Philips Hue 3 anni dopo: lo stato attuale delle luci smart

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Nel 2013 ho pubblicato la recensione delle Philips Hue, uno dei primi kit di luci LED smart controllabili da smartphone. Al tempo mi furono spedite in prova, ma dopo un po’ non riuscii a resistere all’impulso di acquistarle. Più di recente è stato presentato il Bridge 2.0 compatibile con HomeKit, che si può acquistare singolarmente a 59€ oppure nello starter kit con 3 Hue White and Color a 199€. Io ho preferito la seconda soluzione, perché volevo le altre tre luci per il mio studio.

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Il Bridge 2.0 è quadrato invece che circolare, ma mantiene tutte le altre caratteristiche di base del precedente, con il grande tasto centrale con cui si autorizza il controllo tramite le app. Rimane anche la necessità di collegare il dispositivo via Ethernet al router, cosa che onestamente mi aspettavo sarebbe stata semplificata usando il Wi-Fi. Una delle principali novità per gli utenti Apple è che ora si può abbinare l’accessorio alla nostra abitazione HomeKit, semplicemente inquadrandone il codice seriale sul retro.

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Abbinamento ad Homekit l’app Philips Hue

Con l’occasione si guadagnerà anche il supporto per Siri, che consentirà di comandare le luci vocalmente. Siamo però lontani da una implementazione ottimale e in larga parte la colpa è di Apple. Ho già il Termostato Netatmo (recensione) su HomeKit e mi è capitato con entrambi di dover ripristinare l’abbinamento un paio di volte. Inoltre ci sono anche le limitazioni di Siri, che ogni tanto decide di capire fischi per fiaschi. Certe sere quando dico “spegni le luci” dice che non trova dispositivi “luci”, poi ripeto lo stesso comando e va. Insomma, l’esperienza complessiva non è negativa, ma Apple deve ancora lavorare per rendere più affidabile il riconoscimento vocale e più efficace HomeKit.

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App Huemote per iOS

Per l’uso quotidiano io ho abbandonato l’app nativa da diverso tempo, preferendole la gratuita Huemote che vedete qui sopra. Questa fornisce la possibilità di creare ambienti, preset per gruppi di luci ma soprattutto è molto più diretta nel controllo. Inoltre possiede un pratico widget per il centro notifiche e l’app per Apple Watch. Per gli automatismi invece, mi affido ad IFTTT, dove ci sono tantissime ricette per le Philips Hue.

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Nuova app Philips Hue, migliorata esteticamente ma senza tante funzioni

Tuttavia Philips ha pubblicato una nuova app Hue qualche settimana fa, andando a migliorare nettamente l’interfaccia e l’ho voluta riconsiderare. Sicuramente è più gradevole e la gestione degli ambienti mi sembra più chiara, però ha diverse limitazioni che hanno portato a voti davvero negativi sull’App Store. Sappiamo che c’è anche gente che esagera, ma effettivamente risulta più macchinosa in alcuni passaggi e mancano diverse funzioni. Tuttavia mi sembra sia implementata discretamente bene la sezione “Attività quotidiane”, in cui possiamo stabilire delle azioni da compiere al mattino e alla sera, oppure quando entriamo o usciamo da casa. Da qualche giorno sto provando ad usare questi automatismi invece di quelli con IFTTT e mi pare che funzionino.

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Tornando sul comparto hardware, ho deciso di testare anche altri prodotti della famiglia Friends Of Hue, iniziando dalla lampada da tavolo Iris. Io la sto usando in camera da letto sul comodino e la trovo davvero ottima. Buona luminosità, bella esteticamente e comoda da accendere o spegnere con la voce o i vari automatismi.

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Sono rimasto invece un po’ deluso dalla striscia LED Hue LightStips, che oltre ad essere poco luminosa non emette colori analoghi a quelli delle lampade. Questo vuol dire che creare un abbinamento identico è quasi impossibile. Alla fine le ho messe dietro il TV per creare un po’ di “ambiente”, ma non ne sono pienamente appagato.

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In definitiva devo dire di essere soddisfatto da questo sistema, seppure sia lontano dalla perfezione. Ad esempio dà fastidio non poter memorizzare l’ultima tinta e ripartire da quella se si spegne la luce dall’interruttore, oppure il fatto che non sia possibile dall’app nativa impostare una temperatura colore specifica. Poi c’è il discorso relativo alla necessità del Bridge, che in altri sistemi simili non è richiesto. Ad esempio ci sono le ottime LIFX che non ne hanno bisogno e sono anche più aperte alle implementazioni di terze parti, ma alla fine costano di più per singolo bulbo e vanificano questo vantaggio. A breve testerò anche le Yeelight di Xiaomi e vi saprò dire se il produttore cinese è riuscito a fare qualche miracolo visto il prezzo di soli 17€ su GearBest.

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Proviamo le luci LED RGBW di #Xiaomi #Yeelight

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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