Col nuovo sodalizio Intel-Mobileye la guerra dei processori si sposta in strada

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Le automobili a guida autonoma stanno attraendo un numero sempre più crescente di aziende. Accanto ai tradizionali costruttori troviamo altri nomi celebri come Apple, Google/Waymo, Tesla, Uber e tanti altri ancora. Ognuno vuole dire la sua per non farsi sfuggire anche la più piccola fetta di questa prossima branca del mercato a 4 ruote, tanto come produttore vero e proprio di veicoli quanto come “semplice” sviluppatore di sistemi per la vendita a terzi. Non sfuggono alla regola nemmeno i microprocessori, che con la sempre maggiore computerizzazione delle auto, con software e sistemi operativi dedicati, conquisteranno un ruolo ben più fondamentale di quello che già hanno le attuali centraline elettroniche. nVidia e Qualcomm hanno già messo gli occhi da tempo sul settore, annunciando soluzioni dedicate. Attenzioni che sono bastate a risvegliare il gigante Intel.

Nelle scorse ore l’azienda di Santa Clara si è accaparrata l’israeliana Mobileye per ben 15 miliardi di Dollari. L’operazione non desta sorpresa in sé per il suo avvenimento: le due realtà avevano già una collaborazione molto stretta per le soluzioni a guida autonoma e al CES 2017 di gennaio si erano mostrate insieme a BMW per presentare alcuni mezzi sperimentali. È l’aspetto finanziario a stupire, con una cifra davvero importante che Intel spenderà per disporre di un vasto set di tecnologie, facendo capire quanto peso avrà il nascente mercato per i fornitori di componentistica self-driving, con stime per i giri d’affari sui 70 miliardi di $ entro il 2030. Per rendere chiara ulteriormente la portata dell’annuncio, basti pensare che Mobileye è stata valutata più di 7 volte Opel, che produce auto intere.

Riuscirà Intel a bissare nelle auto il successo ottenuto per i chip su computer? Solo il tempo saprà dirlo e la concorrenza non manca, quella stessa che già le ha inflitto sonore sconfitte in campo mobile. Tuttavia, proprio le lezioni di questo passato sembrano essere servite, spingendola a non lasciare campo libero per poi reagire tardivamente. L’acquisizione di Mobileye è sintetizzabile in un messaggio preciso indirizzato a Qualcomm: ti aspetto fuori. E nel caso specifico è anche qualcosa più di un semplice modo di dire.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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