Recensione: Fujifilm X-T20, aggiungi uno zero e risparmi 700€

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Paolo Bulgarelli, Marco Zerbato, Giacomo Fortunati, Manuel Riguer, Giorgio Gullotti, Stefano Maria Meconi, Lodovico Gottardi.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Lasciatemi spiegare brevemente il titolo di questa recensione: la Fujifilm X-T20 è la reincarnazione economica della sorella maggiore X-T2 (recensione) in cui le poche cose che mancano difficilmente saranno necessarie per la maggior parte dei fotografi. Ecco perché dico che acquistano una X-T20 si ottiene la stessa qualità della X-T2 risparmiando 700€. L’ultima fotocamera appartenente alla serie X è basata su buona parte dell’hardware della X-T2 (e della X-Pro2 prima di lei) ma è la più economica delle tre. È pensata per chi preferisce il layout della serie X-T e non vuole spendere troppo, oppure come secondo corpo da affiancare alla X-T2. La Fujifilm X-T20 è tutto questo: una fotocamera leggera e dalle dimensioni contenute, con una qualità d’immagine ottima ed un corpo costruito in modo impeccabile.

Caratteristiche principali

Il sensore della X-T20 è lo stesso APS-C X-Trans III da 24,3 MP della X-T2, coadiuvato dal processore d’immagine X-Processor Pro2 che permette una raffica fino a 8fps e video alla risoluzione 4K @25/30p. L’otturatore meccanico raggiunge 1/4000 mentre per scatti più veloci c’è sempre la possibilità di utilizzare l’otturatore elettronico che sale fino a 1/32000. L’AF è gestito dalla medesima unità da 325 punti ed è di tipo ibrido (contrasto e fase) ma qui abbiamo la possibilità di controllare il punto di fuoco con le mani grazie al display touchscreen (prima volta in una Fuji di questa fascia). Il display è da 3“ con “soli” 920.000 punti, mentre il mirino elettronico dispone della stessa risoluzione di quello della X-T2 ovvero 2,36 milioni di punti con un ingrandimento minore, che qui si ferma a 0,62x. La sensibilità ISO varia tra 200 e 12800 ma è possibile espandere in basso fino a 100 ISO ed in alto a 25600 e 51200. La dotazione di connessioni non è grandissima viste le dimensioni ma abbiamo la porta Micro-USB, una uscita MicroHDMI, la connessione Wi-Fi ed un ingresso da 2,5mm per un microfono o per lo scatto remoto (selezionabile tramite il menu di personalizzazione). Il peso, incluso la batteria, è di soli 383 g. e le dimensioni sono molto contenute: 118 x 83 x 41mm.

Corpo ed ergonomia

Appena si veder dal vivo la X-T20 si nota quanto sia piccola e compatta. Prendendola in mano, però, se ne apprezza l’ottima solidità, dovuta all’uso di buoni materiali e ad un assemblaggio perfetto. Non è tropicalizzata come la sorella maggiore, ma non lascia deluso nessun fotografo.

La presa è salda, merito senz’altro della sagomatura frontale che accoglie medio ed anulare (e per chi ha le mani piccole anche il mignolo). Utilissima anche la sagomatura presente nella parte posteriore e che si occupa di “fare posto” al pollice, portandolo molto vicino al gruppo di controllo posteriore. Quest’ultima appendice esteticamente non mi fa impazzire, sembra messa lì con la colla e si vedono i tagli tutto intorno ma svolge davvero bene il suo compito, facendo in modo che difficilmente si abbia la sensazione di sentir scivolare la macchina fotografica.

Un’altra cosa da segnalare è che con quasi tutti gli obiettivi montati la base della fotocamera non tocca completamente la superficie d’appoggio, perché il barilotto dell’obiettivo sporge al di sotto del limite inferiore del corpo. Forse solo con le nuove lenti della serie WR f/2 non succede, in quanto stringono verso la parte frontale. Non si tratta di un reale problema e non è una novità, né per questa serie (anche la X-T10 è così) né per molte altre mirrorless, dove spesso il corpo è più piccolo dell’obiettivo. Lo puntualizzo solo perché con una piastra video lunga il corpo rimarrà un po’ inclinato e questa andrà a bloccare la ghiera dei diaframmi degli obiettivi più voluminosi.

Display e mirino

Parlando di display, la X-T20 monta un’unità da 3“ con una matrice RGBW di 921.000 punti totali e finalmente disponiamo anche di touchscreen capacitivo con supporto per il multitocco. Il riconoscimento è preciso e la scorrevolezza piacevole, inoltre non si ha mai la sensazione che la macchina debba ”pensare” al comando ricevuto, anche in caso di slide tra le foto o nel classico pinch-to-zoom. La luminosità dello schermo è buona, ben visibile anche sotto luce diretta del sole se la impostiamo al massimo e dispone anche di una regolazione automatica efficiente anche se un pelo conservativa (nel senso che non raggiunge mai il massimo se non lo definiamo noi manualmente). Il display è montato su un meccanismo di movimento con un solo grado di libertà, ovvero è possibile orientarlo verso l’alto (circa 90°) e verso il basso (circa 45°). Sarebbe stato molto interessante il passaggio ad un’unità incernierata di lato che avrebbe agevolato le riprese da tutte le angolazioni ed i selfie, ma Fujifilm ha invece riproposto lo stesso semplice sistema della X-T10.

La X-T20 possiede anche un mirino elettronico che ho molto apprezzato in quanto è luminoso, molto risoluto e veloce nel refresh (anche se non come quello della X-T2). Si tratta di uno schermo OLED con 2,36 milioni di punti ed ingrandimento del 0,62x, con una luminosità automatica o manuale. L’unico appunto che posso fare è che il sensore di rilevazione dell’occhio è fin troppo rapido e, molto spesso, effettua il cambio tra display e mirino anche mentre si tocca lo schermo per controllare la messa a fuoco. È una cosa piuttosto comune in realtà, ma magari Fujifilm riuscirà a risolvere con un prossimo aggiornamento firmware.

Controllo, impostazioni, menu

Nonostante il corpo compatto anche sulla X-T20 abbiamo controlli fisici in abbondanza a cui si aggiunge la possibilità di modificare altri parametri direttamente tramite il display touchscreen. Dal punto di vista meccanico possiamo intervenire su tempi, modalità di avanzamento e compensazione dell’esposizione ma ci sono anche 2 ghiere (frontale e posteriore) ed 8 pulsanti personalizzabili.

Partendo dalla vista frontale, notiamo in basso a destra il selettore della modalità AF (Singolo, Continuo, Manuale) ormai un classico delle Fujifilm. Proseguendo verso sinistra possiamo notare il pulsante di sgancio dell’obiettivo (si sgancia in senso antiorario) mentre proseguendo verso l’alto la ghiera frontale cliccabile e la luce di assistenza alla messa a fuoco (un LED bianco molto luminoso).

Guardando la X-T20 dall’alto e partendo da sinistra, troviamo subito la torretta per la selezione della modalità di avanzamento, con le serigrafie delle varie modalità che analizzeremo più avanti. Da qui si imposta anche la modalità video. In asse con la torretta c’è il comando laterale per il rilascio del flash. Spostandoci sulla destra troviamo la ghiera dei tempi, da 1/4000 a 1 secondo, oltre al modo automatico (A), selezione del tempo (T) e bulb (B). Alla base c’è la leva di selezione rapida per la modalità completamente automatica. In un ristretto spazio troviamo inoltre il pulsante di scatto (con la ormai classica filettatura per la connessione di uno scatto remoto a vite) contornato dal controllo di accensione e spegnimento, il pulsante fn (personalizzabile) e la torretta per la regolazione della compensazione dell’esposizione (la lettera C permette di controllare la compensazione fino a 5 stop con la ghiera frontale).

La parte posteriore della X-T20 è incentrata sul display e sul mirino, che occupano gran parte della superficie disponibile, mentre attorno ad essi sono presenti 13 pulsanti (molti dei quali personalizzabili). Partendo dalla parte sinistra abbiamo il cestino che si occupa della cancellazione delle immagini ma che, come per le altre Fuji, ci consente anche di formattare la scheda tenendo premuto il pulsante per 3 secondi e poi la ghiera cliccabile posteriore. Vicino al pulsante cestino c’è quello play, che effettua il cambio tra la modalità ripresa e quella di visualizzazione. Ai lati del mirino abbiamo la ghiera per la regolazione diottrica (a sinistra) e il pulsante che permette di attivare il sensore di prossimità o effettuare un passaggio manuale tra display e mirino. Proseguendo ancora troviamo in successione il pulsante di blocco dell’esposizione (AE-L), la ghiera cliccabile posteriore e il pulsante di blocco della MAF (AF-L): questi 3 pulsanti sono personalizzabili tramite menu / set up / impostazione pulsanti/ghiere / Impost. Puls. Fn/AE-L/AF-L. Scendendo lungo il lato del display abbiamo il pulsante Q (menu rapido) il pad a 4 direzioni (personalizzabile) con al centro il pulsante OK / menu ed in basso il pulsante DISP BACK che consente di modificare le info sul display e di farci spostare all’indietro nelle schermate dei menu.

Il menu principale delle Fujifilm è ormai ampiamente conosciuto ed è rimasto pressoché invariato negli anni. Quello della X-T20 è composto da 6 macro aree più una personalizzabile (My menu). La ramificazione è di tipo verticale, con le ulteriori opzioni accessibili in orizzontale, e lo scorrimento è di tipo continuo, si passa cioè da una macroarea all’altra dopo l’ultima voce. La leggibilità è sempre molto buona anche sotto la luce del sole, grazie allo schema con sfondo grigio e testi in bianco con la voce visualizzata mostrata in negativo (etichetta nera su sfondo bianco), e il menù è di facile comprensione. Si userà comunque poco, giusto per le prime impostazioni e personalizzazioni, mentre nell’uso quotidiano risultano sufficienti i molteplici pulsanti più il menu rapido (Q), a cui il fotografo può aggiungere anche il My Menu per le poche funzionalità aggiuntive non immediatamente raggiungibili.

AF – Messa a fuoco

Il sistema di messa a fuoco della X-T20 è, in pratica, lo stesso che troviamo a bordo dell’ammiraglia X-T2 ma con qualche opzione in meno. Il sistema si basa sempre su 325 punti (se si utilizza la griglia 25×13) a rilevamento di fase e di contrasto, però qui non è presente il joystick per la selezione del punto o dell’area di MAF però possiamo farlo tramite touchscreen. Ci sono tre possibilità d’uso: touch shooting che mette a fuoco sul punto toccato e scatta subito una foto, AF che mette a fuoco sul punto toccato e blocca la MAF, area che ci permette di selezionare il punto di MAF ma demanda al pulsante di scatto il compito di bloccare il fuoco e, in ultimo, abbiamo la possibilità di disattivare completamente il Touch AF. Queste opzioni sono selezionabili sia dal menu AF che direttamente sul display tramite un’icona posta in alto a destra. Manca purtroppo una modalità trackpad per la selezione del punto di AF tramite tocco sul display mentre si usa il mirino, un po’ come già accade in casa Panasonic, Olympus e Sony. L’AF è impostabile su punto singolo o area (entrambi personalizzabili nelle dimensioni usando la ghiera posteriore) oppure vi è la possibilità della messa a fuoco grandangolo/tracciamento. Quest’ultima cambia la sua funzionalità a seconda che stiamo lavorando in AF-S (grandangolo) o AF-C (tracciamento), impostati meccanicamente dal selettore frontale. L’AF è generalmente molto buono e raramente sbaglia l’aggancio sul punto selezionato, sopratutto quando siamo in modalità energetica Hi Performance, così come molto buona è la modalità di riconoscimento dei volti, che io utilizzo davvero tanto nelle foto di gruppo e nei ritratti in studio.

L’AF Continuo è un altro aspetto in cui X-T2 e X-T20 si somigliano molto. Il sistema è configurabile su 5 preset che sono praticamente gli stessi della X-T2: multiuso, tracking con ignoramento degli ostacoli, tracking per soggetti che si muovono con brusche accelerazioni, tracking per i soggetti che appaiono all’improvviso, tracking per soggetti dai movimenti veloci ed irregolari. Durante la prova della X-T20 ho trovato un ragazzo che faceva kite surf e così ho montato il mostruoso 100–400 ed ho provato a seguire i suoi movimenti scattando a raffica (8fps). Le condizioni di scatto non erano favorevoli perché c’era un vento forte ed io non avevo il monopiede con me, per cui domare quel super tele è stato complicato, ma ho portato a casa qualche scatto soddisfacente. L’hit/miss rate si attesta sull’80/85% ma credo che un fotografo sportivo abituato a questa tipologia di scatto possa fare di meglio.

Tramite il selettore frontale è possibile passare alla messa a fuoco manuale e, anche sulla X-T20, sono presenti i soliti aiuti alla MAF: immagine divisa (a colori o monocromatica) oppure focus peaking bianco, rosso e blu (possiamo selezionare per ognuno i valori alto e basso). Possiamo anche scegliere di non utilizzare l’assistente alla messa a fuoco impostando la voce “standard” in menu / impostazione AF/MF / Assist. MF, ma così è molto difficile portare a casa uno scatto correttamente a fuoco. Anche sulla piccola X-T20 è possibile selezionare la scala di profondità di campo secondo due standard: Pixel Based e Film Based che visualizzano graficamente la profondità di campo reale (pixel based) o percettiva (film based).

Drive – Scatto continuo

Le modalità di avanzamento della X-T20 sono molte e si selezionano tramite l’apposita torretta a sinistra. Girandola tutta in senso antiorario troviamo la modalità video, che verrà illustrata in un prossimo paragrafo, poi ci sono BKT2 e BKT1 che sono 2 modalità di scatto a forcella personalizzabili tramite menu / impostazione ripresa / impostazione drive. Possiamo scegliere di eseguire scatti multipli variando l’esposizione, l’ISO, la simulazione pellicola, il bilanciamento del bianco o la gamma dinamica. Ognuno di questi parametri è personalizzabile ma non è possibile scegliere un numero di scatti maggiore dei classici 3. Con le impostazioni di default il pulsante fn varia al volo i parametri dello scatto a forcella. Proseguendo ancora abbiamo la modalità CH, CL ed S, queste tre ci consentono di scattare in continuo veloce, continuo lento e singolo. La velocità della raffica è personalizzabile: per CH abbiamo 8, 11 e 14 fps (queste due solo con l’otturatore elettronico) mentre per CL 3, 4 e 5 fps (e solo con queste il Live View sarà attivo). Continuando a ruotare la torretta troviamo 2 modalità di scatto con i filtri avanzati, sulle quali possiamo memorizzare a scelta uno dei seguenti filtri: toy camera, miniatura, colore pop, hi-key, low-key, toni dinamici, soft focus e colore selettivo (6 colori preimpostabili). Il penultimo modo di avanzamento è lo scatto a doppia esposizione, che ci consente di catturare una prima foto e sovrapporla ad una seconda direttamente in camera.

L’ultima modalità di avanzamento è il panorama e come per le altre Fujifilm è possibile selezionare sia l’ampiezza che la direzione del movimento. Il panorama qui sopra è stato fatto a mano libera, sempre con il 100–400, mentre attendevo il posizionamento del kite surfer ed anche se non gli avevo dato subito importanza, appena arrivato a casa l’ho rivisto e l’ho fatto stampare in formato 30 x 90. Devo dire che la qualità è davvero elevata e, a parte un paio di artifici dovuti allo stitching, l’unione on camera è davvero efficace.

La X-T20 è accreditata di una raffica da 8 fotogrammi al secondo ma questo non è del tutto vero in quanto selezionando l’otturatore elettronico abbiamo la possibilità di raggiungere ben 14 frame al secondo (con AF solo sul primo). In RAW+JPG si ottengono 22 scatti a piena velocità dopodiché si scende a circa 1fps. In RAW gli scatti salgono a 23 per poi proseguire ancora a 1fps, mentre in JPG si ottengono 38 scatti per poi scendere a 4/5fps. Valutando invece le prestazioni con l’otturatore meccanico e con l’AF attivo, scendiamo a 8 fps e otteniamo in RAW + JPG 24 scatti, solo in RAW 26 scatti, mentre in JPG si prosegue a piena velocità fino a saturare la scheda. La X-T20 ha praticamente le stesse prestazioni velocistiche della X-T2 senza Vertical Power Booster, ma la cosa non deve sorprendere in quanto condividono tutta la componentistica elettronica ed ho utilizzato la medesima scheda Lexar SDXC UHS-II da 64GB e 150MB/s.

Metering – Esposizione

Il metering della X-T20 è buono e costante nelle misurazioni, anche se ormai devo credere di non essere d’accordo con la “giusta esposizione” pensata da Fujifilm in quanto è la terza fotocamera su 3 che testo per la quale segnalo una leggera sottoesposizione (di circa 1/2 stop) con tutti i metodi di valutazione. A tal proposito, questi sono quattro (selezionabili tramite menu / impostazione ripresa / fotometria): Multi (tiene conto di tutta la scena e anche del tipo di illuminazione e di composizione), Media (media matematica della quantità di luce presente nell’ambiente inquadrato), Media pesata al centro (stessa misurazione della precedente ma con un’importanza maggiore alla luce presente nella parte centrale del fotogramma) e Spot (misurazione della luce sul punto AF). In realtà è presente una quinta modalità della quale mi sono accorto per caso: selezionando l’AF per riconoscimento facciale viene annullata qualunque modalità di misurazione e viene valutata la luce giusta per esporre il volto inquadrato.

La X-T20 ha la possibilità di scattare con 3 valori di gamma dinamica (in JPG) che Fujifilm denomina 100, 200 e 400%. Io ho scattato prevalentemente a 100%, ma volendo usare il 400% si nota un generale appiattimento dell’immagine per far emergere maggiori dettagli nelle ombre e preservare un po’ di più le luci. Scattando in RAW si ottengono dei file molto più ricchi dei JPG prodotti in camera (seppure bellissimi) e ci si può spingere tranquillamente con valori estremi nel recupero di ombre e luci, come testimonia l’immagine qui in alto.

WB – Bilanciamento del bianco

Nella mia prova ho riscontrato un buon bilanciamento del bianco automatico, migliore di quello della mia 5D Mark III; ormai non è un segreto che tendo a tenere questa impostazione sempre in automatico per poi utilizzare Lightroom per aggiustare la temperatura e la tinta se necessario. Non per questo, però, Fujifilm ci ha tolto qualcosa. Anzi sono presenti 8 preset e 3 modalità personalizzabili, tutte ulteriormente configurabili grazie ad un diagramma Rosso-Blu che ci fa migliorare la precisione del bianco. I preset sono i classici Temperatura Colore, Luce Diurna, Ombra, Luce fluorescente 1, 2 e 3, Incandescenza e Subacqueo. Mentre scrivo queste righe mi sono accorto che le Fujifilm tendono a riunire i due classici preset Nuvoloso e Ombreggiatura sotto un unico preset, un dettaglio sicuramente trascurabile ma una curiosità in più da portare alla vostra attenzione.

Flash

Contrariamente alla sorella maggiore, nella X-T20 è presente una piccola unità flash integrata. Non aspettatevi miracoli, in quanto il flash copre fino a 5 metri (ISO 100), ma è comunque possibile collegare un lampeggiatore esterno tramite la slitta con contatto a caldo oppure comandarne uno wireless otticamente con quello integrato. Le possibilità offerte sono disponibili nel menu impostazione flash e ci permettono di configurare l’unita interna in Manuale o TTL, scegliere la sincronizzazione tra la prima e la seconda tendina, impostare la correzione degli occhi rossi o il blocco di misurazione TTL. Dal menu è inoltre disponibile la regolazione dei flash esterni Fujifilm, come l’ottimo EF-X500. Anche questa volta mi duole segnalare l’assenza della commutazione automatica dell’anteprima dell’esposizione quando colleghiamo un flash esterno, cosa che comporta una visione buia o completamente nera usando i flash in studio. È una funzione semplice che Panasonic ha incluso da tempo nelle sue fotocamere e che con Fujifilm mi tocca mappare su un tasto dedicato (sulla X-T20 è toccato al tasto AE-L).

Qualità d’immagine e resa ad alti ISO

Questo paragrafo potete leggerlo sia nella recensione della X-T2 che in quella della X-Pro2, perché la qualità di immagine e la resa degli alti ISO è la medesima, ma io non mi stancherò davvero mai di lodare l’ottima accoppiata del sensore X-Trans III con l’X-Processor Pro 2, che genera immagini gradevoli, piene di dettagli, colori vividi (sopratutto utilizzando le simulazioni pellicola) che sono davvero un piacere da guardare. Anche questa volta ho stampato molti scatti per questa recensione (ed altri li stamperò alla consegna dei lavori che ho realizzato con questa macchina) e mi piace ammirare la bellezza di un ritratto, la quantità di dettagli di un panorama o le sfumature nei bianco e nero… resto ogni volta ammaliato. Un consiglio spassionato è quello di prendere i vostri scatti migliori e stamparli, anche in formati non molto grandi come il 20 x 30, amerete sicuramente di più le vostre fotocamere.

Uno dei punti di forza di Fujifilm e di questa serie è senz’altro la simulazione pellicola: 9 preset in grado di donare alle immagini la bellezza tipica della fotografia analogica realizzata con gli storici “rullini” Fujifilm. A seconda dei gusti o della situazione, si potrà puntare sulla carica di vivacità della Velvia, i contrasti in bianco e nero della Acros o ancora la morbidezza dell’Astia… ce n’è davvero per tutti i gusti. Purtroppo il software di catalogazione e sviluppo più utilizzato al mondo, Adobe Lightroom, non gestisce ancora benissimo i file RAW della Fuji, né è capace di ricreare le simulazioni pellicola partendo dal file grezzo, che elabora con molta più difficoltà di quanto non facciano i software della concorrenza.

La X-T20 regge davvero bene gli ISO elevati, tanto da non sentirmi mai in imbarazzo a salire fino a 6400 e a volte anche 12800. Il valore ISO 1600 probabilmente non è nemmeno il primo da cui partire per valutare la resa di questi sensori, in quanto con il JPG on camera otteniamo ancora file puliti, con poco rumore ed un buon dettaglio.

Dal valore di 3200 ISO io consiglio di passare allo scatto in RAW in quanto tramite il software di elaborazione delle immagini riusciamo ad ottenere un’immagine ancora molto godibile, non esageratamente morbida e con una buona presenza di dettagli, trovando un giusto compromesso con la quantità di grana che riusciamo a “tollerare” in una foto.

Da ISO 6400 in su sale il rumore cromatico e di luminanza ma, esponendo bene, si possono ottenere dei risultati stupefacenti scattando praticamente al buio. I successivi step sono utili solo in determinati casi e, sebbene ISO 12800 sia ancora utilizzabile, i successivi valori sono da intendersi per uso sul web o per una foto ricordo o ancora per una foto che intendiamo stravolgere in fase di fotoritocco.

xt20-testiso-intro

Di seguito il nostro classico test ISO in studio con luce controllata, dove la X-T20, come prevedibile, si comporta allo stesso modo della X-T2. La qualità d’immagine in JPG è buona e c’è pochissimo rumore fino a 1600 ISO, con un graduale ammorbidimento dei dettagli a partire da 3200 ISO. Le foto risultano gradevoli fino a 12800 ISO mentre nei due step successivi l’algoritmo dell’eliminazione del rumore si fa troppo evidente e pasticcia i dettagli. Guardando i RAW e ricordando che entrambe le regolazioni di riduzione del rumore sono poste e zero, notiamo che la soglia di presenza del rumore di luminanza è sempre a 1600 ISO ma che lo stesso non dà molto fastidio in quanto somiglia molto alla grana di una pellicola. Salendo possiamo osservare come gli scatti a 3200 e 6400 ISO includano molto più rumore ma anche tantissimi dettagli. A qualcuno potrebbe ancora piacere così da stampare, specie con il bianco e nero. A 12800 comincia a farsi strada anche molto rumore cromatico ma è solo dagli step successivi che questo risulta troppo evidente.

xt20-testiso-100-jpg

Di seguito trovate una piccola galleria di immagini scattate con la X-T20 nelle varie situazioni in cui l’ho portata con me.

Nessuna foto

Connessioni, memoria, batteria

Le connessioni della X-T20 sono tutte disponibili sul lato sinistro, protette da uno sportellino in plastica. Partendo dall’alto abbiamo il jack da 2,5mm per la connessione di un microfono esterno (con adattatore) oppure dello scatto remoto, la porta microHDMI e la porta microUSB. Quest’ultima è utilizzabile sia come veicolo di dati che per la ricarica, inoltre la macchina funziona anche alimentata direttamente dalla USB e consente la contemporanea attività di ricarica e di alimentazione (se si dispone di una buona uscita di corrente), questo mi ha permesso di fare video in un saggio di danza senza il pericolo di rimanere “a secco”.

L’unico altro sportello di accesso alla fotocamera è quello relativo alla batteria che include anche l’accesso allo slot SD in standard UHS-II. Questa scelta di solito non mi entusiasma molto perché la scheda non è facilmente estraibile, specie sul treppiedi, però capisco che il ridotto spazio a disposizione non ha consentito altrimenti. Anche qui segnalo che le batterie originali Fujifilm hanno un bollino arancione che facilità il riconoscimento del verso di inserimento, in quanto basta allinearle al gancio di rilascio (anch’esso arancione). Sempre parlando di batteria, la casa dichiara un’autonomia di 350 scatti in standard CIPA e se non si usa la modalità Hi performance questo dato è anche sottostimato (si portano a casa oltre 400 scatti). Durante un evento non me la sono sentita di usare la modalità normale quindi ho optato per acquistare questo kit della Patona che per 30€ risolve il problema e mi ha permesso di arrivare a sera con la X-T20. In alternativa è possibile collegare anche un powerbank alla porta microUSB, ma è una soluzione di ripiego per casi estremi: non è affatto bello andare in giro con un cavetto che sporge dalla fotocamera. Nella parte inferiore è disponibile il classico attacco a vite per il cavalletto ma purtroppo questo non è posizionato in asse con l’obiettivo rendendo più difficoltosa, ad esempio, la creazione di panorami.

La X-T20 possiede una buona funzionalità wireless, al pari di quella delle due sorelle maggiori, parliamo quindi di una connessione stabile e veloce ma che purtroppo trova nell’App di supporto i suoi limiti più evidenti. Con grande dispiacere ho notato che dalla recensione della X-Pro2 non c’è stato alcun miglioramento per quanto riguarda l’applicazione e che quindi i difetti restano ancora i medesimi come l’impossibilità di passare da una funzione all’altra senza effettuare la disconnessione o l’impossibilità di variare alcuni parametri come l’AF, la risoluzione di foto e video o il Metering. Ottimo invece il controllo dei parametri di scatto e la completa assenza di lag durante l’utilizzo.

Video

La X-T20 possiede quasi tutte le funzionalità video della sorella maggiore ad eccezione di F-Log e della durata dei video, che qui si riduce a 10 minuti per il 4K e 15 per il FullHD. Questa macchina è quindi in grado di registrare video in 4K fino a 30 fotogrammi al secondo (100MBps) direttamente sulla scheda di memoria oltre a disporre di un output su microHDMI ad 8-bit 4:2:2. Tutte le simulazioni pellicola sono applicabili anche al video, la sensibilità ISO va da 200 a 12800 e vi è la possibilità di intervenire su tutti i controlli dell’esposizione anche durante il video. Un’altra differenza nel video 4K con la sorella maggiore sta nel fatto che la X-T20 non effettua il crop e questo vuol dire che la fotocamera non leggerà ogni pixel del sensore ed avremo dei video in 4K meno incisivi nei dettagli e con potenziali problemi di aliasing per le trame ed i dettagli più fini. La X-T20 dispone di un ingresso audio con connessione jack 2,5mm al quale si può collegare un normale microfono esterno come il VideoMic Pro Rycote con un adattatore come questo.

La qualità dei filmati in FullHD è molto alta, sono ricchi di dettagli ed abbiamo la possibilità di salire tranquillamente fino a 2500 ISO senza avere timore di riprese molto “sgranate”. Come accennavo in precedenza e come potete vedere dal video qui sopra, ho fatto delle riprese per un saggio di danza in un teatro molto buio e con il bilanciamento del bianco automatico e la X-T20 ha portato a casa un ottimo risultato.

Conclusione

Faccio un reprise del titolo: aggiungi uno zero e risparmi 700€. La Fujifilm X-T20 costa attualmente meno di 900€ su Amazon contro i circa 1550 della X-T2. Una differenza importante se si considera che le due hanno la stessa qualità di immagine, processore e messa a fuoco, che l’ergonomia è ancora buona così come i controlli, il video FullHD e in 4K leggermente meno belli ma ancora validi, la raffica notevole e l’estetica non da meno. Insomma, questa sembra la scelta giusta per molti fotografi, anche come primo corpo. Non dimentichiamoci del grande parco ottiche Fujifilm, che comprende molte primizie come il 56 f/1,2 e il 90 f/2 e più in generale tutta la nuova serie di obiettivi f/2 che hanno un costo abbordabile, una buona luminosità e una qualità di immagine davvero speciale. Questa macchina fotografica è ideale per l’uso street, per la fotografia paesaggistica, per i viaggi ed è anche un buon secondo corpo per i professionisti che fotografano eventi con Fujifilm.

PRO
+ Qualità di immagine molto buona
+ Ottima resa ad alti ISO
+ Leggera e compatta
+ Ampio parco ottiche di qualità con attacco X
+ Aggiornamenti firmware migliorativi costanti
+ Simulazione pellicole storiche Fujifilm
+ Buon sistema AF, compreso AF-C
+ Comodi aiuti alla MAF manuale
+ Buona velocità della raffica
+ Uso con alimentazione USB e powerbank

CONTRO
- Scalda un po’ sopratutto in modalità Hi Performance
- Non è presente l’uscita cuffie
- Buffer poco capiente
- Assenza della modalità trackpad per la selezione del punto AF con mirino
- WB automatico non costante durante gli scatti multipli in mod. Hi Perf.

DA CONSIDERARE
| Ci sono tante ghiere ma è disponibile anche una modalità tutta automatica
| Il risveglio dalla modalità di risparmio energetico si ottiene solo premendo a lungo sul pulsante di scatto a metà corsa
| A volte, in modalità normale, la macchina perde un po’ di reattività almeno finche non si preme di nuovo il pulsante di scatto a metà corsa
| Il flash è presente ma è poco potente, come tutti quelli integrati

Massimiliano Latella

Guest Editor - Fotografo matrimonialista, suono il Basso e la tecnologia è il mio leitmotiv.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.