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L’autunno è la stagione più tipicamente hardware di Apple e Google. Lasciateci alle spalle almeno la prima parte delle novità provenienti da Cupertino (la seconda, se anche stavolta Gurman ci avrà preso, verterà sui Mac), lo sguardo si volge a poca distanza, verso Mountain View. Si prospettano tanti arrivi all’orizzonte, forse persino troppi per un singolo evento. Le star della giornata saranno però senza ombra di dubbio loro: i nuovi Nexus, anzi, Pixel.

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Google Pixel e Pixel XL

È proprio dal nome che inizia la lista dei cambiamenti in arrivo. Perché l’abbandono della serie Nexus? Si tratta di motivi perlopiù commerciali: se gli scorsi anni i dispositivi venivano creati e prodotti da altri OEM in stretta collaborazione con Google, stavolta il colosso ha preso in mano quasi tutta la filiera. Si tratterà di smartphone completamente concepiti in California, senza input esterni; anche marketing e messa in vendita passeranno sotto il controllo diretto di Big G. Non è un caso che “Made by Google” sia il principale identificativo per l’evento di domani. Guardando dal punto di vista tecnico, invece, un partner c’è. Si tratta di HTC, che curerà la produzione. Ma solo quella e solo dietro le specifiche di Google. L’azienda taiwanese non avrà nemmeno il logo in vista sul retro, creando un’altra forte distinzione col “vecchio” mondo Nexus. Proprio la questione del marchio sarebbe stata tra i motivi dietro la mancata collaborazione con Huawei, a quanto pare la prima scelta di Sundar Pichai e soci. HTC, che conosce già da tempo un’importante crisi da cui fatica ad uscire (i tagli non sono mancati, inclusa l’intera sede italiana, le cui funzioni commerciali e distributive sono state assorbite dalla filiale generale europea), probabilmente non ha posto condizioni particolari potendo cogliere questa investitura come opportunità di rilancio.

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Iniziando dall’aspetto, forse troviamo la parte più dubbiosa di tutte. Non che non crediamo ai leak, anzi, sono trapelate immagini da ogni dove e quella soprastante proviene da un’inserzione della catena inglese Carphone Warehouse, frettolosamente pubblicata e ritirata nelle scorse ore (via AndroidPolice). È la forte somiglianza con gli iPhone a rendere perplessi. Per quanto testimoni la volontà da parte di Google di innalzare il livello qualitativo dei suoi top di gamma, i predecessori Nexus si erano contraddistinti nel bene e nel male per un design molto distinto da quello Apple. Se non altro, i materiali dovrebbero essere di ottima qualità per entrambi i modelli, con ampio uso di alluminio e parte del posteriore in vetro. Le colorazioni sarebbero tre, con nomi piuttosto curiosi: “Quite Black” (abbastanza nero), “Very Silver” (molto argentato) e “Really Blue” (davvero blu). Niente da fare, salvo sorprese, per una tonalità oro. Sono previsti anche stavolta, inoltre, i Live Cases personalizzabili con una immagine a propria scelta.

Andando nella parte tecnica, la migliore notizia si rivelerà essere la quasi totale uguaglianza tra Pixel e Pixel XL. Due sole differenze essenziali, nonché ovvie: lo schermo, AMOLED per entrambi ma 5″ Full HD in uno e 5,5″ 2560×1440 nell’altro, e la batteria, 2.770 contro 3.450 mAh. Il resto è completamente identico, a partire dal SoC che dovrebbe essere lo Snapdragon 821 di Qualcomm, quad-core a 64-bit con microarchitettura proprietaria Kryo (sempre su base ARM, comunque), frequenza massima di 2,4 GHz e GPU integrata Adreno 530. La RAM ammonterebbe a 4 GB, mentre due sarebbero i tagli di memoria disponibili, ossia 32 e 128 GB. Anche questa una mossa che suona decisamente da corpo a corpo contro Apple, considerando peraltro che tale spazio non risulterebbe espandibile, come del resto già non lo era sui Nexus. La fotocamera posteriore dovrebbe presentare un singolo sensore da 12 Megapixel, dotato di stabilizzazione ottica, flash LED a doppia tonalità, supporto agli Smartburst (l’equivalente delle Live Photos lato iPhone) e registrazione 4K; l’unità anteriore si attesterebbe invece sugli 8 Megapixel. Poche sorprese sulla connettività, con LTE, Wi-Fi 802.11ac dual band, Bluetooth 4.2 e NFC. Sicura la presenza di sensore d’impronte digitali e USB-C nonché quella del jack audio da 3,5 mm, rassicurando coloro che temevano di vedere Google seguire subito la storica rivale nella rimozione. Non ci sono segnali incoraggianti sulla ricarica wireless, ma quella rapida cablata almeno dovrebbe essere prevista.

Per la disponibilità non ci sono certezze, ma considerando che i leak delle ultime ore sono provenuti in larga parte da operatori telefonici e rivenditori possiamo stimare che quantomeno i preordini nei paesi anglosassoni non si faranno attendere troppo tempo dopo l’evento. Meno bene se si guarda ai prezzi, in cui si parla di $649 come base per il Pixel piccolo. Non proprio un cambiamento gradito per coloro che arrivano dal mondo Nexus, ma come già osservato Google intende creare veri e propri top di gamma senza compromessi, ponendoli come concorrenti diretti degli iPhone piuttosto che alternative economiche. Un bonus interessante sembrerebbe essere la possibilità di caricare illimitatamente immagini su Google Foto a risoluzione originale, senza perdite di qualità. Se gli innalzamenti si riveleranno confermati, perlomeno permetteranno di rendere ancor più convenienti gli attuali Nexus, che rimangono comunque buoni (soprattutto il 6P) e godranno non solo di Nougat ma anche di Android O.

Android 7.1 e Andromeda

Parlando proprio di Android, i Pixel dovrebbero essere lanciati con la 7.1. Google ha deciso di cambiare strategia anche sul software, prediligendo rilasci più frequenti, di cadenza vicina al trimestrale. Con la 7.0 che ha passato abbondantemente il mese, i preparativi per il primo update si intensificheranno. Cosa dovrebbe portare in dote questa 7.1? Non tutto è ancora chiaro, o perlomeno non vi è chiarezza se le novità si legheranno a doppio filo coi Pixel, arriveranno quantomeno anche sui Nexus oppure potranno implementarle tutti i produttori. Avvio Applicazioni Google Now vedrà l’inizio del suo pensionamento con l’arrivo del Pixel Launcher, che oltre a cambiare il modo in cui viene richiamato il drawer (niente più pulsante dedicato ma swipe dal basso verso l’alto) porterà un nuovo aspetto circolare per le icone e soprattutto segnerà il ritorno dei Launcher Shortcuts. Queste scorciatoie, già viste in un’anteprima di Nougat 7.0 prima che venissero rimosse, permettono di associare delle azioni rapide alle icone delle app in maniera simile a quanto avviene col 3D Touch su iPhone. La differenza è che non risulterà necessario uno schermo con rilevamento della pressione (non previsto sui Pixel, stando alle indiscrezioni) ma sarà sufficiente una gesture sulla singola icona per richiamare il menu contestuale. Non è confermato, ma risulta molto probabile che il Pixel Launcher sarà strettamente integrato col nuovo Google Assistant, per ora confinato in anteprima nell’app di messaggistica Allo.

Altre migliorie previste per Android 7.1 dovrebbero essere un nuovo look totalmente bianco per il trio di pulsanti software Indietro/Home/Task Switcher, una rivisitazione dell’app Impostazioni con un’interfaccia a due schede principali, di cui una pensata per ottenere supporto diretto da Google per il proprio Pixel, il ritorno della modalità notturna, la possibilità di riattivare lo schermo con un doppio tap (finalmente), lo swipe sul sensore d’impronte per scorrere tra le notifiche (di Huaweiana ispirazione) e l’opzione di riavvio in aggiunta a quella di spegnimento (di nuovo finalmente). Oltre alla preinstallazione sui Pixel, ci si attende almeno una Developer Preview per i Nexus supportati in vista dell’aggiornamento definitivo. Un’altra anteprima ghiotta di qualcosa previsto più in là potrebbe essere Andromeda, ovvero la fusione finale per incorporazione tra Android e Chrome OS. Ciò dovrebbe consentire al robottino verde il salto di qualità decisivo per andare a combattere Windows sul suo stesso terreno, ovvero quello PC. Se per il primo portatile si parla del 2017, più vicino potrebbe essere invece un tablet sviluppato insieme a Huawei e dotato di una build di Andromeda. Il nome? Nulla di certo, ma dovrebbe appartenere alla famiglia Nexus, nell’ottica di un suo riposizionamento più verso gli sviluppatori che verso gli utenti finali.

Daydream VR, Google Home, Google Wi-Fi e 4K Chromecast

Attenzione speciale dovrebbe infine essere dedicata ad alcuni dispositivi particolari. Il primo sarebbe destinato ad essere un compendio ideale per i Pixel: Daydream VR. Si tratterebbe di visori per la realtà virtuale realizzati espressamente da Google, che permetteranno in combinazione con gli smartphone supportati di offrire le esperienze VR previste da Android Nougat, con app e versione dedicata del Play Store. Caratteristiche e prezzo per ora avvolti nel mistero, con l’unica quasi certezza che sarebbero venduti separatamente dai Pixel, a meno di iniziative promozionali analoghe a quelle praticate da Samsung tra Galaxy e Gear VR.

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Altro giro, altro device: domani dovremmo finalmente vedere la forma definitiva di Google Home, di cui un’anteprima era stata mostrata durante la conferenza Google I/O di maggio. Le funzionalità previste sono molto simili a quelle della gamma Amazon Echo, con un altoparlante centrale insieme a vari microfoni per il riconoscimento vocale e collegamento in Wi-Fi. Si potranno effettuare ricerche online, inviare messaggi, ascoltare quelli ricevuti, ottenere un sommario degli appuntamenti del giorno nonché aggiungerne nuovi e altro ancora. Importante è l’integrazione con la gamma Google Cast, sia audio che video. Nel caso del Chromecast Audio, tramite Home si potrà avviare la riproduzione di specifici brani o album sugli impianti audio di casa supportati, mentre col Chromecast “regolare” sarà possibile richiedere un particolare film su Google Play.

Un prodotto su cui ben pochi avrebbero scommesso è invece Google Wi-Fi. Dovrebbe trattarsi di un’importante evoluzione del router OnHub introdotto lo scorso anno, con una più estesa copertura senza fili soprattutto attraverso la creazione di reti mesh, ovvero il collegamento tra loro di più router che fungono così da ripetitori del segnale. Rispetto al predecessore e in controtendenza con quanto ci si aspetta per i Pixel, i costi dovrebbero abbassarsi qui, dai $199 originari di OnHub a $129.

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L’ultimo dispositivo previsto è il 4K Chromecast. Il nome non è definitivo, dato che si parla di “Chromecast Plus” o “Chromecast Ultra”, mentre dell’aspetto disponiamo l’immagine soprastante pubblicata dal noto evleaks su VentureBeat. Rimane la forma a disco da hockey, ma sparisce il logo Chrome rimanendo solo quello Google. La caratteristica tecnica principale, quasi superfluo dirla, dovrebbe essere il supporto alla risoluzione 4K. Cattive notizie per il prezzo, che dovrebbe salire a quota $69. Se ciò può essere confortante, gli attuali modelli di Chromecast non sarebbero in pericolo di dismissione, mantenendo dunque presenza sul mercato sotto una nuova veste di entry-level.

Si chiude qui questo roundup dedicato all’evento Google di domani. Non abbiamo predisposto una presenza live, come invece facciamo per i keynote Apple, ma non faremo mancare articoli dedicati post-evento. Restate sintonizzati su queste pagine.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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