Recensione: Pofan P9 3-in-1, pendrive con porta Lightning e Micro USB per iOS e Android

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Mi capita spesso di vedere negli store cinesi dei prodotti con caratteristiche mirabolanti a prezzi minimi. Alcune volte si tratta di dispositivi di cui proprio non sento la necessità, altre volte sembrano rispondere ad una effettiva esigenza. Nella maggior parte dei casi è vera la prima ipotesi, ma anche quando vedo una potenziale utilità tendo a non fidarmi troppo. Specialmente quando si tratta di memorie, perché in Cina clonano facilmente le SanDisk, le Samsung e quelle di altri brand importanti. Devo anche dire, però, che in più di una occasione sono rimasto stupito dal rapporto qualità/prezzo di alcuni prodotti importati. Spesso questi sono marchiati Xiaomi, ma non solo. Ad esempio ho trovato molto utile l’economico PC Stick Morefine M1S (recensione), che sto usando dietro un monitor in studio per mostrare delle presentazioni senza dovermi portare il MacBook. Qualche giorno fa ho comprato una pendrive di Pofan, marchio che mi è assolutamente sconosciuto e sul quale non riponevo alcuna aspettativa, ma che presentava una insolita caratteristica. Ormai si trovano facilmente memorie USB che hanno anche la porta Lightning o Micro-USB, ma questa le possiede entrambe. Anzi, per essere più precisi ne ha una sola che si inserisce da un lato su iPhone e dall’altro su smartphone con Micro USB.

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Il primo dubbio era proprio relativo a questa particolare connessione, perché temevo che potesse risultare poco precisa e non avevo alcuna intenzione di forzare la porta dei miei costosi dispositivi. Tuttavia mi muovo ogni giorno con iPhone o iPad ed almeno uno smartphone Android, per cui poter avere i miei dati a disposizione su tutte le piattaforme valeva il rischio dell’acquisto. Ho speso meno di 30€ per il modello con 64GB, un prezzo che di norma corrisponde ad una pendrive tradizionale con la sola porta USB. La comoda SanDisk iXpand da 32GB che possiedo è costata 20€ in più e il modello da 64GB arriva ad oltre il doppio del prezzo di questa realizzata da Pofan, senza considerare che ha solo la Lightning e non la Micro USB. Insomma, alla fine ho deciso di testarla.

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La qualità costruttiva non eccelle, ma non è neanche un aspetto negativo. La forma è semplice, le dimensioni compatte e la struttura in metallo leggero, con le due porte agli estremi coperte da capucci di plastica bianca. Sul retro c’è anche una pratica clip, così da poterla agganciare un po’ ovunque in caso di necessità. Il primo test che ho fatto è stato al computer, anche se nella scheda prodotto avevo letto che la velocità di trasferimento non era particolarmente elevata. In effetti è proprio così, perché in scrittura sfiora – ma senza raggiungerli – i 20MB/s e in lettura non va oltre i 70MB/s dichiarati dalla casa. Magari sarà anche USB 3.0 come dicono, ma di certo non ne sfrutta le potenzialità. Non è un fatto così isolato come si può pensare, succede anche con pendrive di marchi blasonati, ma spesso dipende da una miniaturizzazione spinta, che in questo caso non sussiste.

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Ho caricato un po’ di dati, l’ho provata su diversi computer e, pur non essendo veloce, si è dimostrata stabile nella connessione e nel trasferimento. Non è una pendrive che si sceglie per lavorare su grossi file dopotutto, ma piuttosto per archiviare audio, foto e video senza appesantire la memoria interna dello smartphone e per essere pronti ad usarli anche dove non c’è una connessione internet su cui scambiarli. L’altro scoglio che mi aspettavo era la connessione su iPhone 7 con iOS 10, perché sulla confezione non ho trovato il logo ufficiale MFi. Tuttavia si fa specifico riferimento ai terminali Apple, con tanto di icone, e l’app companion i-USB-Storer è presente su App Store, per cui è stata approvata da Apple.

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Mi sono fatto un po’ di coraggio ed ho collegato la pendrive su iPhone 7 Plus, avendo cura di avere la scritta “iOS” in vista, la quale identifica il verso di inserimento. È entrata liscia come l’olio e neanche un secondo dopo è stata correttamente riconosciuta dal sistema, che ha proposto di scaricare l’app correlata o aprirla se già installata. Non ne sono sicuro, ma questa risposta di iOS mi dà l’idea che sia in realtà un prodotto certificato. In tutti i casi ho seguito le indicazioni ed ho poi avviato l’app companion, una tale i-USB-Storer. Dopo un primo impatto positivo, sono rimasto un po’ deluso nel notare l’interfaccia “ingrandita” su iPhone 7 Plus, cosa che dopo oltre 2 anni dalla presenza del primo smartphone Apple da 5,5″ irrita non poco. Anche la UI appare di dubbio gusto, ma se non altro se ne capisce facilmente il senso.

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Le funzioni principali sono quelle di accesso alla memoria esterna, ma dalle impostazioni ho trovato la comoda possibilità di attivare l’accesso con Touch ID (che funziona bene) e il backup della libreria fotografica dell’iPhone. Questo task mi ha richiesto quasi 1h, ma alla fine avevo tutte le foto sulla pendrive e la possibilità di poterle cancellare dalla memoria interna. Non era una mia necessità comunque, perché ho diverso spazio libero usando un 128GB.

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Simpatica la possibilità di registrazione audio, ma ancora di più il fatto che si possa catturare una foto o un video direttamente sulla pendrive. Purtroppo ci verrà mostrata l’interfaccia nativa di iOS, per cui niente RAW, se no sarebbe stata una vera killer feature. Ho provato a far girare alcuni video e sono andati senza problemi, anche gli mkv non leggibili nativamente da iPhone. Ma qui devo aggiungere un “purtroppo”, in quanto non riconosce i sottotitoli su srt esterni, per chi ne avesse bisogno. La lista di negatività comprende anche qualche crash improvviso e il fatto che non nasconda i file di sistema di macOS che iniziano con il punto/underscore. Purtroppo iOS ci limita nell’uso di memorie esterne, per cui saremo vincolati all’app nativa che di certo non brilla.

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Sul Galaxy S7 ho messo la chiavetta al contrario, con la scritta Android in cima, e si è inserita senza alcun problema nella porta Micro USB (ma non fino in fondo come su iPhone). Il sistema l’ha immediatamente riconosciuta grazie ad OTG e mi ha proposto l’apertura della memoria. Qui non servono app dedicate, basta un tradizionale file mananger, e Android offre molta più flessibilità. Possiamo sfruttarne i contenuti su qualsiasi app di terze parti e portare i file avanti e indietro senza alcuna limitazione. Per i video ho provato sia il lettore nativo che VLC, senza alcun problema in entrambi i casi. Vengono anche letti gli srt esterni e sul Galaxy ho avuto la possibilità di ridurre il video per averlo sempre attivo anche mentre si fa altro.

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Conclusione

Non mi aspettavo miracoli dalla Pofan P9, ma in realtà si è dimostrata semplice da usare e piuttosto comoda. Se dovesse servire solo una pendrive USB con connessione Lightning consiglio la iXpand, di cui ho parlato prima, che costa di più ma è la migliore, e lo si riconosce anche dal fatto che è supportata da importanti app di terze parti, come Infuse. Se però usate terminali “promiscui” Android/iOS, allora avere la doppia connessione può essere di gran comodità. L’app su iOS è un po’ datata, ma non ho riscontrato grossi problemi. Su Android si sfrutta molto meglio per l’apertura del sistema operativo, ma in tutti i casi l’ho trovata complessivamente molto utile. Il prezzo di 29,65€ per il taglio da 64GB è concorrenziale considerata la tripla porta ed esiste anche la versione da 128GB oltre a quelle di capacità inferiori. Non è il miglior prodotto del suo genere, ma si fa discretamente apprezzare.

PRO
+ Tripla connessione: USB, Lightning, Micro USB
+ Supportata nativamente da iOS (ma si usa solo con l’app dedicata)
+ Su iOS si può attivare l’accesso con Touch ID ed il backup del rullino
+ Su Android si sfrutta pienamente come una memoria esterna con OTG
+ Prezzo interessante considerate le possibilità di connessione

CONTRO
- Velocità di scrittura bassa
- L’app per iOS ha una UI datata e soffre di qualche crash improvviso

DA CONSIDEARE
| Visto il marchio non mi aspetto l’arrivo del supporto da app di terze parti su iOS
| Ormai si va già verso la USB-C

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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