Ecco come Apple cerca di proteggere i prototipi di iPhone da sguardi indiscreti

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Abbiamo parlato a più riprese del “culto della segretezza” continuamente praticato da Apple. Certo, da diversi anni ha perso buona parte della sua efficacia, sia per le costanti e quasi estremamente accurate indiscrezioni di Mark Gurman sia per le immagini di prototipi che ogni tanto provengono dalle fabbriche cinesi dei partner produttivi della mela. Ma si tratta di rischi del mestiere e vanno tenuti in conto, altrimenti a ben pensarci le case automobilistiche si sarebbero già arrese da un bel pezzo, vedendo puntualmente spiattellati i nuovi modelli in sviluppo sulle riviste specializzate nonostante i camuffamenti. In che modo Apple prova a nascondere i suoi futuri prodotti da potenziali curiosoni? Ce lo mostra MacRumors, in collaborazione col noto leaker Sonny Dickson.

Non di certo un trucco leggero, quello che si vede in foto. I prototipi di iPhone vengono incastonati all’interno di un case piuttosto spesso e rigido, cosa testimoniata anche dalla presenza di viti. In aggiunta ad esse, Apple ha previsto anche adesivi di sicurezza volti a evidenziare subito qualsiasi tentativo di manomissione e vari codici, sia QR sia numerici. Il solo scopo del case è di proteggere il dispositivo nel viaggio dalla fabbrica di produzione agli uffici di Cupertino, dove verrà poi sottoposto a tutte le prove del caso. Alcune vengono però già fatte direttamente in Cina, come dimostra l’immagine sottostante, un vero e proprio passaporto dell’iPhone. I test vengono svolti da più persone e prima di passare l’unità di mano ognuna appone le proprie iniziali nonché una spunta in caso di verifica superata insieme ad eventuali commenti aggiuntivi. Una volta completate queste fasi, la palla sarà totalmente nelle mani di Apple.

Ora che Dickson e MacRumors ci hanno fornito un quadro d’insieme del modo in cui Apple protegge i prototipi nelle linee produttive dedicate ad essi, rimane la curiosità di sapere quale iPhone è presente nel case e ancor di più se esso serve a celare anche la scocca oppure i soli componenti interni. La seconda ipotesi la suggerirebbe l’area del display, piuttosto ridotta rispetto al resto e che potrebbe far pensare a dimensioni del dispositivo volutamente sproporzionate. In realtà potrebbe non essere così e il suggerimento lo dà un particolare del passaporto. È presente una dicitura “N56-DVTMINI”: N56 risulta essere il nome in codice dell’iPhone 6 Plus. Poiché durante lo sviluppo l’aumento delle dimensioni degli schermi era solo un rumor, è lecito pensare che come ulteriore misura di sicurezza Apple abbia fatto opportunamente ritagliare quell’area per rendere visibili 4″ invece che 5,5″. A dare ulteriore credito alla presenza sottostante della scocca reale ci pensano fotocamera anteriore e altoparlante, che attorno sono bianchi. Solo congetture, ovvio, ma se trovassero conferme non sarebbe una novità: nel 2010 quell’iPhone che venne smarrito in un bar di San Jose e sembrava un 3Gs con un case particolare si rivelò essere quello che poi sarebbe stato conosciuto come iPhone 4.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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