Qualcomm al Computex: dai nuovi chip per wearable alle connessioni ultraveloci

Il Computex di Taipei è stato luogo di presentazione di diverse novità tecnologiche da parte Qualcomm, azienda specializzata nella progettazione di chip e networking. Dopo l’introduzione, ad inizio anno, del SoC Snapdragon Wear 2100, dedicato agli smartwatch più completi e ricchi di funzioni, oggi arriva sul mercato il nuovo Snapdragon 1100, un sistema progettato per dispositivi indossabili targeted purpose, ovvero destinati a svolgere un circoscritto numero di compiti: si va dagli smartwatch più semplici, per bambini e per il monitoraggio degli anziani, ai fitness tracker, passando per i visori smart e altri semplici dispositivi indossabili. Per questo tipo di SoC, come indicato da Engadget, è stata dedicata massima attenzione al contenimento delle dimensioni e alla riduzione dei consumi senza rinunciare alla possibilità di mantenere il sistema costantemente connesso alla rete. Il chipset integra al suo interno un modem Cat 1 che supporta la connettività dati, anche LTE. Non manca la compatibilià con Wi-Fi e Bluetooth oltre all’intergrazione della tecnologia, proprietaria di Qualcomm, iZat: un sistema di localizzazione compatibile con tutte le costellazioni satellitari attualmente attive, assistito da tecnologia Cell-ID, oltre al geo-fencing, un perimetro virtuale utilizzato soprattutto in ambienti interni. Vedremo i primi prodotti a beneficiare del nuovo Snapdragon Wear 1100 nella seconda metà dell’anno.

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Non meno importanti le novità introdotte da Qualcomm e riportate da VentureBeat, in ambito connetività, sia cablata che wireless. Nel primo caso parliamo di soluzioni destinate ai provider telefonici attraverso i nuovi chip Qualcomm Atheros, che consentiranno una più veloce e semplice transizione dalle attuali tecnologie VDSL alla cosiddetta GigaDSL (o G.fast). I benefici si avranno in tutti quegli ambiti in cui non si ha la possibilità (o non vi è la volontà) di portare la cablatura in fibra ottica fino all’interno degli edifici, ma questa viene fatta fermare agli armadi di strada, lasciando correre i dati nel cosiddetto ultimo miglio, su cavi in rame. Oggi, con la tecnologia VDSL2 si possono raggiungere velocità teoriche di 350Mbits in download, anche se in pratica non sono offerti servizi oltre i 100Mbits. Attraverso lo standard GigaDSL, che usa bande di frequenze superiori si potrà sfruttare la strabiliante velocità di 1Gbits in download e 100Mbits in upload, oggi possibile solo su percorsi realizzati completamente in fibra. Grazie ai nuovi chip presentati da Qualcomm, gli operatori asiatici che attualmente sfruttano tecnologie VDSL di prima generazione, potranno potenziare i loro sistemi con investimenti relativamente bassi. I primi utilizzi si prevedono in Sud Corea e Giappone, rispettivamente in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2018 e di quelle estive del 2020. Anche in Italia gli operatori erano in attesa dei chip G.fast di nuova generazione, soprattutto considerando che nel nostro paese la distanza tra armadio di strada e abitazioni è mediamente bassa, sotto i 200m. Potremmo ottenere grandi benefici da questa tecnologia senza necessità di portare la fibra ottica fino a ciascun edificio, soluzione comunque più lungimirante, ma non sempre praticabile, soprattutto in aree non redditizie per i provider.

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Passando invece ad una tecnologia più indirizzata ai consumatori finali, Qualcomm ha introdotto la prima piattaforma Wi-Fi 802.11ac Tri-radio. I nuovi chip integrabili dai produttori di router Wi-Fi, sono in grado di combinare due canali radio a 5GHz e uno a 2,4GHz. In questo modo viene garantita la massima compatibilità anche con dispositivi più vecchi, che supportano solo i 2,4GHz, senza rinunciare alla velocità dei 5GHz, distribuiti su due canali diversi per alleviare la congestione di rete e di estendere la portata del segnale, soprattutto in quegli ambienti dove sono presenti molti dispositivi connessi contemporaneamente. I nuovi chip offrono due  piattaforme Tri-radio che portano la velocità massima teorica di trasmissione fino a 2,2Gbits e 3,1Gbits. Nessuna novità, per il momento, riguardo il futuro standard 802.11ad.

 

Simone Sala

Junior Editor - Appassionato di tecnologia, mi piace analizzarne sia gli aspetti tecnici che i risvolti sociali. Sono curioso per natura e cerco sempre di sperimentare le ultime novità in qualsiasi ambito. Collaboro con SaggiaMente dal 2016.

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