Recensione: djay 2 per iPad, iPhone e persino Apple Watch

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È dal 2010, anno di commercializzazione del primo iPad, che si discute sul se e come il tablet possa sostituire un computer. Per ora la risposta è: “Dipende”. Ci sono alcune situazioni in cui è assolutamente inadeguato, altre in cui riesce a fornire un apporto sostanziale se affiancato ad un computer, ed altre ancora in cui se la cava benissimo da solo, leggasi: possiamo tranquillamente lasciare il computer a casa e portarci solo l’iPad. A volte i limiti del tablet sono dati dal sistema di input/output o dalla chiusura del sistema operativo. Altre volte è semplicemente la mancanza di una buona app, perché un software, se ben fatto, spesso può sopperire alle mancanze fisiologiche del dispositivo o addirittura farne i suoi punti di forza. L’app di cui vi parliamo oggi rientra proprio in quest’ultima categoria. Per dirla breve: fare il DJ solo con iPad, grazie a djay 2, è possibile. O addirittura solo con iPhone, meglio se accompagnato da un Apple Watch.

djay 2 per iOS

Questa introduzione potrebbe già aver fatto arrabbiare qualcuno, quindi lasciatemi mettere le mani avanti, definendo cos’è un DJ e di che tipo di DJ parliamo (se non vi siete sentiti offesi saltate pure questo paragrafo). Incollo da Wikipedia: “Il DJ è un intrattenitore che si occupa della musica trasmessa in un ambiente, molto spesso una discoteca o club, selezionando brani musicali di vario genere attraverso un impianto di amplificazione al quale è collegata la console, grazie alla quale, con la tecnica del mixaggio, è possibile unire con sequenza più tracce provenienti da diversi supporti di suono, in modo da ottenere un unico flusso musicale che risulti piacevole all’ascoltatore”. Data la definizione di DJ, è chiaro che dobbiamo fare un altro tipo di puntualizzazione: stiamo parlando di DJ dalle poche pretese, di “selezionatori musicali” che si divertono a fare qualche remix molto, molto semplice, tra un brano e l’altro. Ho appena detto che l’iPad può sostituire un computer, magari con un controller USB molto semplice, non certo un Traktor Kontrol S8. Non si può paragonare ad attrezzature di alto livello, ma usata con creatività, l’accoppiata iPad + djay 2 potrà darvi molte soddisfazioni. Detto questo, ed evitati quindi (spero) possibili flame, andiamo avanti.

Vi parlerò della mia personale esperienza: faccio selezione musicale dal 2004, anche se è diventata una professione (saltuaria) solo pochi anni fa. Ho iniziato con i CD e mi sono spostato, un po’ come tutti, verso gli mp3 su computer portatile con controller USB. Ma da qualche anno, guardando il mio iPad, pensavo sempre più intensamente che sarebbe un dispositivo perfetto per un DJ, naturalmente con l’app giusta. Basti pensare che durante i miei live necessito di un controller USB soltanto perché devo poter “premere più cose contemporaneamente”, ma questo è già possibile su iPad senza alcun controller, grazie al multitouch. Quindi in questo caso il tablet potrebbe non solo sostituire un computer, ma addirittura rendere superfluo un accessorio grosso e ingombrante come un controller USB a 2 deck.

Accessori djay 2

Nessuno fa il DJ senza cuffie, ma per il pre-cueing bisognerà acquistare uno di questi due accessori dal sito ufficiale della Algoriddim.

Utilizzo da molto tempo djay Pro per Mac, e devo ammettere di aver iniziato a recensire l’applicazione con qualche pregiudizio, del tipo: “L’app per iPad sarà la brutta copia di quella per computer”, “Sarà limitata”, ma devo dire che mi sbagliavo, anzi forse è il contrario. Ci sono ovviamente alcune limitazioni dovute soprattutto all’hardware, ma il software è fantastico e il fatto di “poter toccare ovunque” apre nuove possibilità, puro ossigeno per la creatività di un buon DJ. Lo schermo più grande di un iPad Pro renderebbe molta più giustizia all’app, ma ci si può accontentare anche di un iPad Air (che ho usato per questa recensione), mentre magari un iPhone è troppo piccolo e per fare alcune cose non è il massimo. Però ha i suoi punti a favore, come vedremo più avanti.

day 2 iPad

L’interfaccia è molto intuitiva, con i due classici piatti che dominano la parte centrale dello schermo. Anche la grafica è piacevolmente realistica, con la cover dell’album che gira sul piatto come se fosse un disco in vinile. I controlli per accedere ad altre funzioni sono sparsi in maniera molto elegante in vari punti dell’interfaccia, e consentono l’accesso alle numerose funzioni del software che andiamo ora ad elencare. Alcuni per la verità sono un po’ nascosti, come quello per il gain che si regola con uno swipe sui “pallini” accanto al nome della traccia, ma se avete mai utilizzato djay Pro per Mac sapete già di cosa sto parlando. Soltanto la versione per iPad ha anche gli slider per il volume delle singole tracce, che tra l’altro si sovrappongono al controllo del gain.

djay 2 Spotify

Djay 2, così come djay Pro per Mac, ha un importante punto a suo favore: la possibilità di prendere i brani dall’immenso archivio di Spotify. Bisogna essere abbonati alla versione Premium, e questo mi pare abbastanza ovvio nonché del tutto legittimo, ma c’è una piccola/grande fregatura (passatemi il termine): non è possibile accedere ai brani offline.

djay 2 Spotify Offline

Per prendere i brani da Spotify è necessario essere connessi ad Internet, non possono essere salvati offline. In questa immagine si può notare anche la modalità “HD Waveform”.

Se pure la forza del servizio di Spotify è proprio quella di poter accedere ad Internet e scaricare un brano al volo, che magari ci è venuto in mente in quel preciso momento (che cosa meravigliosa per un DJ), è anche vero che Internet non è sempre così affidabile, soprattutto nei locali. Se la connessione inizia a non funzionare bene, o a rallentare drasticamente, nel bel mezzo di una serata, che si fa? Interrompiamo la musica e aspettiamo che torni la connessione? Insomma, l’inaffidabilità più totale e una bella occasione persa.

djay 2 iPad Automix

Se vogliamo impostare il pilota automatico, l’app ci offre una funzione Automix fatta molto bene. Possiamo prendere i brani dalle playlist o da una coda, in maniera casuale o consequenziale, ed impostare il tipo di transizione e la durata di quest’ultima. La cosa più interessante è l’Automix Radio, disponibile soltanto tramite Spotify (Premium). In questo modo non solo il mix sarà automatico, ma anche la scelta del brano successivo, grazie agli algoritmi di Spotify. Come soluzione d’emergenza può funzionare, ma mi è capitato spesso che il brano successivo sia dello stesso artista del precedente, cosa assolutamente da evitare durante un live. Inoltre, chiaramente, una transizione automatica non sarà mai come un mix manuale fatto come si deve.

djay iPad effetti

Equalizzatore, filtri, effetti e tools vari in pratiche finestre a scomparsa

Poco fa parlavamo delle potenzialità di un iPad, ed ecco un perfetto esempio di funzione esclusiva del tablet: il filtro a sinistra, in questo caso il mitico Bit Crusher, è gestibile attraverso un pad a matrice, davvero comodo. Peccato soltanto che sia così piccolo, avrebbero potuto farlo più grande. Rispetto alla versione per Mac, però, c’è anche qualcosa che manca: ad esempio non esiste la modalità a 4 deck.

Djay 2 iPhone

djay 2 per iPhone

Finora abbiamo parlato della versione per iPad, parliamo ora di quella per iPhone. L’app non è universale, i software vanno acquistati separatamente, quindi è il caso di elencare per bene le differenze. La differenza più ovvia sta nella dimensione del device: è chiaro che su iPhone sarà tutto più piccolo e scomodo. Come funzioni, però, non manca quasi niente: l’unica differenza che ho notato è la mancanza di uno slider per il volume delle singole tracce, nulla di indispensabile in quanto si può ovviare con il crossfade e il gain. Un piccolo trucchetto per ovviare alle scarse dimensioni del display consiste nel mettere il dispositivo in portrait: in questo modo l’interfaccia sarà un po’ più larga, anche se potremo manovrare un solo deck per volta. Questa cosa si può fare anche su iPad, ma ha molto più senso sullo smartphone.

djay 2 Apple Watch

Vari screenshot di djay 2 su Apple Watch

La versione per iPhone ha anche un bel punto di forza: l’app per Apple Watch! Fare i DJ con l’orologio potrebbe sembrare qualcosa di ridicolo, e forse lo è, ma ragazzi è divertente. È chiaro che se ci sono delle limitazioni su iPhone, figuriamoci su Apple Watch, ma fermiamoci un attimo: sto facendo selezione musicale dall’orologio, e sto addirittura applicando degli effetti… mentre sono al bancone a bere un drink. Del resto, siamo nel 2016, un futuro nel quale neanche Marty McFly si è mai avventurato. Scherzi a parte, dall’Apple Watch si possono fare un sacco di cose, che riassumerò in un elenco puntato:

  • Gestire in modo indipendente le due tracce con i pulsanti play, pausa, avanti e indietro. La modalità di controllo per riavvolgere o mandare avanti è un po’ grossolana (tap su una freccia che manda avanti o indietro il brano per un ottavo della sua durata), sarebbe stato bello poterlo fare con precisione tramite la digital crown. Inoltre non visualizzeremo la forma d’onda.
  • Selezionare la prossima traccia (purtroppo non è possibile prenderla da Spotify).
  • Impostare un loop (che può andare da 1/16 a 32 battute) ed attivarlo/disattivarlo.
  • Impostare un effetto scegliendolo da un elenco piuttosto vasto ed attivarlo/disattivarlo.
  • Attivare/disattivare il filtro passa basso (Low-Pass) o passa alto (High-Pass) – purtroppo anche in questo caso il software non si avvale della digital crown: il filtro viene attivato con una transazione automatica che lo porta rapidamente ad un valore piuttosto alto (non il massimo, ma quasi).
  • Attivare/disattivare l’automix tramite Force Touch.

Non male per un orologio, vero? Peccato per la carenza di cui ho accennato al punto 2. In compenso però, attivando l’Automix Radio, i brani saranno comunque presi da Spotify, anche se in maniera automatica. Alla fine, verosimilmente, la funzione più utile è quella di vedere quanto tempo manca prima della fine del brano e quindi quanto “tempo libero” abbiamo prima di dover fare il prossimo mix. È un vero peccato che funzioni solo con la versione per iPhone, ma come ben sappiamo è una limitazione imposta da Apple.

Conclusioni

Un programma quasi perfetto ad un prezzo più che onesto, anche se l’avrei apprezzato di più sotto forma di app universale. La versione per iPhone ha chiaramente l’interfaccia un po’ striminzita ma è comunque utilizzabile dignitosamente, meglio se in verticale; ha dalla sua il simpatico vantaggio di poter essere manovrata anche da Apple Watch. La versione per iPad è praticamente identica, ma su 9,7″ inizia a rendere veramente bene (meglio ancora su iPad Pro). Dal sito ufficiale Algoriddim è possibile acquistare degli accessori per il pre-cueing, come il DJ Cable che costa $19,99.

PRO
+ Interfaccia ricchissima di funzioni ma al tempo stesso semplice ed intuitiva
+ App per Apple Watch inclusa nella versione per iPhone
+ Integrazione con Spotify
+ Design impeccabile
+ Utilizzabile sia in modalità landscape che portrait

CONTRO
- Impossibile accedere ai brani offline di Spotify

DA CONSIDERARE
| Non è un’app universale: bisogna acquistarla letteralmente due volte per usarla sia su iPhone che su iPad.
| Funzione Automix Radio da migliorare

Lucio Botteri

Junior Editor - Fonico di presa diretta, videomaker, maniaco degli anni '80, del mondo, della storia, dello spazio. Apple-related blogger dall'ormai lontano 2008. Musicista a tempo perso.

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