Guardando alla WWDC 2016: ecco cosa vorremmo che cambiasse in iOS 10

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La WWDC è una tappa molto importante ormai da diversi anni, ma nel 2016 avrà un ruolo fondamentale. Sarà infatti l’anno di iOS 10, il cui numero di versione richiama inevitabilmente OS X. Sul Mac questa è stata una completa rivoluzione fin dalle fondamenta, con una portata tale che Apple mantiene ancora oggi quel numero principale e modifica solamente la seconda cifra dal lontano 2001 (El Capitan è, in realtà, OS X 10.11). Non possiamo aspettarci qualcosa del genere su iOS, anche perché non è affatto necessario essendo un sistema giovane e niente affatto in crisi, come lo era invece Mac OS 9 al tempo, ma diverse situazioni ci hanno portato comunque ad un momento in cui è possibile una svolta evolutiva. Nato come un OS snello per uno smartphone che era solo una promessa nel 2007, iOS si è poi esteso anche ai tablet, il cui esemplare di riferimento è l’iPad Pro. Con la sua potenza di calcolo e quello schermo Retina da 12,9″, oggi ci si aspetta che iOS possa fare più di quello che la versione 9 ha reso possibile, con l’ottica di proporsi come un reale sostituto di un Computer Personale (invertite le lettere maiuscole se vi fosse sfuggito il riferimento). Sulla questione si può discutere all’infinito, perché in molti pensano che lo sia già ora e non hanno tutti i torti, ma resta un dato di fatto che la produttività ottenibile con OS X sia nettamente superiore.

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C’è chi spera in un futuro con un sistema operativo ibrido, qualcosa di simile a Windows 10, ma con la cura di Apple e lo switch tra iOS ed OS X automatico in a base ai dispositivi di input collegati. Ma un obiettivo del genere, per quanto alla portata, non sembra essere nelle mire di Cupertino, che punta invece ad emancipare sempre di più l’OS mobile. Ma cosa ci si aspetta da un futuro iOS X? La lista di richieste può essere minima o sterminata a seconda dell’utente che la redige e, nel mio caso, non sarebbe poi così lunga. Su smartphone, ad esempio, gradirei una maggiore intelligenza del correttore, che la smettesse di mettere accentate ovunque e magari condivida un dizionario personale sincronizzato con OS X, oppure la possibilità di scegliere un’app di terze parti per funzioni predefinite come il browsing o la gestione delle email, ma per il resto iOS 9 mi sembra già abbastanza efficiente su iPhone. Su tablet i limiti si notano via via che lo schermo cresce e l’hardware migliora, perché se un iPad mini può essere assimilato ad uno smartphone più grande, ciò non è valido per l’iPad Pro. Usando SlideOver o SplitView, ad esempio, si nota come si difficile trovare l’app da affiancare scegliendola da un lungo elenco senza una ricerca, oppure l’impossibilità di effettuare un drag&drop, ma sono particolarmente fastidiose anche le limitazioni con la tastiera, che non consente di selezionare gli elementi della UI come su OS X (tutte cose che ho elencato nella mia video recensione). Inoltre stiamo ancora aspettando la Smart Keyboard con layout italiano e non si capisce perché anche quella virtuale abbia la struttura di quella USA.

Steven Troughton-Smith ha pubblicato su 9to5mac la sua wishlist per la WWDC 2016 e questa non poteva che includere anche le sue richieste per iOS 10, il quale è il sistema operativo dei dispositivi più venduti di Apple, nonché probabilmente i più famosi al mondo. Vediamone brevemente i punti salienti con un po’ di commento:

  • Avviare due volte la stessa app affiancata: a chi non è mai servito avere due pagine web di Safari affiancate, oppure due documenti aperti su Pages. Questo non è attualmente possibile su iOS se non usando app diverse, come ad esempio due browser o due programmi di videoscrittura. Sarebbe sicuramente una utile evoluzione per la produttività lanciare più istanza della stessa app.
  • Possibilità di aprire un URL affiancato: non sarebbe affatto male se, cliccando su un URL in una documento, si potesse aprirlo direttamente nella vista affiancata, senza che questo sostituisca la precedente o la copra con un popover.
  • Estensione dei View Controller: il più famoso di questi è il Safari View Controller, impiegato da molteplici app per aprire una pagina web internamente. Steven Troughton-Smith si augura che gli sviluppatori possano creare qualsiasi tipo di View Controller usabile nelle altre app, senza passare dalle estensioni. Pensate ad esempio a 1 Password, che potrebbe così “prestare” una maschera di login con i nostri dati senza dover passare dal menu condividi/estensioni/1Password.
  • Generatori di anteprime per QuickLook: altra cosa auspicata dallo sviluppatore, è che le app possano aggiungere estensioni alla funzionalità nativa QuickLook. In sostanza l’idea è che se installiamo un programma che legge un particolare formato, questa possa estendere al sistema un interprete di visualizzazione rapida, così che si possano vedere i documenti di quel tipo anche se allegati ad una mail direttamente nell’app nativa, senza inviarli ad una esterna.
  • Sistema di disegno condiviso: chiunque abbia un iPad Pro avrà notato che la Apple Pencil rende al meglio con lo strumento incluso nella nuova versione di Note. Ovviamente a Cupertino hanno avuto il tempo, la conoscenza e le risorse per ottimizzarlo al meglio e sarebbe auspicabile che fosse disponibile anche per le altre app, un po’ come il Safari View Controller di cui si è appena parlato. In questo modo gli sviluppatori potrebbero aggiungere la funzionalità di disegno nelle loro app “senza dover reinventare la ruota”, dice Steven.
  • Tasto ⌘ sulla tastiera virtuale: sui Mac e con le tastiere esterne su iOS, possiamo svolgere numerose funzioni col tasto command, a partire dal banale copia e incolla. Perché non includerlo anche nella tastiera virtuale?
  • Drag&drop: come ho già sottolineato poco sopra, affiancando due app si nota l’evidente impossibilità di effettuare il trascinamento, lo spostamento e la copia di un contenuto da una parte all’altra. Speriamo che questa lacuna venga presto colmata.
  • iBooks Author per iOS: una delle carenze più evidenti del sistema mobile di Cupertino è che sembra destinato ad essere solo un fruitore di contenuti. Su iOS non puoi creare un’app per iOS, così come non è possibile generare un iBook perché manca iBooks Author. Tagliare il cordone ombelicale sarebbe un traguardo importante verso l’indipendenza di questo sistema operativo e si potrebbe iniziare proprio da questa app che è sicuramente meno complessa ed esosa di risorse rispetto ad Xcode.
  • SplitScreen di sistema: attualmente le singole app devono abilitare la funzionalità SplitScreen, ma sarebbe molto più comodo per gli utenti se qualsiasi app sviluppata secondo le regole di Apple e con design adattivo, potesse essere nativamente compatibile con SlideOver e SplitScreen.

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Questi elementi vengono considerati come basilari e semplici da attuare secondo lo sviluppatore, che però ne aggiunge di altri che considera più complessi. Vediamo quali sono:

  • Piattaforma unificata tra iOS ed OS X: se ne è discusso più volte ed è quello a cui mira Windows 10, ma sarebbe altrettanto alla portata per Apple, che su desktop e mobile condivide molte delle librerie a basso livello.
  • Xcode per iPad: si è detto poco fa, non è una cosa semplice, tuttavia è sicuramente un punto di arrivo determinante per la piattaforma, che la renderebbe finalmente autonoma al 100%.
  • Gestione file e dischi in iOS: qualcosa si è già fatto di recente, anche solo la presenza di iCloud Drive rende più agevole la gestione dei documenti su iOS. Tuttavia con l’iPad Pro la possibilità di usare archiviazione esterna diventa sempre più importante e poco servono gli adattatori per le macchine fotografiche. La possibilità di leggere nativamente un disco esterno sarebbe una svolta utilissima per quanto banale (e richiesta da anni).
  • Terminale: anche se opportunamente limitato dalla sandbox, Steven Troughton-Smith auspica un futuro in cui sia possibile usare una finestra del terminale per eseguire tutti quei comandi che risultano troppo complessi per una UI.
  • Le altre app di OS X su iOS: ultimamente la tendenza di Apple sembra essere quella di emulare iOS su OS X (vedi l’eccessiva semplificazione di Foto e Utility Disco), mentre sarebbe decisamente meglio il contrario. Si potrebbero infatti avere su mobile anche le altre app di OS X, come Libro Font, Accesso Portachiavi, Utility Disco, TextEdit, AppleScript, ecc… così da colmare il gap con il desktop.
  • Installazione da recovery senza iTunes: bisogna ammettere che iOS si è emancipato molto rispetto il computer, tant’è che oggi non è più necessario possederne uno per attivare un iPhone o un iPad (alcuni non lo ricorderanno, ma inizialmente era così). Tuttavia rimane necessario passare da iTunes per installare un OS dalla modalità DFU e sarebbe potenzialmente utile superare anche questo ultimo ostacolo.
  • Espandere l’uso di dispositivi USB: il programma Made For iPhone porta soldi nelle casse di Apple e difficilmente sparirà, tuttavia lo sviluppatore si augura che venga resa possibile la creazione driver a terze parti, così che ognuno possa rendere compatibile il proprio dispositivo con iOS in autonomia.

La lista è piuttosto corposa, infatti ho perso diverso tempo per analizzarla e commentarla, ma non è neanche finita qui. Steven Troughton-Smith ha stilato una wishlist per la WWDC 2016 e non solo per iOS, infatti aggiunge anche la speranza di app native migliori per watchOS (che sfruttino direttamente UIKit), la possibilità di realizzare giochi per Apple TV che richiedano espressamente un gamepad (attualmente devono essere compatibili anche con il Siri Remote, limitando l’esperienza di gioco) e la risoluzione (direi forse riscrittura) del Mac App Store, che risulta uno dei peggiori software mai realizzati da Apple: lento, poco intelligente nella ricerca e profondamente limitante per gli sviluppatori (che sempre più stanno ritornando alle origini escludendo la distribuzione sul MAS).

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Questa lista mi trova d’accordo su diversi punti, ma alcuni sono oggettivamente “troppo belli per essere veri”. Si tratta di cose che difficilmente Apple metterebbe in campo perché snaturerebbero i principi base di iOS. Tuttavia possiamo sempre sperare che l’iPad Pro, di cui è imminente una versione da 9,7″, spinga l’azienda a riconsiderare alcune limitazioni implicite della piattaforma, così da renderla più pratica e utile anche sul piano lavorativo. Non vedo controindicazioni su molte delle richieste avanzate e la Apple di Tim Cook sembra meno sorda alle richieste degli utenti. Per cui continuiamo a parlarne, chissà che un giorno…

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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