Nel titolo ho usato il condizionale perché è giusto così, ma onestamente penso se ne potrebbe fare a meno. In questi primi giorni di consegne per i MacBook Pro (late 2016) stanno venendo fuori alcuni difettucci di gioventù, come quello delle GPU che impazziscono o dell’autonomia spesso fin troppo risicata rispetto quanto dichiarato da Apple. Sono cose che possono capitare in ogni computer ma che sono certamente più probabili in un modello che presenta un nuovo design esterno ed interno. È proprio in questi casi che gli eventi passati ci dovrebbero insegnare ad essere pazienti, e invece le vendite sembra stiano andando a gonfie vele, con tutto che svariati siti di settore li hanno stroncati. Abbiamo sentito critiche sterili, come quella per l’assenza delle CPU kaby lake o dei 32GB di RAM, altre parzialmente condivisibili, relativamente alla limitazione di porte, e io stesso ne ho scritte nero su bianco un paio che continuano ad infastidirmi: assenza del lettore SD e prezzi troppo elevati. Di certo vi posso dire che numerosi APR mi hanno confermato un incredibile aumento di vendite dei MacBook Pro… sì, quelli del 2015. Vuoi per qualche piccolo ritocco sul prezzo dell’invenduto, vuoi perché molti non sono ancora pronti ad abbracciare completamente la Thunderbolt 3, il vecchio modello sta riscuotendo quasi maggior successo oggi che nell’anno appena trascorso.
Personalmente ho acquistato immediatamente un 15″ con Touch Bar, anche se mi è stato consegnato dopo la recensione del 13″ con 2 porte Thunderbolt 3. L’ho fatto perché mi serviva, è vero, ma principalmente perché l’attività di SaggiaMente mi impone di essere aggiornato su novità importanti come Touch Bar con Touch ID e le nuove porte, ma se non avessi avuto quest’obbligo è molto provabile che avrei aspettato ancora un po’ per l’acquisto. Il motivo è molto semplice: sono quasi certe nuove versioni in circa 7 mesi da oggi. Guardando agli ultimi 5 anni, i MacBook Pro hanno sempre avuto due aggiornamenti annuali, con l’unica eccezione del 2016, in cui si è tardato per il nuovo design (e temo che qualche mese si sia perso anche dietro Intel). Ad esempio abbiamo avuto il late 2012 seguito dall’early 2013, e poi il late 2013 seguito dal mid 2014. Anche nel 2015 due aggiornamenti, ma questa volta separati per il 13″ e il 15″, rispettivamente early e mid. Nella maggior parte dei casi si è trattato di piccoli speed bump o di un salto generazionale dei chipset Intel, cosa che succederà nel 2017 con kaby lake. Già questo potrebbe essere un buon motivo per attendere, ma se si pensasse in questi termini si finirebbe per attendere all’infinito. La cosa rilevante, questa volta, è che si passerà dalla prima generazione di un progetto ex-novo alla seconda. Questo vuol dire che, a parte il salto generazionale e un piccolo incremento di prestazioni, si andranno a risolvere tutti i problemi che verranno fuori (e alcuni di questi già li conosciamo).
Seguendo il tradizionale ciclo di rinnovo sui MacBook Pro e considerando la road map di Intel, io punto tutto su un aggiornamento in occasione della prossima WWDC 2017, che presumibilmente si terrà sempre a giugno. Sono solo 7 mesi da oggi, ma considerando la lunga lista d’attesa per gli attuali, per alcuni potrebbero essere anche solo cinque mesi. Più di una persona, infatti, mi ha comunicato di aver ricevuto una stima di consegna per fine gennaio 2017 per modelli con modifiche in fase d’ordine. Diciamo che in virtù di questi ritardi nella fornitura Apple potrebbe saltare l’aggiornamento mid 2017 e puntare direttamente alla fine dell’anno prossimo, ma onestamente non credo che andrà così. Non posso e non voglio dirvi cosa fare, sia perché sta a voi decidere e sia perché una previsione, per quanto ragionata e storicamente contestualizzata, rimane sempre una previsione. Tuttavia se non avete fretta di comprarlo o la smania di provare la Touch Bar, mi sembra più sensato attendere. Nei prossimi mesi succederanno quattro cose importanti: gli early adopters faranno da cavia evidenziando tutti i possibili difetti di queste macchine, si avrà una visione più chiara sul funzionamento e l’evoluzione della Thunderbolt 3, arriveranno i chipset kaby lake adatti sia ai 13″ che ai 15″ ed Apple potrà verificare i malfunzionamenti che solo una diffusione di massa può evidenziare, risolvendo quelli software/driver con update e quelli hardware in una nuova generazione più matura.