HTC U11, un flagship tradizionale col guizzo eccentrico dello squeeze

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Se penso ad HTC mi vengono in mente i primi dispositivi Windows Mobile che ho avuto, riportanti marchio Qtek o I-Mate. Credo fosse leader in quel settore e, come tante altre, ha subìto pesantemente il break point del 2007. Nella fase post-iPhone ha avuto i suoi buoni momenti e bisogna riconoscerle il merito di aver riportato l’attenzione sulla qualità costruttiva e dei materiali nel mondo Android, grazie al primo One del 2013. Ha resistito ma non è più nell’Olimpo dei produttori, un destino condiviso anche da LG. Quest’ultima ha deciso di inserirsi a pieno titolo nel filone degli smartphone “allungati” che proprio quest’anno ha avuto inizio con il suo G6 ed il Samsung S8. HTC, invece, ha appena presentato il proprio flagship del 2017 puntando su un mix di caratteristiche tra la tradizione e l’eccentricità.

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Probabilmente sentirete più frequentemente parlare di innovazione in queste ore, ma è davvero difficile definirla tale essendo al punto zero, quando i suoi benefici sono tutt’altro che prevedibili. Di certo HTC U11 è uno smartphone curato e con alcune caratteristiche originali. Il formato dello schermo è il tipico 16:9, con 5,5″ di diagonale e risoluzione QHD. Il frontale ed il retro sono di Gorilla Glass 5 con curvatura 3D, impreziosita da alcune colorazioni particolarmente vivaci. Queste risultano cangianti e rifrangenti grazie alla stratificazione di minerali che HTC definisce Optical Spectrum Hybrid Deposition.

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Passando rapidamente in rassegna le specifiche tecniche va menzionato lo Snapdragon 835 con 4 o 6GB di RAM, memora UFS 2.1 da 64 o 128GB ed il supporto per due SIM in formato nano. Il tasto frontale rimane e contiene anche il lettore di impronte digitali, mentre ai lati si trovano i due classici pulsanti soft-touch (retro illuminati) per indietro e task manager. La connettività è molto completa, anche se il Bluetooth è 4.2 e non 5 e manca la porta mini-jack, affidando tutto alla USB-C. In questo caso, però, HTC giustifica in modo corretto la scelta offrendo in dotazione degli auricolari Usonic con cancellazione attiva del rumore ed adattamento dell’audio alle orecchie di chi ascolta (oltre che un DAC USB-C con uscita 3,5mm).

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Non è una prima volta ma è curiosa la presenza dell’assistente Alexa di Amazon, insieme a quella di Google Assistant e dell’HTC Sense Companion. Il primo non c’è ancora in Italia, ma l’integrazione dei tre sistemi lascia qualche dubbio sull’ergonomia: bisognerà vedere come sarà implementato il tutto. Promette molto bene il comparto fotografico, con un sensore da 12MP e tecnologia Ultra Pixel, obiettivo f/1,7 e dual flash LED. DxOMark ha posizionato l’U11 in cima alla sua classifica con 90 punti, superando gli 89 del Google Pixel, gli 88 del Galaxy S8 e via discorrendo. C’è anche la stabilizzazione ottica, il video 4K e lo slow motion fino a 120fps, più tutta una serie di altre funzionalità software utili e divertenti.

HTC U11 ha la certificazione IP67, per cui è protetto contro polvere ed immersione fino a mezz’ora ad un massimo di 1m e possiede una batteria da 3.000 mAh (con Quick Charge 3.0 ovviamente), la cui durata si auspica essere sufficiente. La cosa più eccentrica è certamente il nuovo “senso” che caratterizza l’U11, il quale riesce a capire quando viene stretto fra le mani. Dal software Si potrà associare a questa originale gesture un’azione, come il lancio della fotocamera ad esempio, mentre una stretta prolungata ne potrà avviare una seconda. L’esperienza è piuttosto strana, a detta dei primi tester, ma chissà che non venga fuori la moda dello squeeze. Di certo mi piace l’idea di sondare tutti i metodi possibili per semplificare l’interazione con lo smartphone, però tutti gli espedienti che ho visto fino ad ora non mi hanno convinto. Vedremo come se la caverà HTC con l’U11.

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La disponibilità in Italia è prevista per l’1 giugno al prezzo di 749€ per la versione 4/64GB, mentre per i colori si partirà dai tre attualmente in preordine sul sito (Amazing Silver, Sapphire Blue, Brilliant Black) ma sono già previsti anche Ice White e Solar Red.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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