Qualche giorno fa NVIDIA ha presentato l’attesissima GeForce GTX 1080 Ti. La scheda video è dotata di una GPU GP102 con 3584 CUDA core (una manna dal cielo anche per Creative Cloud di Adobe), 224 unità texture e 88 ROPs. È dotata di un bus a 352 bit che permette di collegare 11 GB di memoria GDDR5X a 11 Gbps. L’azienda ha precisato che il nuovo tipo di memoria sarà disponibile anche sulle schede grafiche di alcune aziende partner basate sulla GTX 1080 e sulla 1060 e, quindi, invita i consumatori a cercare il bollino distintivo sulle confezioni.
Il processore grafico è in grado di oltrepassare la frequenza di 1600 MHz in modalità GPU Boost, e, secondo quanto dichiarato da NVIDIA stessa, con l’overclock è in grado di attestarsi a 2,04 GHz con una temperatura di 66° C. Inoltre, ritengo quasi strabiliante pensare che sulla scheda siano presenti 12 miliardi di transistor, 28 SMs da 128 core ciascuno e 28 unità geometriche. Il sistema di raffreddamento è basato su una camera di vapore che riduce la temperatura di ben 5° rispetto alla GTX 1080, la quale risulta più rumorosa di 2,5 dBA a parità di gradi. Parlando in termini di TFLOPS, la GTX 1080 Ti raggiunge gli 11,5 mentre la Titan X gli 11 e la GTX 1080 i 9. Dalla 1080 liscia si differenzia anche per il sistema di alimentazione, che presenta due connettori (uno ad 8 e uno a 6 pin) ed è strutturato a 7 fasi e 14 dualFEY a 250A per una elevata efficienza. Il TDP, invece, si attesta su 250 watt. Completano la dotazione hardware tre porte DisplayPort 1.4 e una HDMI 2.0.
Nvidia definisce la GTX 1080 Ti come “la prima scheda 5K”, sia per l’uscita DP1.4 sia perché è in graso di spingere a queste risoluzioni titoli come Deus Ex o Watch Dogs 2. Nelle performance a 1440p/4K, invece, è in media più veloce del 35% rispetto alla GTX 1080. In Italia è già possibile preordinare la nuova scheda sul sito della società a 686€ + IVA, ma non si conoscono i tempi di consegna. La Founders Edition, invece, sarà disponibile dal 10 marzo.