, necessita comunque di uno schema ottico, anche se alla base vi è un pannello elettronico, e il suo ingombro crescerà insieme al rapporto tra display ed ingrandimento. Tra l’altro anche in questo caso ho voluto forzare la mano, perché la Nikon D500 è forse la reflex APS-C più grande, infatti la Canon 6D è già più vicina alle dimensioni del corpo della A7s II e monta un sensore Full Frame come quest’ultima.

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In tutti i casi abbiamo parlato solo di corpi e questi non sono sufficienti da soli a fare una fotografia. Già perché ci siamo dimenticati di un elemento essenziale: l’obiettivo. Un punto fondamentale da considerare è che questi seguono la dimensione del sensore (ovvero l’area da “illuminare”) e poco gli importa se il corpo che ci sta intorno sia piccolo o grande. Il fatto che spesso si vedano delle mirrorless con obiettivo che sono complessivamente molto più piccole di una reflex, dipende (oltre che dalle questioni già analizzate: sensore, ergonomia, controlli, mirino) anche dalla volontà delle case produttrici di cavalcare l’onda mediatica della miniaturizzazione, andando a realizzare ottiche pancake o retrattili che sono molto meno frequenti nel mondo reflex. Ma quando questo non si verifica e si comparano sistemi con pari sensori, caratteristiche del corpo simili e obiettivi con medesima focale e luminosità, è facile che succeda questo:

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Quindi le mirrorless sono più piccole delle reflex? Ni. Certo la questione dello specchio in meno aiuta a contenere lo spessore del corpo, ma per ridurlo davvero bisogna sacrificare in tutto o in parte anche ergonomia, impugnatura, controlli e/o mirino. Quando tutti questi si equivalgono e si scelgono anche obiettivi di pari qualità (non solo ottica ma anche costruttiva), le differenze reali si assottigliano così tanto da risultare ininfluenti. Questo è il motivo per cui nel mondo delle senza specchio io preferisco senza dubbio le Micro Quattro Terzi, dove la riduzione del sensore è relativamente minima rispetto all’APS-C (specie se consideriamo lo standard di Canon), ma almeno ci consente di avere obiettivi effettivamente più compatti anche mantenendone alta la qualità. Perché, parliamoci chiaramente, se per per ridurre le dimensioni sono costretto ad avere un corpo scomodo o una lente buia e con un barilotto sottile e di plastica in luogo di uno robusto, allora il vantaggio è relativo. Nel senso il tutto risulterà sicuramente meno ingombrante, ma solo perché abbiamo rinunciato a tante cose. E lo specchio è la meno importante. A giugno del 2015 il mio corredo Micro Quattro Terzi stava in una superficie complessiva di 22 x 23cm (ora è un po’ cresciuto), comprendendo un corpo ampio come quello della GH4, un flash e 4 ottiche equivalenti a: 24mm f/2, 34mm f/1,7, 24-70 f/2,8 stabilizzato e 70-200 f/2,8 stabilizzato. Provate ad avere le stesse cose con una fotocamera con sensore APS-C o peggio ancora Full Frame e vedrete la differenza. E poco importa se è una reflex o una mirrorless!

corredo-micro-quattro-terziOvviamente il sensore più piccolo ha anche lati negativi, ad esempio nella resa ad alti ISO, e ci sono differenze che possono risultare molto marcate nell’uso di una mirrorless in luogo di una reflex, ma io credo che in questi aspetti la soggettività sia molto rilevante, sia relativamente ai gusti che alle finalità. Ad esempio non tutti fanno abitualmente scatti sopra i 3200 ISO, dove il Micro Quattro Terzi soffre di più, e vista la compattezza e la grande varietà di obiettivi per questo sistema, si può facilmente ovviare con una lente più luminosa. E poi c’è chi preferisce il mirino ottico e chi invece apprezza di più quelli elettronici di ultima concezione (per quantità di informazioni, dimensione, anteprima dell’esposizione, ecc..), nonché chi trova più pratico adoperare il display per le inquadrature, che nel mondo mirrorless sono frequentemente più comodi grazie ad articolazione, touch screen e la buona velocità di messa a fuoco in Live View, cosa che non possiamo dire per quasi nessuna reflex. Insomma, le differenze ci sono e vanno ben oltre le poche qui citate, ma soprattutto le preferenze possono essere le più disparate. In questo senso vi consiglio la lettura del mio precedente articolo: come scegliere una macchina fotografica Reflex o Mirrorless, dove troverete più nel dettaglio le specificità dei due diversi approcci. Per oggi limitiamoci ad osservare che mirrorless non vuol dire necessariamente più piccolo, che più piccolo non è necessariamente meglio e che si può preferire una mirrorless per altre ragioni (tecniche e funzionali) che nulla hanno a che vedere con la dimensione.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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